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Meditazione creativa: Proiezione

di Edoardo Conte (tratto dal libro Meditazione creativa dello stesso autore).

La Proiezione è l’atto di proiettare la forma-pensiero nei piani sottostanti della personalità per arricchirla di altre sostanze ai fini di irradiarla con forza nella rete eterica planetaria. Anche la proiezione consta di alcune fasi determinate da triangolazioni sottili che avvengono tra i vari centri energetici.

Il primo atto della proiezione accade quando, composta la forma-pensiero miscelando in Cavità i fluidi dei quattro elementi, essa deve essere proiettata sullo schermo eterico del cervello per creare un’immagine mentale. Sarà quell’immagine, forma tangibile del pensiero, ad imprimere poi sulla sostanza astrale lo stampo magnetico che le darà la forza di viaggiare nella rete eterica e il potere di attrarre altre coscienze impressionandole.

Per comporre un proiettore occorrono tre componenti: lampada, pellicola e obiettivo; quindi, uno schermo su cui proiettare l’immagine.

Al di sopra della Cavità vi è un intreccio di fili eterici che va a formare lo schermo di proiezione, mentre ai lati opposti della Cavità si trovano i due centri energetici che hanno la funzione di costituire, assieme alla Cavità e allo schermo, l’apparato di proiezione che vien detto: “Terzo occhio”.

Il Terzo occhio non è, come molti credono, il chakra Ajna tra le sopracciglia. Ajna è solo la lente; mentre il centro Alta major, situato nella parte posteriore del cervello corrispondente grosso modo alla nuca, è la lampada del proiettore; infine, la forma-pensiero entro la Cavità costituisce la pellicola che deve essere illuminata. 

La maggior parte delle persone non hanno il Terzo occhio attivo, quindi per loro è impossibile effettuare una proiezione efficace. Quel che succede è una pseudo proiezione che consiste nell’indirizzare il desiderio piuttosto che il pensiero.

Attivare il Terzo occhio è un’operazione graduale che avviene proprio mediante la meditazione nel corso degli anni. Man mano si disciplina l’apparato rice-trasmittente corporeo, via via si affina la capacità di ascolto e trasmissione che, infine, attiva la proiezione. Fino a quel tempo il meditante effettuerà la proiezione visualizzando i passaggi non preoccupandosi del funzionamento effettivo dell’apparato. Agirà come se stesse già proiettando l’immagine e, nell’impegno di farlo, gradualmente lo realizzerà.

La seconda fase della proiezione avviene dopo che l’immagine è apparsa sullo schermo eterico e deve rivestirsi di sostanza astrale per prendere la forza magnetica necessaria a compiere il viaggio. È come se la forma/immagine fosse in un motore elettromagnetico e attraesse il magnetismo dai magneti disposti in cerchio. Questo succede quando il meditante indirizza l’immagine verso il chakra della Gola — posto in allineamento per via dell’azione cerebrale svolta in precedenza in Cavità — e da esso al Cuore.

Questa seconda proiezione è in realtà una triangolazione mediante la visualizzazione di una linea di luce che dal chakra Ajna incrocia il chakra della Gola, Vishudda, e infine termina nel chakra del Cuore, Anahata. È di estrema importanza che il meditante, in questa fase, sia concentrato sulla triangolazione e non manifesti alcuna aspettativa, desiderio o emozione. La forma/immagine deve rivestirsi di sostanza magnetica sua propria ai fini di non ossessionare — questo è il termine appropriato — il meditante stesso che, preso da ansia da prestazione, ci si permetta questo paragone, rischierebbe di restare condizionato e avvinghiato alla forma stessa, impedendole di distaccarsi da lui.

Per fare un esempio, si potrebbe paragonare la forma/immagine nascente al parto di un neonato. Se la madre trattenesse il nascituro e non rompesse le acque, che in questo caso simboleggiano la sostanza astrale del desiderio, il bimbo non potrebbe nascere e morirebbe asfissiato entro la placenta.

Per quanto macabro, l’esempio calza perfettamente. Il meditante che nell’atto della proiezione sta compiendo una magia creativa, allo stesso modo di una madre — pur amando la propria creatura e pur avendola tenuta in gestazione per tanto tempo — deve compiere quell’atto d’Amore che la rende libera di vivere la propria vita. L’amore possessivo, ossia, l’attaccamento astrale che vorrebbe il creatore così innamorato della sua creazione tanto da concupirla in una relazione incestuosa, deve lasciare il posto al sacrificio d’Amore; così come fece Dio che dopo aver creato Adamo lo lasciò libero di andare per la sua strada.

La terza fase della proiezione è quella radiante dal Cuore. Essa libera, infine, la forma/immagine/pensiero completa di sostanza astrale propria. Il centro del Cuore è la stazione di sintonia iniziale ed anche quella di trasmissione finale. Esso opera nelle due direzioni: verso i reami dell’Anima e in quelli della dimensione vitale.

Il meditante irradia la forma nascente come dono d’Amore impersonale, tutt’intorno a sé, immettendola nella Rete Eterica planetaria, il grande Deva che è il “tessuto connettivo” dell’Umanità. Immagina la forma viaggiare lungo le linee di luce della rete e ad ogni nodo distribuirsi come un segnale vivente; un’onda onnipervasiva che porta la sua qualità per ogni dove. Vede quell’onda accarezzare l’ambiente, la Natura e le persone. Vede la forma prendere forza e accrescere il magnetismo via via che è accolta nei cuori e nelle menti degli uomini. La vede portare il suo messaggio di Luce e di Amore e sostituirsi alle vecchie forme cristallizzate per rinnovare il Disegno divino. 

Vede tutto ciò e poi... rivolge lo sguardo alla fonte alzando gli occhi alla Casa del Padre da cui tutto partì e a cui tutto ritorna.

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