di Edoardo Conte
Siamo immersi nella cosiddetta realtà della vita di ogni giorno che non troviamo il tempo di porci una delle domande essenziali per l’esistenza: che cosa è la realtà?
Iniziamo ad affermare che non vi è una sola realtà ma tante realtà quanti i punti di vista delle persone. Eppure, non sono i punti di vista che determinano la visione della realtà soggettiva, bensì le diverse dimensioni in cui agiamo, anche nelle varie condizioni esistenziali di uno stesso giorno. Siamo nella dimensione mentale quando siamo assorti nei nostri pensieri, magari per risolvere un problema o per trovare nuove visioni nell’immaginario collettivo. Navighiamo nella dimensione astrale quando siamo presi da sentimenti struggenti oppure liberatori e pare che nel dolore o nella gioia non si percepisca nient’altro delle “dimensioni” parallele del vivere. Agiamo nella dimensione energetica quando siamo presi dal fare e nulla può distrarci. Pensiamo al lavoro manuale di un operaio, ma anche a quello intellettuale di un impiegato o un manager. In quei momenti si è così presi dal fare che ci si dimentica del resto, perfino delle necessità fisiologiche!
Dunque, viviamo in più dimensioni a volte contemporaneamente ma più spesso a compartimenti stagni, come se tra una dimensione e l’altra, ci fosse una barriera o un filtro da baipassare … ed è proprio così.
Non ce ne rendiamo conto ma la nostra vita è vissuta in un ambiente pluridimensionale i cui confini a volte sono labili e a volte impenetrabili. E di questa impenetrabilità vorrei parlare o cercare di portare l’attenzione di chi è immerso sistematicamente nelle mono-dimensioni e non si accorge della fluidità dimensionale d’esistenza; la chiamo esistenza e non vita, poiché l’esistenza è la totalità del vivere nelle molteplici dimensioni della vita.
C’è una dimensione la più impenetrabile, almeno finora, che riguarda da un lato la fisicità e dall’altro l’esseità; non trovo un’altro termine che possa descriverla; cioè la dimensione della coscienza tout court.
Ci sono vari gradi spuri di esseità. Il primo grado o stato d’essere è quello senza il corpo fisico. Lo conosciamo come stato di morte; eppure, in realtà, ossia, nella realtà multi dimensionale, l’essere continua ad essere. Quella che consideriamo morte è il passaggio nella dimensione incorporea dove, tuttavia, permangono i corpi sottili, cioè il corpo mentale, l’emotivo o senziente e il corpo eterico o vitale. Permangono per molto tempo, tranne che per il corpo eterico che, essendo il più prossimo al fisico, con il fenomeno della “restituzione” degli atomi fisici, poco dopo anch'esso viene dismesso. Ma la esseità cosciente è ancora lì, nella dimensione ultra terrena coi suoi pensieri, i ricordi, le visioni e gli stati d’animo.
Tanti nostri cosiddetti “defunti o trapassati” stanno vivendo la loro vita in quella dimensione e le tante percezioni sensitive ce lo dimostrano. Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto sentore di almeno un contatto con i trapassati; alcuni di noi sono ancora in quel contatto in una sorta di dialogo interiore tra coscienza e coscienza, per essere aiutati nei momenti difficili. I nostri cari trapassati vivono nella dimensione incorporea in cui noi, nella dimensione della fisicità, non abbiamo ancora imparato ad avere accesso, o a fare ritorno da quella dimensione, alla bisogna.
In questo panorama multidimensionale ce ne è per tutti i gusti. Eppure, che cosa ci impedisce di vivere in queste due dimensioni apparentemente così divise a compartimenti stagni? C’è un mistero ancora da svelare, di cui alcuni di noi incominciano a trovare degli indizi.
Proviamo per un attimo a liberarci della nostra dimensione fisica e spaziare nelle dimensioni incorporee come quella della mente. In realtà non ci abbiamo mai riflettuto, ma i pensieri ci possono trasportare all’istante in ogni dove e farci vedere panorami inaspettati. Quella dell’immaginazione è senz’altro la dimensione che ci consente di allargare il nostro orizzonte e vedere l’invisibile o sentire l’impalpabile. Alcune teorie ci dicono che il viaggio mentale o telepatico sia il modo in cui le varie umanità galattiche comunichino. A ben vedere, nulla di più pratico che viaggiare a velocità siderale con la mente e poi, una volta arrivati a destinazione, proiettare il "corpo" nella dimensione e fattezza appropriate all'ambiente circostante!
E se l’invisibile e impalpabile fosse solo un’altra dimensione percepibile con altri sensi o “sensi” più sottili?
Cosa c’è di più reale di un incubo o di un sogno onirico? Entrambi ci fanno sobbalzare al nostro risveglio, con la netta sensazione di aver vissuto l’esperienza nella nostra fisicità di veglia. Shakespeare diceva che siam fatti della stessa sostanza dei sogni, ed aveva ragione. Una sostanza a varie frequenze o vibrazioni che ci consente il salto nella multidimensionalità. Dobbiamo solo abituarci all’idea che la realtà non sia quella della mera fisicità. La nostra esseità vive in ognuna delle dimensioni in cui può fare esperienza sia con il corpo fisico che con i corpi più sottili, o addirittura solo nell'essenza dell'essere. Tutte le dimensioni sono reali e vivibili dalla coscienza che, a ben vedere, è la unica individuata unità d’essere che può vivere nelle realtà a diversa frequenza di sostanza.
Tornando alla esseità, nel momento in cui si libera anche dei cosiddetti corpi sottili come la mente, il corpo senziente e quello energetico o eterico, in che cosa consiste la sua vita? In quale delle tante dimensioni può muoversi?
Ebbene, la pura esseità è l’origine di tutto, quindi, torna all’origine nell’assoluto senza più dimensioni o… l’assoluto da cui le dimensioni della VITA irradiano come sfere concentriche di possibilità.
Noi siamo coscienze o esseità che esperiscono le possibilità passando di sfera in sfera, via via che impariamo ad utilizzare il passe-partout della Vita. Ampliamo il nostro sguardo sulla Realtà; riflettiamo su quale sia la realtà che ci permette di liberare la vitalità creativa. Più avanziamo nell’astrazione dei pensieri e più ci avviciniamo a cogliere la multidimensionalità, finché un bel giorno saremo in grado di vedere noi, il nostro riflesso e l'esperienza di noi col riflesso di noi, ossia, l'Osservatore, l'Osservato e l'Osservazione, in un sol uno.