Connettere la mente al cuore
Succede spesso nei nostri rapporti di relazione di avere uno scambio di idee che si tramuta in una schermaglia dialettica in cui ognuno cerca di prevalere aguzzando la mente.
A volte l’interlocutore controbatte con una vera e propria provocazione a cui non sappiamo resistere poiché produce in noi un immediato fastidio. È bastevole, in alcuni casi, un atteggiamento impertinente o una particolare postura per scatenare una reazione conflittuale. Tutto ciò succede poiché la mente è primariamente connessa al nostro corpo emotivo per cui reagisce agli stimoli istintivi di affermazione e protezione dell’io che provengono dalla “pancia”. Per ottenere un tipo di relazione armonica in sintonia con gli altri dobbiamo riuscire a interagire non con la pancia ma attraverso il cuore. Essendo il nostro centro di sintonia risulta più facile trovare empatia e condivisione ponendoci proprio nell’ascolto del cuore. È, tuttavia, possibile che in uno scambio dialettico improntato alla comprensione reciproca si produca uno scontro dovuto a una divergenza di idee nonostante i cuori siano in ascolto. Sembrerebbe, dunque, che l’apertura di cuore non sia sufficiente a garantire una relazione pacifica o una vera condivisione se la mente non viene preventivamente sincronizzata al centro cardiaco.
Occorre ricordare che la mente è per sua natura separativa, ossia, è impegnata a scindere e analizzare forme diverse e concatenarle per raggiungere uno scopo personale. Solo quando la mente è connessa al cuore riesce a formulare pensieri in base ai soli punti di unione e non a ciò che separa e diversifica. Ma dato che la mente è automaticamente connessa alle nostre emozioni, ossia all’aspetto pancia, non è altrettanto scontato che si connetta prontamente al cuore. Bisogna, quindi, invocare, con atto di volontà, una coerenza superiore che, illuminando la persona dal piano dell’Anima, ponga la mente sotto la guida del cuore. Questo è da tenere in conto se vogliamo realizzare una comprensione amorevole. Focalizzando l’attenzione su ciò che unisce, la coscienza sarà in grado di individuare e utilizzare solo quei punti d’incontro che servono ad includere i concetti che non le appartengono e saperli intrecciare con i propri. Così riuscirà a creare nuove forme di accordo e comunione che saranno il prodotto di un pensiero costruttivo di più ampio raggio, frutto di un orizzonte allargato.