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La svolta energetica

immL’approvvigionamento energetico basato sulla combustione degli idrocarburi ha sviluppato nel secolo scorso la cosiddetta “economia del petrolio”; economia che tutt’ora, con l’avvento del capitalismo neoliberista, acuisce il divario tra Paesi ricchi e poveri; tra chi il petrolio lo produce o lo controlla e chi non ne ha accesso e deve sottostare alle leggi dell’organizzazione del commercio globale (WTO) pena la estromissione dal mercato.

E’ disarmante constatare come la fonte principale di energia, quella solare, da cui derivano le energie rinnovabili quali la fotovoltaica, l’eolica, la idrica e le bio masse, sia del tutto trascurata, perché non monopolizzabile, a favore degli olii combustibili.
Pare che l’Umanità non sia evoluta abbastanza per potere compiere un salto di ottava, o un salto “quantico”, e passare dalla energia ottenuta attraverso la combustione a quella della “fusione nucleare” (fusione e non fissione).
La tecnologia della combustione è vecchia quanto il mondo, da quando cioè i primi uomini scoprirono il fuoco per atrito; quel fuoco che brucia la materia organica basata sulla molecola del carbonio; lo stesso fuoco che arde dentro di noi per effetto della frizione e vibrazione degli atomi e delle cellule. Un fuoco fisico che a sua volta alimenta i desideri umani e può farli bruciare di violenta passione, quando le scorie intasano i canali energetici e non permettono il fluire costante dell’energia vitale.

Potremmo affermare che il genere umano sviluppi sistemi energetici in analogia con il proprio grado evolutivo. Il sistema socio-economico, ossia, lo scambio di beni, informazioni e contenuti intellettuali che dà energia alla nostra civiltà, sembra ricalcare, infatti, il processo di assimilazione degli elementi nutritivi del metabolismo cellulare, che avviene appunto per combustione.
In sostanza il sistema socio-economico è figlio dell’apparato digerente dell’essere umano poiché è su questo livello che gran parte dell’Umanità è focalizzata ed agisce. In altre parole, se la razza umana è incentrata sul fagocitare, accaparrare e consumare cibo e merci, produce una società che si alimenta per combustione bruciando tutto ciò che le è possibile: dal petrolio alle foreste; dai sentimenti ai valori etici.

Ciò porta a due considerazioni. In primis, il sistema energetico-socio-economico deve armonizzarsi a quello naturale e quindi deve trasformarsi da sistema meccanico, rispondente a rigide leggi di mercato, in sistema reticolare vivente, flessibile alle istanze delle singole componenti che interagiscono in modo unitario.
La seconda considerazione è di ordine metafisico e sovrasta la prima. Il sistema diventerà vivente e vitale, cioè sarà in grado di rigenerarsi, mantenendo un equilibrio strutturale, quando gli esseri umani eleveranno le proprie coscienze al di sopra dei beni materiali e faranno, della società dell’avere, un contenitore per la società dell’essere.
Per raggiungere questo traguardo occorre procedere dal fuoco per atrito ad un fuoco che non è frutto della combustione, bensì della fusione: quello solare.

Il Sole illumina la Terra con raggi vivificatori. Ogni forma di vita ne trae sostentamento e informazione per aderire all’armonia cosmica ordinatrice.
Nel genere umano la luce solare è assimilata alla luce che rischiara le tenebre dell’intelletto fino a portare la mente al livello intuitivo. Lo sviluppo della ragione aiuta l’Uomo a dominare le proprie emozioni e far sì che le passioni possessive si trasformino in sentimenti d’altruismo, regolate dalla percezione dell’inclusività.
Attraverso la ricerca interiore, l’essere umano dilegua, gradualmente, gli involucri che imprigionano la luce solare dell’anima e libera i canali energetici in cui quella luce può alla fine fluire. L’energia e l’informazione acquisite allineano il cuore e la mente e innalzano l’essere oltre le nebbie della illusione materiale. Per analogia, utilizzando l’energia solare, anzichè quella della combustione, porteremo il pianeta Terra e la nostra civiltà ad una ottava superiore, liberando l’una dai miasmi dell’inquinamento e della distruzione ambientale, e l’altra dalla pesante coltre dell’egoismo speculativo.

La “civiltà del petrolio”, fondata sulle corporazioni, le multinazionali e la globalizzazione dei mercati, ha i giorni contati poiché è in continua crescita la presa di coscienza degli individui, aperti di cuore e chiari di mente, che vogliono diventare elementi attivi della società e fare scelte in prima persona, senza delegare ad altri il futuro dello sviluppo sociale.
La “civiltà della fusione nucleare” è ancora lontana perché il genere umano non ha ancora fatto germogliare dentro di sé il seme della sintesi che tutto unisce. E’ il seme dell’amore universale, l’agape dei Greci che fonde eros e tanatos in un’unica fiamma, che illumina senza bruciare.

Nella presente transizione dall’era dei pesci a quella dell’acquario denotata, come tutti i passaggi epocali, da una profonda crisi economica e di valori, occorre fare una scelta intermedia tra la civiltà del passato e quella futura. Occorre trovare una chiave di volta che permetta un passaggio indolore, graduale e soprattutto riequilibrante. La “civiltà dell’idrogeno” potrebbe rappresentare questa scelta vincente.
Rifkin, autore di “Economia all’idrogeno”, nella presentazione del suo libro afferma: “Notevoli saranno le ricadute sociali di questa imminente rivoluzione energetica. A differenza dell’attuale flusso di energia, che procede dall’alto verso il basso, centralizzato e governato con pugno di ferro dalle grandi multinazionali del petrolio e dell’elettricità, l’”economia dell’idrogeno” crea le condizioni per una massiccia redistribuzione del potere. Nella nuova era, infatti, grazie alla cosiddetta “generazione distribuita” , ogni essere umano diventerà produttore dell’energia che consuma, quindi realmente indipendente”.

L’idrogeno, molecola fondamentale dell’universo, potrebbe così diventare strumento, mattone, basamento su cui edificare non solo una più stabile democrazia mondiale, rispettosa delle creatività individuali ed equa distributrice di ricchezza ma, soprattutto, un sistema sociale solidale che ridia dignità agli esseri umani e li renda attori responsabili dell’equilibrio di Natura. 

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