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L'ostacolo dei problemi contingenti

di Edoardo Conte

Siamo così presi dai problemi contingenti che pensiamo di dovere concentrare i nostri sforzi per risolverli; così perdiamo di vista il progetto evolutivo complessivo e non affrontiamo le vere problematiche che riguardano la manifestazione del Piano Divino per l’Umanità. Le forze dell’ostacolo e della separatività, ci inducono sistematicamente ad occuparci delle problematiche quotidiane – di come arrivare a fine mese, di che cosa mangiare, di come pagare il mutuo o le altre spese, di come far carriera o guadagnare più soldi – che perdiamo la bussola e non sappiamo trovare la direzione della serenità, del vero amore, della fratellanza.

In questo modo siamo sempre impegnati nell’affrontare continue situazioni conflittuali nell’ambito della famiglia, del vicinato e del lavoro. Liti e incomprensioni, invidie, gelosie e competizioni costanti ci separano gli uni dagli altri senza farci vedere il vero senso del vivere. Non c’è da meravigliarci se non rimane tempo per cogliere l’attimo fuggente o per concentrarci su come vorremmo migliorare l’esistenza nostra e della società in cui viviamo. Crediamo erroneamente che, risolvendo i problemi della sopravvivenza quotidiana, avremo risolto i grandi problemi esistenziali e sociali e potremo vivere finalmente meglio e in pace.

Non è così.

L’attenzione al nostro karma personale non ci permette di scorgere dove sta andando l’Umanità intera. Anche coloro che si stanno risvegliando dal letargo materialistico e consumistico fanno corsi di ogni tipo e seguono tecniche solo per ottenere uno stato di benessere personale, con poca visione di ciò che è bene per tutti.

D’altro canto, è difficile elevare lo sguardo per intravedere un futuro condiviso quando siamo schiacciati dalle incombenze di sopravvivenza o da quelle dettate dal desiderio di affermazione personale. Incombenze che tarpano le ali dell’immaginazione e della creatività privandoci dell’esperienza della bellezza e del sublime; negandoci il contatto con quella dimensione spirituale che dà conforto, spinta, visione, fede e speranza.

Proviamo a riflettere per un istante su dove ci può condurre la concentrazione dei nostri sforzi sui problemi del sopravvivere. Constateremo che il comportamento di sopravvivenza è inerente alla sfera animale. Gli animali sono occupati costantemente nel solo bisogno di mantenersi in vita, primo fra tutti la ricerca del cibo. Non vi è da stupirsi che non abbiano sviluppato altra occupazione. Il costante adempimento dei soli bisogni di sopravvivenza ci fa regredire alla condizione animale.

È senza dubbio vero che, per superare tale condizionamento, occorra rivolgere l’attenzione sui piani intellettuali e causali della manifestazione, piuttosto che rimanere imprigionati in quelli prettamente materiali. Per far ciò bisogna andare in profondità nella psiche e nel corpo emozionale per riconoscere i propri lati oscuri, i propri fastidi, i difetti e gli attaccamenti e trasmutarli nelle qualità dell’accettazione, bontà e comprensione. Ma è anche vero che il lavoro svolto su di sé deve superare la sfera personale per sintonizzarsi con il Proposito Divino e manifestarlo attraverso scelte e comportamenti.

E qui sta il punto.

Insegnamenti e tecniche non sono fatti per concentrarci sulla soluzione del nostro karma personale ma per darci una visione del Piano e saper agire per rivelarlo nei nostri pensieri, sentimenti e azioni di servizio.

In altri termini, concentrando i nostri sforzi al di sopra della dimensione del quotidiano, verso la realizzazione del Piano di Verità, Bene e Bellezza, supereremo le piccole o grandi problematiche personali ed eleveremo lo sguardo dal contingente all’universale, dal personale al condiviso.

Le nostre problematiche, ma anche le attività lavorative, gli impegni e le incombenze quotidiane, dovranno diventare i contenitori per la nostra capacità trasmutativa. A questo servono, per darci materiale grezzo da elaborare e rendere coerente e manifestante il Piano divino sulla Terra.

In questo modo ci libereremo dalla schiavitù della sopravvivenza e ci dedicheremo a costruire forme di relazione e scambio più proficue per il genere umano e l’ambiente in cui viviamo.

Ricordiamocelo. I problemi personali non sono che lo specchio della mancanza di visione e responsabilità sul destino dell’intera Umanità. Essi verranno risolti man mano che sposteremo l’attenzione da noi verso gli altri e concentreremo le forze sull’esperienza d’amore portando il nostro sguardo oltre la miseria e la sofferenza, là dove svetta la Luce dello Spirito.

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