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Il respiro dell'Economia

di Edoardo Conte

L’Economia è l’attività principale dell’Umanità che dà espressione al sistema di scambio. I problemi attuali che prostrano l’Umanità derivano principalmente dalla errata interpretazione e pratica della Legge di Economia che recita: “ottenere il maggior beneficio con il minore dispendio energetico”. È indubbio che l’esasperato desiderio di possedere soldi, ricchezza e potere personale, dimostri l’errata interpretazione della Legge, poiché, trattenendo entro la persona il flusso energetico, esso crea una resistenza o ingorgo nello scambio, culminante nell’aberrazione materialista.

La tendenza e tensione alla continua crescita produttiva, scambiata per naturale equazione evolutiva del genere umano è una distorsione ulteriore del concetto di Economia e crescita. Ogni vita è in manifestazione ciclica. Così è anche per quella grande vita o forma-pensiero che chiamiamo Sistema-Socio-Economico. La ciclicità di ogni vita consiste e si espleta in una dualità intrinseca di due cicli minori all’interno del ciclo maggiore. Tale simmetria duale è il riflesso della dualità polare tra Spirito e materia e si ripercuote entro ogni vita o coscienza. I due cicli minori costituiscono ciò che viene denominato: “respiro”. Il respiro dà ritmo al ciclo.

Ogni forma di vita ha una inspirazione ed una espirazione. Lo cogliamo nella successione del giorno e della notte, nella dilatazione e compressione polmonare, nelle maree, nella successione delle stagioni, nel metabolismo vegetale, animale ed umano. Tutto respira. Questa è la Legge dei Cicli o della Manifestazione. Se applichiamo questa Legge all’Economia, ci accorgiamo subito che, così come è attuata ora, non può funzionare, poiché non rispetta il respiro della vita.

Per comprendere l’insensatezza della visione umana, proviamo a inspirare più aria che possiamo e a trattenerla. Per quanto sia grande la capacità dei nostri polmoni arriveremo ad un punto in cui non potremo più inspirare aria. Staremo in apnea per qualche secondo o minuto e poi... espireremo il fiato con un gran senso di benessere, svuotando i polmoni. Ecco, questo piccolo esperimento ci insegna come dovrebbe procedere il respiro della Economia mondiale. Riempire e svuotare ciclicamente.

L’ideale attuale, invece, si basa su di un modello artificiale di crescita che non tiene conto del respiro. Sembra ripetere nella mente dell’Umanità che: “Occorre produrre sempre di più per crescere”. E così si pone la produzione di beni sopra ogni altra cosa fino ad identificare il mercato globale come il bene primario. Per stare bene, il mercato globale deve continuamente espandersi mediante l’incessante produzione di merci. 

Stiamo sperimentando duramente il peso di questa scellerata interpretazione che, attraverso la crisi economico-finanziaria più dura di tutti i tempi, ci sta dimostrando l’errore madornale in cui perseveriamo. Per la verità, esiste anche qualche saggio economista che, inascoltato dai più, propone la decrescita come salutare fase di riequilibrio economico e sociale, poiché sente entro di sé la verità celata entro il respiro dell’Economia. Ad ogni espansione deve corrispondere una compressione non uguale ma simmetricamente contraria, così come succede quando respiriamo. I polmoni non si svuotano del tutto, così, ad ogni espirazione, resta quel poco d’aria che, applicata all’Economia, permette il rilancio con una nuova inspirazione. In questo modo l’Economia procede in salute, come tutti gli esseri viventi, respirando.

In termini pratici questo significa che la produzione di beni deve essere assimilata dalla popolazione mondiale secondo le proprie necessità. I beni devono, prima di tutto, essere distribuiti equamente per realizzare la massima espansione del polmone dell’Umanità, poi occorre una fase di decrescita che faccia, in un certo senso, assimilare la ricchezza prodotta, così come il cibo deve essere digerito. La decrescita evita l’apnea o l’indigestione, e riporta il polmone economico ad essere nuovamente ricettivo e produttivo. La decrescita, inoltre, riconduce l’Umanità ad una compressione dei bisogni e dei desideri, riconducendo la persona all’essenzialità, così ripulendola dall’illusione emotiva, a beneficio della mente. Libera dall’emozione del desiderio la mente torna volitiva per rinnovare la spinta al progresso.

La modalità attuale, invece, provoca una indigestione di beni, per lo più superflui, e mal distribuiti, a beneficio di pochi e danno di molti. L’effetto che viene a crearsi è uno stato di apnea generale che sfocia in asfissia economica. La crisi attuale può essere vista come una naturale valvola di sfiato che, in emergenza, fa defluire l’aria in eccesso comprimendo il polmone dell’Umanità. Ciò sembra ancor più convalidare la teoria del respiro, quasi che il Pianeta vivente reagisca alla nostra insipienza costringendoci ad una “recessione” salutare. Sembra indicarci la via del risanamento, come un Padre che “mette in riga” il figlio indisciplinato insegnandogli la lezione per il suo bene. Questa crisi, dunque, può essere un’ottima occasione per prendere coscienza del respiro dell’Economia e assecondarlo senza forzature. Se saremo capaci di armonizzare l’inspirazione e l’espirazione, il flusso vitale economico dello scambio sarà ritmato e fluido senza più creare apnee e compressioni forzate.

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