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Illuminato governo dei popoli


“Il governo delle Nazioni deve fondare sulle effettive necessità di benessere e di crescita dei Popoli, nel rispetto della libertà di espressione, della creatività e della volontà degli individui”.

Ciò sembrerebbe del tutto scontato in Paesi e Nazioni che vantano di applicare la più alta democrazia, e per la maggior parte della gente che è convinta o è stata convinta di vivere rispettosa delle leggi, dei diritti di tutti e delle tradizioni. Se andiamo a scavare un poco più sotto la superficie, se andiamo ad analizzare gli scopi di coloro che hanno la responsabilità di governare, e se scrutiamo le intenzioni dei singoli, allora scopriamo che il governo dei popoli non è poi così "illuminato" come dovrebbe; che la maggior parte dei politici e di coloro che hanno il controllo della produzione di beni e della distribuzione della ricchezza, bada al raggiungimento del potere personale; che gli individui agiscono per lo più per appagare i propri desideri di benessere e di sicurezza. Nulla di male in tutto ciò! È più che lecito, anzi, addirittura "normale" per una società fortemente egocentrica; tuttavia non è il migliore dei modi.

Il modo "ILLUMINATO", cioè quello che infonde la luce dell'intelletto e il calore del cuore fusi insieme, è quello che mira al bene collettivo attraverso il miglioramento della persona. Questo bene però, non è inteso solo come appagamento materiale, bensì come bene risultante dalla assunzione di responsabilità del singolo nei confronti della società a cui appartiene. In altri termini, il bene personale è raggiunto solo quando l'individuo si armonizza con la Comunità, e le proprie esigenze si completano con quelle degli altri. Ciò presuppone che l'essere umano consegua un livello di coscienza, una realizzazione interiore, una maturità sociale, che gli consenta di attuare l'impegno civico con intento altruistico.

Per quanto concerne il governo di una Nazione, l'essere "illuminato", dovrebbe soprattutto esprimere la capacità dei governanti ad utilizzare le qualità degli individui ed a renderne esplicita la potenzialità, in modo che possano realizzare un impegno creativo volto a migliorare le condizioni di vita, il comportamento e il progresso culturale della Società civile. Ciò non significa sviluppo di tecnologia e produttività, bensì: "EVOLUZIONE DEGLI ESSERI UMANI" in termini di capacità discriminante, di sviluppo delle doti personali, di conseguimento dei valori etici universali, di abilità nella manipolazione e trasformazione della materia ai fini di un arricchimento interiore.

Pare che l'odierna civiltà sia invece orientata verso il progresso delle attività produttive, industriali e commerciali (in cui l'uomo è subordinato al profitto) come espressioni della più alta essenzialità umana. Anche le nobili istanze della Scienza, della Medicina, perfino dell'Arte e forse anche della Religione, sembrano essere addomesticate agli imperativi del "Mercato Globale". A quale scopo produrre ogni inimmaginabile "bene di consumo" per una Umanità incapace di esprimere un "bene interiore" e promuovere un "bene collettivo"? A quale scopo sviluppare una esteriorità opulenta se si rimane "sottosviluppati" dentro? Oggi più che mai, il punto di riferimento dell'evoluzione deve rimanere l'UOMO.
A che sarà servita la più alta tecnologia che mai progenie umana abbia saputo realizzare se non sarà riuscita ad esternare: "AMORE"?

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