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L'illusione di essere sul Sentiero

di Filippo Falzoni Gallerani

(brani tratti dagli articoli “Io, ego e Sé”; “Il Guru e l’ego spirituale”; “Introduzione all’io trasparente)

Se la luna, mentre completa il suo eterno viaggio intorno alla terra, ricevesse il dono dell’autocoscienza, sarebbe certamente convinta di stare viaggiando secondo la propria decisione lungo la sua strada con la forza di una decisione presa una volta per tutte. Allo stesso modo un Essere dotato d’intuizione superiore e una più perfetta intelligenza, che osservasse l’uomo e le sue azioni, sorriderebbe dell’illusione umana che lo spinge a credere di poter agire secondo il proprio libero arbitrio

(Albert Einstein)

La ricerca del Sé può essere la via maestra dell’autorealizzazione, ma se mal indirizzata può diventare una pericolosa fuga dalla realtà che conduce a più grandi illusioni e a problemi mentali. La prospettiva egocentrica del ricercatore, infatti, può rendere la ricerca stessa un inganno che conduce al narcisismo e all’inflazione. Come diceva Gregorio Magno, ciò che era ottimo, una volta corrotto, diventa pessimo.

Un individuo insicuro che non si sente realizzato, nel momento che si considera un discepolo, subito si sente qualcuno. Se impara a memoria un po’ di mantra (cosa che chiunque può fare) sarà presto convinto di essere già un iniziato e di certo un essere speciale.
Il grande orientalista Zimmer già nei primi decenni del Novecento, per indicare questa condizione usava, molto spiritosamente, il termine “iniziati immaginari”.
Con questa nuova e gratificante identificazione, l’ego insegue rispettabilità e importanza all’interno del gruppo che condivide il suo mito spirituale

Se il devoto raggiunge status e sostegno anche in un piccolo gruppo, sarà convinto di essere sulla giusta via per diventare a sua volta un maestro. L’uomo è predisposto ad attendersi da altri la soluzione dei suoi problemi, ed è incredibile con quale facilità il transfert ci faccia proiettare il ruolo di maestro su chi ci offre facili soluzioni.
C’è chi, viste  queste cose, si allontana del tutto dalla spiritualità, e in questo modo butta via il bambino con l’acqua sporca. L’uomo ha bisogno di religione, ma nel senso più autentico e profondo (religere = riunire, riunificare) ed è quindi fondamentale riconoscere quest’inganno se non si vuol continuare ad adorare un vaso senza mai berne l’acqua

Parafrasando una frase di Albert Einstein, il pensiero razionale è l’utile servo (adatto ai compiti meccanici che gli competono) di cui siamo diventati schiavi, mentre la mente intuitiva è il dono sacro che questa società ha dimenticato….. Nell’ambito delle comunità spirituali penso sia urgente che si coltivi davvero l’autenticità dell’essere e l’intuizione che nasce dalla resa al Sé. E’ necessario riconoscere gli inganni dell’ego e le fantasie di grandezza, se non si vuol travisare il messaggio di verità che il Maestro mostrava con l’esempio.
Solo così potranno nascere tra gli uomini relazioni davvero fraterne, nella Verità dell’autenticità spontanea, nella Semplicità dello stato naturale, nell’Amore dello stato non diviso.

Prima che questo stato (di illuminazione) si manifesti, dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con il nodo più profondo, con le ombre, le paure, le illusioni dell’io e riconoscere le fantasie con cui la mente ci inganna (anche quando crediamo di meditare), con le immagini di mondi ideali e di realizzazioni future. Come dice la Baghavad Gita, il sommo piacere è quello cha dapprima appare amaro e poi diviene dolce.

Molte illusioni di grandezza e di onnipotenza infantile devono essere distrutte, l'illusione di doversi difendere da qualcosa esterno a noi scompare quando scopriamo che il nemico è il nostro stesso io, l’orgoglio e la paura vanno smascherati, sino al nodo alla base di ogni problema mentale, sino al nodo del cuore, come lo chiama Ramana Maharshi. Se trascendiamo l’identificazione con il corpo e la personalità avremo accesso all'anima, ma ci vuole coraggio per guardare in faccia la realtà. La rinascita implica la morte di ciò che era illusorio, ma cui siamo molto attaccati.

Per questo R. Laing affermava che "l’uomo aborrisce la trascendenza" e le tradizioni spirituali ci parlano di un terrificante "guardiano della soglia" che preclude ai timorosi il passaggio verso la dimensione dello spirito. Non solo per i demoni che custodiscono il tesoro interiore dell'anima e del Sé (attaccamenti, paure, emozioni distruttive, abitudini, proiezioni e preconcetti ecc.), ma per il coraggio necessario a riconoscere l’ovvietà del tesoro stesso che da sempre è tanto vicino da non poter essere visto. Tutti i diversi percorsi di ricerca interiore, quando sono perseguiti per ottenere credenziali a sostegno dell’io, si riducono a deludenti trip egoici. Quando invece hanno come motivazione un’autentica ricerca della Verità e sono corroborati dagli stati non ordinari della coscienza, conducono a un oggettivo sviluppo della saggezza e della consapevolezza. 

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