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Il compito della coscienza tra Vita e forma

di Edoardo Conte

La coscienza è il mediatore che ha la funzione di interagire tra Spirito e Materia, ossia, tra la causa di vita e il suo effetto, cioè la forma materiale.
Questa funzione è svolta dando continuamente significato agli accadimenti che la vita stessa le pone dinanzi per misteriose motivazioni Karmiche che solo l’Anima sul suo Piano sa e accetta per l’evoluzione dell’unità di coscienza incarnata.

Occorre conoscere come funziona il rapporto dinamico della coscienza con la Vita e la forma.
Diciamo subito che la coscienza valuta le due correnti o forze che, pur essendo sempre presenti, impara a cavalcare alternatamente. Le due forze sono la centripeta e la centrifuga: lo Yin e lo Yang.
Vediamo come la coscienza procede utilizzando il cuore e poi la mente per compiere la sua opera di elevazione dei significati affinché le forme (effetti) diventino sempre più rispondenti alle cause archetipiche dell’impulso spirituale o Vita.

La coscienza si collega al centro del Cuore che è il centro del Cristo vivente. Il centro del Cuore ha una qualità speciale: è allo stesso tempo fuori e dentro lo spazio tempo! La mente non può comprendere questo paradosso e, dunque, è inutile speculare riflettendoci sopra. Si deve accettare questa verità occulta e procedere fiduciosi.

Dunque, la coscienza penetra il centro del Cuore e segue l’onda spiralica che da esso giunge alla Monade. La Monade è il punto individuato di Spirito e quindi, il punto di ancoraggio del centro del Cuore al centro di Vita. La Monade è la nostra singola unità vitale, parte della Vita Una che a sua volta è il Proposito dello Spirito Uno o Padre universale. La Monade estende il suo dominio della realtà dal Piano Logoico al primo sottopiano del Piano Manasico dove si ancora nel Loto Egoico o corpo Causale, poiché la Monade è causa volitiva della Vita individuale. Eppure, il suo collegamento vitale giunge fino al centro del Cuore che, sappiamo bene, essere il centro della vita nell’individuo incarnato.
Ciò che sembra una contraddizione si rivela essere la magia della Monade che affonda le radici della vita nel Cuore pur limitando la sua visione della realtà al Piano manasico superiore. Non sembri strano, poiché, dal punto di vista della Monade la realtà si ferma alla sostanza del pensiero astratto che per tutte le entità superiori, dai Maestri ai Logoi, è la materia più densa. Dopo tutto, non è forse con il pensiero astratto o idea progettuale, che si costruiscono le forme? Al di sotto del sottopiano manasico vibra la vita solo come un riflesso di quelle forme superiori di pensiero che Platone chiamava Iperuranio in contrapposizione al mondo della Caverna che chiamava: delle ombre.

Allora, non sembri un controsenso che la Monade limiti la sua realtà alla materia del pensiero animico eppure si ancori al cuore umano che, come scritto sopra, è fuori e dentro lo spazio tempo!

Ma ritorniamo alla funzione della coscienza che, dapprima, contatta la Monade dal Cuore, utilizzando l’onda centrifuga, per comprendere e dare significato alla causa d’esistenza. Questo è un atto coscienziale straordinario. La coscienza vibra con la Vita e, quindi, può comprenderne lo scopo, la funzione, il perché e poi, carica di quella comprensione, si sposta nel centro della Cavità, che è la controparte del centro del Cuore nella Testa, e ivi, utilizzando la forza centripeta, plasma la forma nello spazio materno che è lo spazio del pensiero: la placenta della mente cerebrale in cui le forme-pensiero stanno in gestazione prima di essere partorite come nuove forme di espressione della relazione della coscienza con la Vita.

Così la coscienza svolge il suo duplice compito di evolvere se stessa e di elevare la vibrazione delle forme materiali per riportarle allo stato primigenio del puro pensiero archetipico. In realtà il compito è uno, poiché l’evoluzione coscienziale si attua nell’elevare il significato e quindi, la frequenza delle forme materiali alla vibrazione degli Archetipi, che sono la perfetta manifestazione creativa del pensiero di Dio.

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