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A.I. diabolica o salvifica invenzione

di Edoardo Conte

intelligenceQuesta riflessione sull’intelligenza artificiale o A.I. vuole avere un approccio di larga visione. 
Innanzi tutto non è scritta con la A.I. ma ancora da una mente, la mia, interfacciata col mio cervello che a sua volta, comanda le mie mani sulla tastiera del mio computer.
Fatta questa doverosa premessa, la A. I. è basata su vari algoritmi sviluppati, per ora, da esseri umani ma, in futuro, dagli stessi computers, poiché i comandi impartiti attraverso l'algoritmo, raccolgono ed elaborano tutti i dati disponibili su Internet, secondo parametri specifici. Quindi, una intelligenza artificiale può imparare da se stessa, né più né meno come noi, anche se non sarà auto-cosciente!

L’algoritmo è un codice in cui compaiono le variabili che determinano un particolare accadimento, sia esso del pensiero, del corpo senziente o della fisicità. Più variabili vengono considerate e più efficace sarà l’algoritmo, che altro non è che una procedura codificata.

Noi usiamo “algoritmi naturali” continuamente fin dalla nascita. Quando, da piccoli, ci è stato insegnato ad attraversare la strada senza essere investiti, ci hanno, i nostri genitori, trasmesso una procedura efficace e sicura. L’algoritmo consisteva nel guardare prima a sinistra (nelle nazioni a guida destrossa), poi a destra e, se non arrivava traffico, attraversare in sicurezza. Le variabili di questo algoritmo educativo sono poche: 1- guardare a sinistra, 2- guardare a destra, 3- non vedere traffico in prossimità, 4- via libera per attraversare.

Per azioni più complesse, occorre, ovviamente, calcolare ed immettere il codice di più variabili. In questo modo l’intelligenza artificiale può elaborare procedure sempre più articolate fino a compiere scelte le più funzionali e sostituire l’essere umano in compiti delicati o attività stressanti.

Questo sarebbe, senza alcun dubbio, un aspetto positivo, se la struttura socio-economica della civiltà mondiale non fosse basata sul denaro e, quindi, sul lavoro, o altre attività, per ottenere denaro!
Questa è tutta la paura del genere umano nei confronti della A.I.. Non riuscire più a guadagnare il denaro per vivere! Già l'intelligenza artificiale consente di progettare e sostituire figure lavorative come manager, conduttori televisivi, medici ed ogni sorta di professione non solo concettuale ma anche manuale. Pensate ad un robot dotato di A. I. Sarebbe la più grande rivoluzione del 21° secolo!

La paura è reale, se non si provvederà a cambiare il sistema socio-economico. Anzi, azzardo a dire che proprio l’avvento della artificial intelligence sia prodromo di un cambiamento drastico del sistema mondiale così come è ora strutturato. Se così non sarà, ebbene, arriverà la più grande crisi non solo economica, ma socio-culturale, che questa civiltà dei consumi avrà vissuto.

La intelligenza artificiale, d’altro canto, è come la manna dal cielo. Consentirebbe ad una umanità evoluta di progredire, potendosi finalmente distaccare dal concetto di lavoro e dedicando così, ciascun individuo, il proprio talento al servizio del bene comune. Potrà finalmente fiorire la civiltà dell’alleanza tra i regni di Natura e gli esseri umani, essendo quest’ultimi concentrati sulla propria crescita interiore per divenire propugnatori di fratellanza, pace e prosperità. 
Auguriamoci che questo accada, poiché se non accadrà sarà la fine di questa civiltà, che, come tutte le civiltà, ha il suo termine per implosione. L’implosione è quel fenomeno che fa crollare un edificio mal strutturato sotto il suo stesso peso. Il peso della cupidigia, del mal costume; il peso dell'egoismo e dell’apparenza… in una parola: il peso della materialità.

Esiste, tuttavia, un aspetto dell'essere umano che la artificial intelligence non potrà mai emulare né rimpiazzare. Potrà pensare perfino più in fretta della mente di un uomo, ma non potrà mai sostituire il cuore degli uomini che è lo strumento di sintonia con la creazione. Facciamo, dunque, che l'intelligenza artificiale scuota i cuori e le menti dell'Umanità verso l’unità della specie umana, ricordandoci che siamo fatti a immagine del Creatore.

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