Salta al contenuto principale

Il potere malefico della seduzione

di Edoardo Conte

(Come riconoscere la magia nera anche nei gruppi di insegnamento e come trasmutarla). La seduzione è lo strumento principe della magia nera. È lo strumento mediante il quale le forze oscure tentano l’essere umano per averlo in loro potere e possesso. Il più delle volte la seduzione non è palese e percepibile poiché il mago nero appare come una persona gentile, garbata, disponibile e suadente. 

La seduzione si traveste in tanti modi quali la persuasione, l’influenza, l’arte di vendere, la pubblicità, l’informazione di parte. La seduzione è presente in tutte le forme e attività in cui qualcuno cerca di convincere qualcun’altro per portarlo a sé (se-durre = condurre a sé), non esponendo solo le proprie ragioni ma circuendolo, facendogli vedere presunti vantaggi o aspetti esaltanti e suggestivi che spingono l’interlocutore verso il bisogno di possedere quella cosa che è divenuta oggetto di desiderio. La seduzione è sempre impositiva e possessiva al contrario della informazione che, se neutra, è conoscitiva. Saper riconoscere la seduzione in tutte le sue forme è un requisito indispensabile per il discepolo sul sentiero che deve discernere la pula dal grano, ossia, discriminare non tanto tra il vero e il falso, ma, tra il vero e il verosimile, tra i bello e il truccato, tra il buono e il bonario; poiché il falso, il brutto e il cattivo sono palesi.

Il discepolo, una volta riconosciuta la seduzione, la rifiuta, come primo atto di protezione, sigillando la porta dietro cui il male risiede, poi, ripercorso l’effetto della seduzione fino a scoprirne significato e causa, riconosce l’idea divina che sottostà a tutte le cose e trasmuta la seduzione della forza oscura in luce risanante. Ciò è possibile se il discepolo ha acquisito la forza, l’attenzione e l’abilità necessaria a riconoscere e riorientare quella forza oscura. Altrimenti si protegge e basta, astenendosi da qualsiasi azione.

Quando il Maestro Gesù viene tentato dalla seduzione del demonio che gli palesa la possibilità di avere il mondo ai suoi piedi Egli dice: “Vai indietro, non mi avrai”. Lo stesso compie il Buddha quando sconfigge maya rifiutandone la seduzione.

Facciamo un esempio non banale ma intrigante nel suo aspetto:

Un terapeuta viene a sapere dal discepolo di un sua malattia e cerca di convincerlo a sottoporsi alla sua terapia esaltandone le possibilità di guarigione perché lui, il terapeuta, ha visto quale è la causa di quello squilibrio, e la sua terapia è proprio quella che ci vuole per fare guarire il discepolo. Il terapeuta vuole apparentemente aiutare il discepolo ma la modalità seduttiva tradisce, rivelandolo, il suo intento personale distorcendo, di fatto, l’azione che, da buona o impersonale, diventa speculativa e separativa. In questo caso il tentativo di seduzione e l’influenza nei confronti del discepolo sono palesi. Il terapeuta non si è limitato ad informare il discepolo della terapia che esegue lasciandolo libero di decidere.

Se il discepolo ne è consapevole, smaschera la seduzione, sigilla la porta dietro cui essa risiede dicendo tra sé e sé: “Tu non mi avrai”, e rifiuta la terapia, anche se potrebbe essere efficace, per il fatto sottile che quella terapia è comunque contaminata e impregnata dall’aura della seduzione della forza oscura emessa dal terapeuta. Poi, se ne è in grado, ripercorre la forma della seduzione fino a scoprire l’idea originaria e ne fa precipitare il divino adeguamento trasmutando la forma seduttiva nel suo opposto polare. La seduzione mira a condizionare la scelta. L’opposto della seduzione è la scelta libera e indipendente. In pratica, una volta vista l’idea divina sottostante a quel tentativo di seduzione, il discepolo trasmuta l’energia della seduzione medesima dicendo, ad esempio, al terapeuta, che lo ringrazia ma che deciderà con la propria testa se, in seguito, servirsi della sua terapia e, magari, invita il terapeuta a non sforzarsi di dover convincere i pazienti della bontà dei suoi trattamenti.

Questo è solo un esempio ma se ne possono fare in tutti i campi di attività. 

Riguardo ai prodotti sottoposti all’influenza malefica della pubblicità, specialmente per quelli commestibili, il discepolo dovrebbe rifiutare il prodotto più pubblicizzato o cercarne uno corrispondente che non sia stato proposto in modo seducente. L’acquisto di prodotti presso i gruppi di acquisto o G.A.S.. o in mercatini rionali, o dal contadino, sono un buon esempio di come non prestarsi al giogo della seduzione commerciale.

Qualcuno potrebbe obiettare che, se il prodotto o la terapia fossero comunque buoni, dovrebbero essere utilizzati al di là della forma seduttiva in cui sono proposti. L’essere umano medio non conosce il sottile e come l’aura magnetica influenzi la materia densa. Il discepolo, invece, deve conoscere il sottile e sapere quale influenza nefasta abbia l’aura magnetica dell’intento oscuro su oggetti, avvenimenti e persone. Il discepolo non può premiare la seduzione fruendo comunque l’oggetto, perché si renderebbe complice del maleficio.

Biancaneve (la personalità) mangia la mela (non resiste alla seduzione) e si avvelena perché la mela è intrisa del maleficio della regina cattiva (mago nero seduttore). La regina si traveste da mendicante, (forma apparentemente innocua), e la convince (seduce) ad assaggiare quella bellissima e succulenta mela (oggetto della seduzione contenente il maleficio).

Quale efficace esempio di seduzione malefica che la fiaba smaschera istruendoci che solo il bacio (amore salvifico trasmutante) di un principe (l’Anima) può neutralizzare il maleficio. La fiaba ci insegna a diffidare delle belle cose proposte in forma seducente e insegna anche che il “mago nero” si traveste in modo apparentemente innocuo. Può assumere perfino la forma insospettabile di maestro spirituale.

Come può distinguerlo il discepolo sul sentiero della Luce, quello della: “mano destra”? Osservandolo!!!

Ragionando con la propria testa, rifiutando la devozione al maestro e aspirando all’insegnamento in sé. Il sé-dicente (se-ducente) maestro sarà scoperto dal discepolo attento, per il suo magnetismo suadente (un magnetismo che irretisce, affeziona, avvince); per la tendenza a  diffondere un insegnamento personale e personalizzato; per la facilità a persuadere l’allievo a seguirlo; per la facilità con cui lo convincerà ad affidarsi a lui senza fare inutili sforzi. Lui, il maestro, gli risolverà disagi e problematiche, lo guarirà, lo farà star bene e il gruppo di discepoli saranno sempre in armonia senza alcuno sforzo o screzio.

Il maestro non avrà difficoltà ad aumentare il gruppo di seguaci e tenderà a formare una grande comunità anziché, dopo aver addestrato i discepoli, lasciarli liberi di irradiare ad altri la nota dell’insegnamento... non la nota del maestro. I veri Maestri o maghi bianchi, non tendono a trattenere a sé, anzi, a volte manifestano l’amore per i discepoli attraverso un comportamento apparentemente scorbutico e repulsivo. Quando si accorgono che i propri discepoli acquisiscono forme di venerazione o devozione verso la propria persona hanno anche il coraggio e la saggezza di sciogliere il gruppo per quanto grande sia (vedi Krishnamurti) o di adottare provvedimenti di correzione. Il Maestro bianco dà strumenti di informazione, e indica strumenti di liberazione e guarigione che il discepolo può applicare da sé e su gli altri in modo altruistico e disinteressato; strumenti che non attribuisce mai a se stesso ma al divino di cui è umile tramite. Il Maestro bianco si mette al livello dei discepoli e si mischia con loro dando ad ognuno una parte di responsabilità del gruppo e la responsabilità di essere maestri a loro volta. Il Maestro bianco si mette in discussione e mostra, senza paura di celarli, i suoi difetti e le sue fragilità perché non vuole dare l’impressione di essere un modello perfetto e nemmeno di riferimento. Il modello di riferimento deve essere l’ideale dell’Anima che ogni discepolo crea entro di sé. Il Maestro bianco non impone scelte e cerca quegli aggiustamenti necessari alla crescita e al bene di tutto il gruppo.

Occorre anche aggiungere che il Maestro o istruttore e i discepoli non sono immuni dalla pratica della magia nera anche se, a volte, non ne sono consapevoli o la aborriscono. Ogni comportamento seduttivo, possessivo o oppositivo è magia nera. Ciò rende il compito del discepolo e del Maestro molto impegnativo. Essi sono aperti alla vita ed agli altri ma, nello stesso tempo, hanno l’onere di essere temperanti, prudenti, forti e giusti. Di discriminare e discernere. Compiere la giusta azione di “trasmutare il piombo in oro”. È per questa ragione che si dice che il discepolo impara a camminare sul filo del rasoio sopra il baratro. È prassi indispensabile che, quando all’interno del gruppo, la guida od uno o più discepoli si accorgano di un comportamento seduttivo, possessivo o oppositivo, lo rendano immediatamente palese e, mediante l’allineamento e la comprensione della causa, lo trasmutino coerentemente.

Argomento