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per acquisire una visione più ampia della realtà
Qui trovi ciò che serve alla crescita della cosienza, dalla Saggezza antica alla Fisica quantistica, per essere un individuo rivolto al Bene di tutti.
per acquisire una visione più ampia della realtà
La materia è una grande sconosciuta e, seppur siamo fatti di essa e con essa, non sappiamo bene come appaiano le forme durante la creazione.
All’inizio di Tutto c’è il pensiero, un pensiero talmente focalizzato che solo il Demiurgo può attuare. Tale pensiero, che è in se stesso, il progetto della creazione, dal punto di compressione (concentrazione) iniziale espande la sua onda... e la Luce è!
Diciamo subito che la Luce è lo stato apparente del pensiero che, nelle prime fasi creative, ha l’aspetto di Plasma o nube plasmatica creatrice (la santa Vergine, vergine poiché non è plasmata ma è puro plasma).
Ma, facciamo un passo indietro.
Quando il pensiero creatore è focalizzato nel punto d’origine, ciò presuppone che sia avvenuta una polarizzazione tra il proposito dell’Osservatore (Creatore) e l’Osservato che ancora non è palese, ma esiste come controparte duale dell'intenzione del Creatore. Ogni proposito ha in sé questa dualità: l’intenzione causale e… l’effetto che avrà una volta proiettata dal pensiero (la coscienza del creatore aggiungerà il significato, appena manifestata la forma primaria). Questa dualità crea all’istante il Campo magnetico in cui il Proposito causale è il polo positivo e l’effetto che avrà, è il polo negativo. Ogni creazione, a tutti i livelli creativi, può avvenire soltanto nella dualità del campo magnetico.
Detto questo, dalla polarizzazione e concentrazione verso il centro tra Proposito ed Effetto (il toroide magnetico) si ha il primo collasso d’onda o sintesi o implosione, per dirla alla Dan Winter, che vien detto osservazione o, in altri termini, forma principiante; cioè: Archetipo. Tutti i Principi, che sono in realtà, il progetto creativo, prendono forma archetipica dalla nuvola plasmatica che è la prima espansione di coscienza che il Creatore proietta dal Suo punto di Sintesi.
Così procede la creazione in ogni grandezza di scala con effetti proporzionati al grado o, potenza, di coscienza raggiunto dall’entità consapevole. La nube plasmatica polarizzata è, a tutti gli effetti, una entità cosciente intelligente in grado di compiere a sua volta, una sintesi o collasso d’onda (ciò spiega la miriade di galassie in formazione autonoma, dato il "VIA" iniziale del Creatore.
Nell’essere umano la chiamiamo scelta, mentre nelle entità creatrici superiori, è la creazione stessa che diventa materia e, quindi forma, dapprima prototipica e poi multiforme, secondo l’intreccio di principi che agiscono nel Fiore della vita o nella progressione geometrica delle possibilità del sistema settenario (le due progressioni della vita, quella ad ottave cioè settenaria, e quella aurea, cioè a progressione di Fibonacci, che è la progressione o espansione della curva coscienziale e delle forme da essa derivate).
In questo modo sono prodotte le cellule staminali che sono tali poiché frutto della sintesi delle 49 e 64 possibilità (principi archetipici) del campo unificato creativo. Ciascuna di esse ha in sé le qualità creative che all’occorrenza, possono differenziarsi secondo le funzioni e caratteristiche sistemiche vitali.
Riassumendo:
Dalla polarizzazione duale del campo plasmatico creativo e sua sintesi centripeta (compressione, focalizzazione, implosione) si ottiene il collasso d’onda o forma principiante materiale (alcuni la chiamano ritorno al punto zero o origine della vita) ma è sempre quel processo intelligente del Cuore cosmico (Cuore centrale spirituale) che sintetizza gli opposti (il centro o buco bianco/nero del toroide coscienziale). Ciò avviene in tutte le grandezze di scala: dall’Universo all’uomo. In passato si poteva raggiungere questo stato creativo solo con l’introspezione o la meditazione; oggi alcuna scienza, o meglio, alcuni scienziati illuminati, hanno compreso la dinamica creativa e la propongono in ausilio alle tecniche di introspezione, anche per riequilibrare il corpo fisico. Un esempio fra tutti: i cosiddetti Med bed che altro non sono che apparati di riequilibrio cellulare aventi la funzione di risvegliare nelle cellule dormienti, la struttura settenaria (49) e potenziale (64) della funzione originale della vita.
Evoluzione è un termine che ci riguarda molto da vicino. Da quando, elevati dal regno animale, abbiamo guardato il cielo ritti sulle nostre gambe. Eppure l’Evoluzione, quella con la E maiuscola, che coinvolge tutto il creato e le stupende creature che lo abitano, in tutte le grandezze di scala, ha una sola e unica, seppur totale, struttura: il frattale d’origine o insieme di Mandelbrot, dal nome del matematico polacco che lo ha teorizzato.
Per la forma specifica somigliante al Budda con le gambe tipicamente incrociate nella postura della meditazione, il frattale di Mandelbrot è detto anche il "Buddenbrot".
Ebbene, questo frattale dalle sembianze mistiche, ha in sé la forma o meglio, il seme formale dell’evoluzione. Se lo osserviamo, il Buddenbrot è, semplificando, un cerchietto sopra un ovoide; da qui la somiglianza al Budda con il capo sorretto dalla pancia. In altri termini, è rappresentata la dualità a due grandezze: il piccolo e il grande; e qui sta la potenza funzionale del frattale evolutivo, che non solo riguarda il progresso umano, ma anche l’evoluzione di tutte le forme del creato.
La formula base della creazione, e quindi, della Vita, è una simmetria asimmetrica (il piccolo e il grande che si specchiano come punti focali della dualità) per creare il movimento evolutivo del pensiero dinamico del creatore. Così le forme danzano in gestazione nella placenta cosmica; così la coscienza si espande in dimensioni sempre più compenetrate, fino ai confini della realtà illuminata. Così i Principi partoriscono gli Archetipi e i loro simboli nutrono gli esseri intelligenti della loro energia e forza. Così il mucchietto di sabbia prodotto dal bimbo che scava un buco nella sabbia per costruire il suo castello, diventa l’Everest.
Tutto cresce e si sviluppa mediante il frattale di Buddenbrot, lo strumento divino del rapporto aureo che costruisce i mondi.
Se lo vediamo nella nostra scala di misura coscienziale, agisce quando troviamo una soluzione ad un problema contingente, oppure, quando il rapporto del grande e del piccolo sbilancia o ribilancia la comprensione degli accadimenti. Ogni nostra espansione, visione o intuizione è costruita con questo frattale che rispecchia il macro e il micro cosmo in noi e al di fuori di noi.
Se eleviamo la nostra coscienza affacciandoci alla finestra dell’infinito, possiamo vedere come le nostre acquisizioni, via via, ci conducono a salti quantici che altro non sono che frattali di Buddenbrot sempre più intrecciati tra loro, a disegnare i portali delle varie espansioni o: iniziazioni. Come sopra così sotto, diceva il grande Ermete; come il piccolo così il grande potremmo dire noi, ribaltando i termini della proporzione, poiché la nostra evoluzione da Monade a uomo e più su, fino ai Maestri e i Logoi, inizia dal piccolo seme cristallino nel più segreto dei regni: il minerale. Ed è proprio il regno minerale che cresce, per primo, mediante il frattale di Mandelbrot, coi ghirigori dei cristalli, o i drappi fantasmagorici e cangianti dell'aurora boreale.
Dunque, ringraziamo il Creatore e la creazione che in noi agisce gestendo la direzione evolutiva, attraverso formule e codici numerici, a plasmare la nostra visione intelligente, fino a fonderla con l’Amore che unisce tutte le proporzioni e le interazioni dimensionali nell’unica e incommensurabile VITA.
di Edoardo Conte
di Edoardo Conte
La materia è una grande sconosciuta e, seppur siamo fatti di essa e con essa, non sappiamo bene come appaiano le forme durante la creazione.
All’inizio di Tutto c’è il pensiero, un pensiero talmente focalizzato che solo il Demiurgo può attuare. Tale pensiero, che è in se stesso, il progetto della creazione, dal punto di compressione (concentrazione) iniziale espande la sua onda... e la Luce è!
Diciamo subito che la Luce è lo stato apparente del pensiero che, nelle prime fasi creative, ha l’aspetto di Plasma o nube plasmatica creatrice (la santa Vergine, vergine poiché non è plasmata ma è puro plasma).
Ma, facciamo un passo indietro.
Quando il pensiero creatore è focalizzato nel punto d’origine, ciò presuppone che sia avvenuta una polarizzazione tra il proposito dell’Osservatore (Creatore) e l’Osservato che ancora non è palese, ma esiste come controparte duale dell'intenzione del Creatore. Ogni proposito ha in sé questa dualità: l’intenzione causale e… l’effetto che avrà una volta proiettata dal pensiero (la coscienza del creatore aggiungerà il significato, appena manifestata la forma primaria). Questa dualità crea all’istante il Campo magnetico in cui il Proposito causale è il polo positivo e l’effetto che avrà, è il polo negativo. Ogni creazione, a tutti i livelli creativi, può avvenire soltanto nella dualità del campo magnetico.
Detto questo, dalla polarizzazione e concentrazione verso il centro tra Proposito ed Effetto (il toroide magnetico) si ha il primo collasso d’onda o sintesi o implosione, per dirla alla Dan Winter, che vien detto osservazione o, in altri termini, forma principiante; cioè: Archetipo. Tutti i Principi, che sono in realtà, il progetto creativo, prendono forma archetipica dalla nuvola plasmatica che è la prima espansione di coscienza che il Creatore proietta dal Suo punto di Sintesi.
Così procede la creazione in ogni grandezza di scala con effetti proporzionati al grado o, potenza, di coscienza raggiunto dall’entità consapevole. La nube plasmatica polarizzata è, a tutti gli effetti, una entità cosciente intelligente in grado di compiere a sua volta, una sintesi o collasso d’onda (ciò spiega la miriade di galassie in formazione autonoma, dato il "VIA" iniziale del Creatore.
Nell’essere umano la chiamiamo scelta, mentre nelle entità creatrici superiori, è la creazione stessa che diventa materia e, quindi forma, dapprima prototipica e poi multiforme, secondo l’intreccio di principi che agiscono nel Fiore della vita o nella progressione geometrica delle possibilità del sistema settenario (le due progressioni della vita, quella ad ottave cioè settenaria, e quella aurea, cioè a progressione di Fibonacci, che è la progressione o espansione della curva coscienziale e delle forme da essa derivate).
In questo modo sono prodotte le cellule staminali che sono tali poiché frutto della sintesi delle 49 e 64 possibilità (principi archetipici) del campo unificato creativo. Ciascuna di esse ha in sé le qualità creative che all’occorrenza, possono differenziarsi secondo le funzioni e caratteristiche sistemiche vitali.
Riassumendo:
Dalla polarizzazione duale del campo plasmatico creativo e sua sintesi centripeta (compressione, focalizzazione, implosione) si ottiene il collasso d’onda o forma principiante materiale (alcuni la chiamano ritorno al punto zero o origine della vita) ma è sempre quel processo intelligente del Cuore cosmico (Cuore centrale spirituale) che sintetizza gli opposti (il centro o buco bianco/nero del toroide coscienziale). Ciò avviene in tutte le grandezze di scala: dall’Universo all’uomo. In passato si poteva raggiungere questo stato creativo solo con l’introspezione o la meditazione; oggi alcuna scienza, o meglio, alcuni scienziati illuminati, hanno compreso la dinamica creativa e la propongono in ausilio alle tecniche di introspezione, anche per riequilibrare il corpo fisico. Un esempio fra tutti: i cosiddetti Med bed che altro non sono che apparati di riequilibrio cellulare aventi la funzione di risvegliare nelle cellule dormienti, la struttura settenaria (49) e potenziale (64) della funzione originale della vita.
L’uomo è un essere dotato di intelligenza auto-cosciente. Si immerge nella vita con tutto il retaggio divino per esperirlo entro le forme materiali ed avere contezza della creazione. Inizia questo viaggio come scintilla di luce o Monade che si distacca dal grande Fuoco unificante e sprofonda nelle dimensioni sempre più dense della materia. Nel buio della sostanza impara attraverso il dolore, che è l’unico modo per fare esperienza, almeno iniziale, della durezza e concretezza fisica.
Dunque, noi essere umani soffriamo per risalire la china dell’esistenza dopo essere sprofondati nel baratro della manifestazione. Ritornare a "riveder le stelle", è il nostro compito evolutivo; quelle stesse stelle del cielo notturno a immagine e ricordo delle miriadi di scintille coscienti in viaggio.
Nel corso dei millenni l’umanità ha sperimentato varie vie e procedure per guarire dalla sofferenza, ma, ce n’è una in particolare che è stata scoperta e percorsa da un uomo: Asclepio. Diciamo subito che Asclepio o Esculapio, in latino, è stato il fondatore della medicina. Con la sua verga, da non confondersi con il Caduceo di mercuriale memoria, assestava un colpo nel terreno della malattia, facendo sgorgare la fonte di salvezza.
Egli utilizzava l’intelligenza umana nel più alto strumento a nostra disposizione: la parola. Ebbene sì, la parola di potere frutto del pensiero creativo. Approfondendo il concetto, troviamo la base della magia creativa fatta di intenzione focalizzata, di proiezioni nel piano fisico mediante immaginazione e, di un’alto elemento magico che è il racconto ritualizzato; ossia: la drammatizzazione.
Queste componenti sono la chiave della magia di guarigione adottata da Asclepio, il fondatore non solo della medicina, ma anche della odierna terapia psicosomatica o psicodrammatica. Ebbene sì. Il caro Esculapio è stato il precursore della drammaturgia come strumento di guarigione. Tutte le moderne pratiche, dallo psicodramma alle costellazioni famigliari, derivano dalla sua procedura di guarigione.
A ben vedere, egli stesso aveva compreso quale fosse il potere della suggestione immaginativa espressa con parole e rituali di rappresentazione della caducità umana, ovvero, della messa in scena del dolore come personaggio del dramma. Il teatro o, meglio, la tragedia greca, ha queste origini ed anche la funzione catartica di sublimare il dolore, nelle molteplici sfaccettature umane, fino farne emergere l'essenza redentrice.
La parola e il gesto, diventano, in Esculapio, causa ed effetto fusi insieme, a sintesi e unificazione del punto d’origine. Le cerimonie rituali nel tempio circolare di Asclepio, situato nel sottosuolo non a caso, poiché metafora del percorso emersivo-conoscitivo nei meandri del subconscio, sono la rappresentazione pantomimica della sofferenza assunta a dramma della vita. Ciascun personaggio porta un elemento alla narrazione, finché tutte le parti in gioco, componenti del dramma, non siano rappresentate, esperite e sublimate. Il racconto è sia il messaggero che il guaritore. È la forza della parola fatta gesto o divenuta carne per porre il sigillo della creazione: non più fallace, bensì redentrice. Pensiamo ai riti sciamanici; alla danze propiziatrici svolte in gruppo da tutti i componenti di una tribù. Quale compito avevano se non quello di creare benessere e guarigione? Pensiamo alle messe carismatiche e alle cerimonie mistiche o laiche degli odierni gruppi di crescita.
Da sempre, la parola di potere, sia essa formula magica o sentenza regolatrice, ha il compito di forgiare la materia e, dunque, la forma degradata che da essa proviene: il dolore. Quel dolore è guarito con l’atto sacro che pone il guaritore, il malato e il dolore in un triangolo rituale di salvazione. I mantra delle cerimonie iniziatiche hanno avuto questo scopo, quali comandi del potere trasformativo.
Questo faceva il grande Asclepio, questo fanno i drammaturghi ed autori di ogni epoca. Questo fanno i terapeuti più illuminati, riscoprendo ad una voluta superiore, l’arte e scienza antica del racconto o parola guaritrice.
Edoardo Conte
di Edoardo Conte
La sofferenza, cioè il dolore, è senza dubbio lo strumento di insegnamento più potente. Nessuno può negarlo, tuttavia, non è altrettanto chiaro come agisca sulla persona. È altresì vero che la causa del dolore sia l’amore imprigionato entro la nostra interiorità, affinché portiamo l’attenzione ad esso e, pian piano troviamo la via per liberarlo dal labirinto.
Innanzi tutto diciamo che il dolore supplisce all’ignoranza, nel senso che là dove c’è una ferita aperta, ci induce a scoprirne la causa o almeno a curarla secondo il nostro livello di conoscenza e, dunque, coscienza.
Esaminiamo la dinamica della sofferenza. Da che dipende? La coscienza soffre per una attività di uno o più dei propri Deva corporali, il Mentale, l’Emotivo, l’Eterico, oppure una combinazione dei tre.
Dal punto di vista dei Deva è una attività programmata e memorizzata; ma dalla prospettiva della coscienza quella attività viene colta come dolore. Perché. Perché la coscienza coglie l’attività come non conforme alla struttura vitale e, avendo in sé il codice di quella struttura, seppur celato, sente che non vi è sintonia tra il codice della vita e l’attività dei Deva.
A ben vedere, ci sarebbe la possibilità da parte della coscienza di non soffrire per la disparità di azione tra il Piano evolutivo e il comportamento devico. Sarebbe possibile, se la coscienza accettasse la “imperfezione” dei Deva. Si, proprio così; la causa del dolore è la non accoglienza della imperfezione devica. Se così fosse, la coscienza sarebbe in grado di cogliere all’istante il Principio perfetto, il cui degrado procura l’attività devica e, il proprio dolore. Sarebbe, quindi, capace di elevare il degrado alla frequenza dell’Archetipo principiante, vedendo e sentendo nel proprio corpo non lo squilibrio, bensì la forza risanante del Principio. Così come accade alle anime incarnate capaci di passare attraverso la “iniziazione” del martirio. Che cosa fa del martirio strumento immediato di liberazione? L’accoglienza da parte del martirizzato del dolore sublimato al Principio creativo. In quell’istante, avviene la totale accettazione della feroce sofferenza, che in realtà è la trasmutazione del dolore in amore, poiché viene colta per quello che è: il lato in ombra, a volte, nel buio pesto, del Disegno Divino. Il dolore scompare e lascia il posto alla catarsi; infatti, non vi è martire che non abbia raggiunto i lidi sovramundani dell’Amore.
Il punto è che non tutti dobbiamo passare sotto il giogo del martirio per liberarci dalla sofferenza; tuttavia, la dinamica è la stessa. Se fossimo capaci di elevare, all'istante, con un guizzo di visione animica, il significato di ciascun dolore al Principio sotteso, vedremmo con altro sguardo la sofferenza e la riconosceremmo come strumento di crescita. Questo è l'allenamento pratico da compiere per elevare i significati alla loro causa originante, affinché l'effetto sulla materia diventi sempre più conforme al Disegno evolutivo finalmente svelato.
di Edoardo Conte
Forme, e contenuti, apparenza e realtà, sono i termini contrapposti che rimbalzano nella mente e producono conflitto, confusione e dubbio. Occorre fare chiarezza, prima di tutto sulle intenzioni, poi sui significati che diamo alle intenzioni e infine verificare che gli effetti siano quelli rispondenti alle cause e ai significati.
Mettere ordine dentro di noi è la prima azione da compiere per non ritrovarci come tanti, a dover rinunciare al Sentiero iniziatico, perché delusi o sconfortati dai tanti ostacoli che lo punteggiano. Ostacoli che a ben vedere, ci siamo procurati noi stessi, proprio per i dubbi e la confusione interiori.
La Magia cerimoniale serve proprio a dissolvere gli ostacoli poiché concentra l’essere sul movente creativo, e quindi, non dà spazio a quei pesi o degradi su cui l’aspirante, invece, si “compiace” di stare. Una compiacenza che è figlia della paura, la paura di seguire il cuore.
Questo è il primo e vero ostacolo che l’aspirante pone dentro di sé. Non si fida ancora del cuore, per le molte, troppe ferite che ancora si fascia, nella speranza che guariscano da sole. No, non guariscono se non si curano con il coraggio di agire in prima persona, prendendosi la responsabilità della guarigione. Non ci sono Santi o Maestri, o guide superiori che, in Aquarius, possano intercedere per noi. Questa è la sacrosanta verità che colora l’era di Aquarius, appena iniziata, di una tinta violetta come la fiamma del Maestro R.
E, infatti, è proprio questo Maestro a dirigere l’orchestra del- l’Acquario, scandendo le note della rigenerazione e del rinnovamento epocale. Lui, che da Signore della Civiltà, predispone l’architettura orchestrale in modo che i violini del cuore sovrastino i tromboni della superbia e, con i loro richiami struggenti, risveglino le coscienze affinché si aprano all’amore. Dunque, la Magia cerimoniale è arte del cuore che illumina la mente e la predispone alla creazione in completa risonanza all’invito scoccato dalla freccia di Cupido, il Deva complice, che si presta al Signore della Civiltà, per mano del Cristo.
Mai, prima d’ora, si verificò una scelta tanto importante quanto azzardata, concedetemi il termine, da apparire nel cuore della Gerarchia spirituale come la rivoluzione acquariana. E di rivoluzione si tratta, poiché ribalta i concetti e le procedure di Pisces — la grande era appena finita — sulle cui indiscusse verità àncora il nuovo. E il nuovo consiste, in prima istanza, nel compiere la scelta, coraggiosa per l’Umanità, di non più affidarsi, con fare devoto, all’intercessione delle entità superiori. Prendere la responsabilità del proprio destino, è ora il comando che impera, attuando il patrimonio di esperienza acquisito e
procedere nell’espressione delle qualità cristiche.
Questo immenso atto di coscienza, che l’Umanità si appresta a compiere, è il preludio al ritorno del Cristo. Senza di ciò non vi sarebbero le circostanze adeguate e l’ambiente idoneo al suo tornare. Eppure, non di un ritorno si tratta, sebbene l’Umanità lo agogna per le tante traversie in qui è immersa, dato che il Cristo è ed è sempre stato con noi, su questo pianeta, seppur non concluse la sua missione, poiché, da stolti, lo mettemmo in croce.
Ora è il tempo di focalizzare il cuore e la mente, non più sulla croce, ma sulla resurrezione; che ci coinvolga in un afflato di coraggio rigenerativo e faccia di noi quel che già fummo: la mano creativa del Signore del mondo.
Lo fummo e lo smarrimmo in un lontano passato, il cui ricordo ci giunge dalla mitologia biblica della cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre o, in una lettura più esoterica, dalla antica guerra dei cieli in cui le forze della Luce finirono di prevalere, come sempre, sulle forze delle tenebre. Tremendo fu lo scontro, fatale per l’Umanità, ancorché necessario a salvarla, paradossalmente, dalla sua stessa insipienza. Fu, allora, un peccato d’orgoglio, se così si può definire l’espressione della genialità umana nei confronti della sapienza divina dei Signori della Fiamma, appellativo che trasmette subita- mente la
qualità di quella progenie divina che istruì, mal ripagata, la razza umana, ai tempi di Atlantide.
La Fiamma della mente; di una mente tanto vasta e sublime, da essere tutt’uno con il cuore del mondo, era la qualità di quei Signori, che scelsero di troncare il filo arcobaleno, o del legame connettivo, lungamente tessuto affinché gli uomini potessero crescere in creatività, ed eguagliarli, Loro, i maestri, nell’arte e scienza della creazione.
Questo fu il gesto di grande compassione, nel momento in cui la lotta infuriava e l’ombra della distruzione di Anime, e non di corpi, incombeva sulla nostra stirpe. Da quel giorno funesto per un verso, e salvifico per l’altro, — come sempre accade quando il paradosso scandisce la verità — con la fatica e il dolore abbiamo continuato il cammino, perdendo quell’arte magica della creazione che proietta la forza della mente partendo da un’immagine modello. Rimboccandoci le maniche, l’abbiamo, gioco forza, rimpiazzata con la tecnica del costruire, pezzo su pezzo, e assemblarne le parti per dar moto all’intero.
Abbiamo, quindi, perso la visione dell’unità creativa e, prigionieri della separatività, l’abbiamo ridotta in frantumi. Se guardiamo alla tecnologia che da allora abbiamo sviluppato, si riconosce quel Principio smarrito nell’affanno della ricerca scientifica che,
avendo perso la visione d’origine, ricuce i frammenti nell’analisi dei particolari, con la speranza di carpire il segreto dell’intero che è tutt’uno con l’Uno.
È tempo di ricostruire Lasciandoci il passato alle spalle, recuperando il tempo perduto, sentiamoci pronti a ripartire col piede giusto. Alla fine della linea ideale che congiunge la partenza all’arrivo o, in altri termini, collega l’intento al risultato, poniamo il modello a cui tendere ed evocare. Poniamolo bene in vista, affinché il nostro proposito impersonale lo colga in tutta la sua potenza e diriga l’impulso creativo, progettando le linee di forza della sua struttura.
La Magia cerimoniale ci guiderà, attraverso le sue intime procedure, riportando alla memoria quell’arte dimenticata. La fonderemo alle liturgie dell’odierna comunicazione, così unendo l’antico al nuovo, nella formula del 7° raggio: il raggio dell’Ordine divino. Impareremo a concentrare l’energia in un punto preciso del cervello e da li, focalizzarne la forza espressa, mediante un proposito univoco. Costruire la forma-pensiero con i “materiali” e le proporzioni idonee, al fine di proiettarla come un laser sullo schermo della creazione. Quindi, precipitarla attraverso il centro del Cuore, affinché si irradi per ogni dove nella rete unica che collega il cervello dell’Umanità. Come sinapsi neurale che unisce le proposizioni del Cielo alle vicende umane, la nostra creazione mentale, rivestita di sostanza cardiaca, produrrà un vortice pervasivo, viaggiando in lungo e in largo con moto
proprio. Essa aspirerà per affinità attrattiva tutte quelle vibrazioni degradate che ristagnano nel nostro quotidiano, elevandone la frequenza. Infine, quel ciclone benefico, concentrerà la sua forza salvifica risalendo negli strati sottili della sublimazione, in cui il Padre celeste accoglierà quelle forme redente a braccia aperte, come fece l’umano padre nei confronti del figliol prodigo.
Alla fine di questa complessa, ma coinvolgente prospettiva, possiamo affermare che la Magia cerimoniale sia la capacità del pensatore/osservatore, o del discepolo, di manipolare energia e sostanza secondo le linee di forza eterica, per produrre apparenza fenomenica nelle vicende del mondo.
di Edoardo Conte
Energia è da sempre un termine che suscita la Vita. La scienza ha cercato, nel tempo, di definirla, ma anche nei libri di testo odierni, la sua definizione è sfuggente sia alla Logica che alla Fisica.
Sappiamo, dalla scienza dello spirito, che l’Energia è il potenziale creativo da cui tutte le forme traggono movimento. Sappiamo che uno degli assiomi dell’ermetismo recita: “L’energia segue il pensiero” a significare che dove si porta l’attenzione delle mente lì si focalizza e condensa energia.
Con l’energia si crea e, dunque, si potrebbe dire che l’energia è l’idea stessa che diventa pensiero nel momento in cui il pensatore la proietta nel suo immaginario per concretizzarla in forma.
La scienza nel 700 ha chiamato l’energia cinetica “Vis viva” per diversificarla dalla “vis morta” che è l’energia statica. A ben vedere, la locuzione Vis viva, in latino significa forza viva e non energia. I latini lo sapevano bene che il mondo manifesto è fatto di forze. Vettori di forza che plasmano le miriadi di forme in apparenza.
La forza, dunque, scaturisce dall’energia e, col suo movimento vettoriale, indirizza la materia a plasmare forme. La scienza della Cimatica lo dimostra in modo inequivocabile. Ma, allora, perché la scienza si è ostinata, in epoca moderna, a chiamare energia ciò che è forza? La risposta sta nel materialismo vigente. Tutto è materia nella visione limitata della scienza; dunque, anche l'energia. Via via che si procedeva nella scoperta dei vari tipi di energia, dalla gravitazionale alla nucleare, la parola “forza” è scomparsa dalla terminologia scientifica, sostituita da energia. Eppure, sarebbe più corretto chiamare forze, tutte le forze in gioco nel mondo manifesto, da quella gravitazionale a quella nucleare. D’altro canto, si dice “forza di gravita” quella che la scienza chiama energia gravitazionale. Si ha l’impressione che la scienza abbia confuso ciò che è energia chiamandolo col nome del suo effetto che è la forza.
L’energia, infatti, non può essere né materia, né forza, ma le diventa nel momento in cui è trasformata nelle due. Se comprendessimo quello che la scienza del sottile ha da sempre affermato, non faremmo confusione. L’energia è, come detto sopra, idea principiante che si fa materia, o: “Il Verbo che si fa carne”.
Proprio così!
Da questo punto di vista, l’Energia ha un solo nome senza più appellativi. È l’energia potenziale immanifesta, che può essere trasformata in tutti i tipi di forza e poi… può essere riconvertita in potenziale, dato che l’energia si conserva, come ben dice il principio di conservazione dell’energia. L'Energia è, dunque, reversibile. Appare come forza manifesta e può ritornare invisibile e celata come potenziale creativo; insomma, può avere 2 volti come lo Spirito: essere il principio vitale e, al tempo stesso, essere celata entro la forma come animatrice propulsiva.
Da questo ragionamento possiamo arguire che l’Energia è illimitata poiché non è manifesta. Quando la trasformiamo in forza per applicarla ad esempio, spingendo una carriola, la forza dei nostri muscoli si consuma e, dobbiamo riposarci per avere di nuovo accesso al serbatoio infinito di energia. Oppure, dobbiamo mangiare cibo per ricaricarci di energia. Il cibo contiene i nutrimenti, cioè, l’informazione che serve alle nostre cellule per avere di nuovo accesso all’infinito potenziale energetico. Il circolo si compie e noi, ricaricati d’energia, siamo in grado di spingere di nuovo la carriola. È, dunque, l’informazione contenuta nel “codice energetico” che ci ridà la carica. Come dire che: “l’informazione è vettore del principio vitale”. Essa ci riconnette al Principio.
Ciò significa che:
L’Energia è il potenziale creativo inespresso, illimitato e sempre disponibile in ciascun centro. Tale potenziale è il potenziale psichico.
Tutte le forze scaturiscono dall’energia e possono essere riconvertite in energia.
Il pensiero è la prima conversione dell’energia psichica con cui sono plasmate le forme. Le forme sono forze in movimento. Infatti, non esistono forze statiche, poiché la materia è il movimento del pensiero o: il pensiero che muove.
Con il pensiero focalizzato in vettori di forza si costruiscono tutte le forme manifeste nei vari piani d’esistenza.
Dove risiede, dunque, l’energia?
Potremmo dire che è il centro stesso di ogni sistema; quel cuore che, per primo, batte nel feto e dà il ritmo alla vita. In ogni centro c’è energia, poiché in ogni centro c’è il principio stesso della vita: lo Spirito. Un’immagine che esprime bene il concetto è quella del ciclone. Al suo centro, nel cosiddetto occhio, nulla si muove. Tutto è fermo e calmo, poiché al centro sta il Principio-motore celato. Appena oltre il centro, però, appare la spirale ciclonica, ossia, la forza centrifuga o centripeta, secondo il verso del ciclone, che attrae o respinge, aspira o distrugge.
L’energia, in ultima sintesi, è il principio immanifesto della vita da cui la vita entro la forma sgorga, come naturale conseguenza o effetto! L’Energia universale è il centro dell’Universo che si specchia nella rete universale di punti focali: dalle galassie ai sistemi solari, all’uomo, nel centro del cuore. Tutti i centri sono uno e, dunque, l’energia è la rete di comunicazione sinergica immanifesta del Centro o, il Vuoto quantico spirituale, di tutti i centri che sono espressione e riflesso dell’Unico Centro.
di Edoardo Conte
Il percorso dal conflitto all’armonia che il 4° raggio ci indica è a dir poco affascinante. Come sia possibile passare dall’asprezza della contrapposizione all’intreccio di cuori e menti, ci sembra impossibile, tuttavia il 4° raggio ce lo insegna e lo mette in pratica attraverso la sua funzione.
Per comprenderlo appieno dobbiamo chiedere aiuto all’astrologia esoterica e, in special modo, alle costellazioni destinate dal Maestro D. K. detto il Tibetano, ad essere quelle gerarchiche; cioè i segni zodiacali “a capo” delle gerarchie creative.
Il segno che governa il 4° raggio è Scorpio con Marte suo reggitore planetario. Marte è dio della guerra e, quindi, ben si presta a “rappresentare” il conflitto. Le armi di Marte sappiamo essere forgiate dal dio Vulcano, il fabbro divino che ha in sé l’arte della forgiatura dei metalli e, in questo caso, del ferro con cui è fatta l’arma del dio Marte.
La costellazione di Scorpio, d’altra parte, ha il pungiglione come strumento di battaglia; quindi è anch’essa coerente alla funzione di portar conflitto. Ricordiamo la prova di Scorpio che il discepolo Eracle, l’Ercole nazionale, deve compiere per sconfiggere l’Idra. Eppure, già nella fatica di Ercole è racchiusa parte della soluzione. Infatti, l’eroe, dapprima, mozza le teste dell’Idra con la spada tagliente, poi, dato che le teste spuntano di nuovo, abbandona la spada e solleva il mostro dalle radici per sottrarlo al limo che lo vitalizza, così facendolo avvizzire e, infine, morire. Un altro segnale per la soluzione dell’enigma!
Non con la forza della spada ma con la forza dello Spirito si vince il male elevandolo alla Luce del Bene. Questo il messaggio contenuto nella metafora dell’ottava fatica di Ercole.
Ma torniamo alla spiegazione di come il conflitto possa trasformarsi in armonia mediante il 4° raggio e la costellazione gerarchica dello Scorpione. Armonia che, ricordiamolo, è la sublime arte musicale dell'intreccio di suoni che producono accordi. Come, dunque, il pungiglione di Scorpio possa risuonare con la melodia del creato?
Il pungiglione è fatto a punta come la spada di Ercole. La punta deve penetrare nella pelle per iniettare il veleno. La punta dello scorpione deve, quindi, essere forgiata ad arte. L’arte di Vulcano, abbiamo visto essere proprio la forgiatura del metallo. Ma, in che consiste la forgiatura? Nel dare forma e forza al metallo, in modo che sia adatto allo scopo. Lo scopo di una punta è penetrare. Per penetrare la scorza più dura deve essere temprata.
La tempera di un metallo è arte sublime, Essa consiste nel far assorbire acqua al metallo ma, lentamente, in modo che la struttura molecolare del metallo assimili la struttura molecolare dell’acqua. Sappiamo che l’acqua è H2O. 2 atomi di idrogeno e 1 di ossigeno. Idrogeno ed ossigeno sono due gas estremamente infiammabili; quindi, ben disposti a incendiare il conflitto, eppure, uniti insieme, danno vita alla molecola che tutto unisce. Solve et coagula è il motto dell’acqua, a significare che essa scioglie e rapprende, dispensa e protegge la vita, al tempo stesso. L’acqua è il grande catalizzatore; in essa è celata la memoria stessa delle creature viventi.
L’acqua, dunque, rafforza il metallo donandogli una durezza invincibile: la tempra. Tuttavia, la parola tempra o tempera ha in sé il significato di temperare. Sembra un ossimoro e, difatti, lo è, ma solo in apparenza. Tempra è sinonimo di durezza e forza, ma allo stesso tempo, contiene il significato di stemperare le forze. Temperatura e temperanza sono termini da essa derivati, poiché la temperatura è mescolanza di valori tra l'umido e il secco che va a determinare la misura del calore in un determinato punto del pianeta o corpo di una creatura; e la temperanza è virtù dell’uomo forte che trova, proprio avvalendosi della sua forza, il punto di mezzo o di incontro degli estremi.
Dalla tempra, tempera, temperanza si, arriva al temperamento che è qualità caratteriale di un essere umano, ma anche, termine che indica un particolare tono in musica. Con temperamento si intende un sistema convenzionale proposto per ridurre le differenze che risaltano fra gli intervalli principali delle note. Questa la definizione del temperamento in musica. È semplicemente fantastico. La durezza della punta di una lama pronta alla battaglia, si trasforma in uno strumento armonizzante le differenze sonore delle note musicali.
Ecco la magia! Ecco come il pungiglione di Scorpio diventa strumento di intonazione che penetra il corpo per iniettare non più veleno, ma, intreccio vitale. Ecco il perché della scelta illuminata di Scorpio a detentore gerarchico del 4° raggio di Armonia attraverso il conflitto. In Scorpio vi sono i due opposti che, secondo il suo grado di perfezione evolutiva, possono dare la morte o rigenerare la Vita.
di Edoardo Conte
Nel tentativo di sciogliere il proprio tema karmico, la personalità produce un degrado che potremmo definire compensativo, poiché è spesso complementare al vero degrado costituito dall’abbassamento in frequenza del Valore originale. È una sorta di protezione riparativa che, invece di alleggerire il karma, lo appesantisce di un ulteriore degrado per di più subdolo. Infatti, la personalità è convinta di sopperire al disagio; tuttavia, lo maschera con un altro degrado che deriva sempre dal primo.
Ci sono 7 temi karmici che possiamo considerare origine di tutti i disagi. Essi sono:
1 - La Perdita di direzione causata dal degrado dell'Archetipo o Valore di Volontà.
2 - La Esclusione dalla cerchia affettiva o solitudine causata dal degrado del Valore di Amore.
3 - La Scissione o separatezza causata dal degrado del Valore di Intelligenza.
4 - La Discordanza o stonatura nelle relazioni causata dal degrado del Valore di Armonia,
5 - La Svalutazione o disistima causata dal degrado del Valore di Conoscenza.
6 - Il Tradimento o abbandono causato dal degrado del Valore di Ideale.
7 - La Sregolatezza o instabilità causata dal degrado del Valore di Ordine.
A questi sette degradi karmici di base la personalità cerca di sopperire o compensare, innescando una serie di altri degradi che vanno a configurare tutti gli altri disagi nelle forme e sfumature possibili. Sono derivati dai sette fondamentali che a loro volta derivano dal degrado dei 7 Raggi. Quindi è la persona non allineata all'Anima che, per "proteggersi" cioè, per evitare il dolore, va a costruire una ridda di altri degradi complementari al primo, alcuni per eccesso ed altri per carenza, creando di fatto il proprio labirinto di sofferenza. È dunque di basilare importanza evidenziare il tema karmico per poter risalire al degrado di origine di tutti gli altri disagi che, in qualche modo sono suoi figli.
Facciamo un esempio. Il degrado di inadeguatezza è il lato in ombra del Valore di Competenza che è affiliato al Valore di Conoscenza. Anziché evocare il valore, la persona che non sa riconoscerne l’origine, riveste quel degrado con la maschera della competizione che è degrado per eccesso del valore di Conoscenza. Da competenza degradata a competizione. Il tutto per supplire alla incompetenza per cui si sente inadeguata. L'inadeguatezza è anch'essa un degrado compensativo ma per carenza energetica. Quindi, per ciascuna delle 7 note karmiche vi sono degradi compensativi per carenza o eccesso energetico. Il vero e solo degrado è quello della nota karmica, mentre tutti gli altri degradi che affliggono la persona sono, purtroppo, da essa stessa generati.
Occorre sapere che ogni degrado nei livelli sottili eterico, emotivo e mentale della personalità è una entità indipendente o sub-personalità come lo chiama la Psicosintesi di Roberto Assagioli. È, quindi, dotato di una forza sua propria. In termini esoterici è un Deva fatto di sostanza intelligente che si nutre di energia psichica per trasformarla in forza mentale, emotiva ed eterica. È con quel tipo di forza, dunque, che dà vita ad una attività specifica: il degrado.
Quella forza può avere direzione centripeta, ricettiva o centrifuga, espansiva, dato che agisce all'interno del campo magnetico dell’essere umano e, quindi, dare origine a degradi per difetto (forza centripeta) o per eccesso (forza centrifuga).
È da questo punto di vista energetico che dobbiamo imparare a trattare i degradi poiché non sono stati d'animo più o meno alterati, ma entità deviche che hanno una vita e modalità proprie.
La forma del mascheramento è di solito simile al valore d'origine ma lo storpia in un camuffamento che lo rende ancor più irriconoscibile. La competizione sembra sopperire alla mancanza di competenza e la persona ne è convinta tanto da diventare competitiva in tutte le sue manifestazioni, dimenticando che la competizione è disvalore della cooperazione. Ciò dipende dal fatto che ogni degrado ha il suo disagio complementare che, in qualche modo, riesce a mascherarlo ma non a trasformarlo nel Valore corrispondente. Questi sono gli “scherzi” della personalità che non agisce con lungimiranza, cercando la vera causa del degrado, bensì mettendoci sopra una “pezza” per cambiargli aspetto.
L’operazione è talmente subdola che la coscienza delle persona è convinta di stare lavorando allo scioglimento del disagio, mentre lo sta solo camuffando ulteriormente.
I principali degradi compensativi sono riferiti ai degradi dei 7 Archetipi in quest'ordine:
1° - Perdita elevazione Vittoria, degrado compensativo perfezionismo.
2° - Solitudine elevazione Partecipazione, degr. comp. egoismo, narcisismo.
3° - Separatezza elev. Unità, degr. comp. saccenteria, menefreghismo.
4° - Discordanza elev. Concordia, degr. comp. ridondanza.
5° - Disistima elev. Stima, degr. comp. esagerazione, sopravvalutazione.
6° - Abbandono elev. Perseguimento, degr. comp. fanatismo.
7° - Sregolatezza elev. Rigore, degr. comp. pignoleria.
Il giochetto è ovviamente scoperto dall'Anima che agisce da lente di ingrandimento e, se la persona si affida a Lei, mette a fuoco il trucco ed inizia a trasformare il vero disagio che è uno dei sette temi karmici. Non si può ingannare l’Anima ed è proprio dall’Anima che occorre partire per riconoscere la causa diretta del degrado, indi scioglierlo evocandone il valore.
Più la personalità è impegnata nel lavoro di portare alla luce la vera causa di ogni degrado e più procede sul cammino della liberazione non solo dal karma ma dalla imperfezione delle forme materiali. Allora non è più prigioniera nel labirinto del degrado compensativo e produce lo sforzo necessario a trasmutare ogni suo disagio riconoscendone la causa prima.
di Edoardo Conte
I sentimenti e le emozioni sono ricordi. Ebbene si! Tutto inizia con e dal pensiero che viene per così dire “immagazzinato” in un serbatoio che a volte chiamiamo “immaginario collettivo” o mondo delle idee fatte immagini. Ma il pensiero è la sostanza prima della creazione, quindi è l’Intelligenza stessa che diviene sostanza e sostanzia il mondo manifesto. Dunque il pensiero è la vibrazione e il Suono della creazione. L’onda che, avanzando, palesa le forme. E le immagini sono la memoria immagazzinata del pensiero.
Ma come il pensiero diventa ricordo e quindi sentimento?
Quando il pensiero, cioè Manas, si propaga come onda creatrice, man mano che si espande subisce una sorta di condensazione (come l'acqua che nella nube si condensa da vapore in pioggia) che lo fa mutare in una sostanza lattiginosa, ancorché sottile e lumimescente. È la sostanza che chiamiamo “astrale”, che altro non è che pensiero condensato a tal punto da divenire magnetico. Quel pensiero magnetico, poiché condensato in una forza attrattiva, porta in sé la memoria sotto forma di immagine. Sono le miriadi di immagini dell’immaginario collettivo registrate magneticamente nei “Registri akascici”. Sono i “ricordi” ancestrali: la memoria di tutta l’Umanità dai suoi albori ma anche la memoria delle umanità della galassia. Quindi, quando immaginiamo il nuovo, stiamo attingendo da immagini inesplorate nel nostro mondo che, tuttavia, possono appartenere alla memoria galattica collettiva. Così i visionari e inventori illuminati scoprono i segreti dell'Universo e svelano le verità celate.
Quindi, quando ricordiamo, ricordiamo un’immagine scolpita nell’immaginario astrale e quell’immagine se è talmente impressa nel profondo della memoria umana, diventa istinto che si palesa come emozione istintuale, dalla forza istantanea incontrollata dalla coscienza. Se, al contrario, è una immagine-ricordo che è memorizzata nella memoria mediana, meno profonda, allora può essere elaborata dalla mente e si palesa come sentimento. Il sentimento è, dunque, un pensiero che vibra nel nostro corpo emotivo stimolato dalla immagine subliminale del ricordo. Noi coscienze lo percepiamo come sensazione del cuore o della pancia, a secondo di dove affiora, ma è pur sempre l’immagine di un ricordo che, rivestito di sostanza astrale ci induce a sentire anziché pensare.
Questa è la meraviglia dell’essere umano che, forgia il pensiero in sentimenti ed emozioni, plasmando magicamente la sostanza intelligente della creazione, a sua somiglianza.
In ultima sintesi, noi umani siamo un concentrato della creazione in cui il pensiero creatore è trasformato, da noi stessi, in immagini che suscitano ricordi e si palesano in sentimenti. Ecco perché un ricordo ha spesso in sé un "non so che" di nostalgico. Ci rammenta ciò che noi siamo: figli delle stelle.
di Edoardo Conte
I pianeti del nostro sistema solare sono o sono stati la “casa” di Umanità. Anche se sembra un'affermazione difficile da dimostrare, tuttavia, basti pensare all'utilità che i pianeti hanno in ogni sistema solare: ospitare la vita e, con la vita, l’umanità che ci vive. Vi è una causa per cui i pianeti ospitano una ben determinata umanità all’interno del sistema solare che è un sistema di Vita. Ovviamente, per quanto le varie umanità sistemiche ed extra sistemiche siano basate sul cinque e quindi su testa, braccia e gambe, il loro livello evolutivo è diverso. Il nostro pianeta Terra è predisposto per il massimo livello della vita “animale” di cui noi, umanità terrestre, siamo la naturale evoluzione e, nella fattispecie, evoluzione di mammiferi. Seppur ad una voluta superiore, rispecchiamo tutte le funzioni animali, dal dover cibarci, al respirare attraverso polmoni, ecc.
Il sistema per sostenere la vita animale è fatto di vegetali e minerali. Noi umani abbiamo sviluppato la mente ma, pur sempre al massimo livello consentito alla vita animale del sistema solare.
Se osserviamo l’universo e i sistemi stellari, da questo punto di vista, possiamo comprendere come vi possano essere altri sistemi o altri pianeti nello stesso sistema che siano adibiti a strutture viventi ed evoluzioni di umanità superiori alla nostra e, quindi, pianeti che si presentano con altre caratteristiche vitali, come Marte, Venere o Saturno.
Se pensiamo per un attimo agli esseri mitologici come i Nephilim (Anunnachi) o i giganti, che sono presenti nei testi sacri, compreso la Bibbia, comprendiamo come la loro evoluzione fosse superiore alla nostra e provenissero da pianeti o sistemi altri, in cui la vita si esprime a più alti livelli e qualità.
Dunque, ciascun pianeta è fatto per ospitare una certa umanità fino ad uno specifico stadio evolutivo e poi, una volta raggiunto quello stadio da una cospicua parte di esseri umani, quella umanità e pronta a cambiare pianeta. Come avvenga nessuno lo sa… ma avviene, magari in una successiva incarnazione, in cui ci si trova in un’altra dimensione planetaria con altre caratteristiche vitali. Perché no? In fin dei conti avrebbe una sua logica!
Proviamo a immedesimarci nella mente del Grande Architetto Universale e immaginare il suo progetto, per quanto possa la nostra mente limitata, anche se l’immaginazione, può superarne i limiti. Proviamo ad immaginare esseri che non abbiano più bisogno di cibarsi per vivere, che comunichino con la mente e non con le parole, che esprimino propositi e li attuino all’istante con la forza della proiezione (leggasi propulsione mentale) e sempre con quella forza, possano compiere viaggi siderali.
Provateci e poi, immaginate di entrare in contatto con loro attraverso il Cuore e, scoprire che il Cuore ha un suo linguaggio universale, comprensibile a tutte le umanità, per cui illumina la mente a sempre nuove comprensioni.
Questa è solo una riflessione per ampliare la nostra mente e sentire nel Cuore, il nostro centro di sintonia, l’appartenenza umana in tutta la vita sistemica e…universale.
di Edoardo Conte
Gli IMAGO-SONIC sono trattamenti vibrazionali condotti mediante clip visivo-acustiche adatte a promuovere la trasformazione di disagi esistenziali, elevandoli al loro Valore originale. Si basano sul fenomeno dell’entanglement della Fisica quantistica ed agiscono per empatia tra la mente e il cuore, cioè tra l’apparato visivo, collegato al cervello e quello auditivo collegato al centro energetico cardiaco.
La struttura con la quale sono costruiti è particolare, poiché è proprio l'architettura costruttiva che conferisce loro la forza di trasformazione. Ebbene, sono tutti creati con la medesima struttura di base. La sola differenza sta nella nota di riferimento e nel rispettivo accordo per gli IMAGO-SONIC composti da più simboli valoriali.
Vi è una struttura globale a cui segue una sotto-struttura interna a ciascuna clip visivo-acustica.
La prima sfida è stata quella di sincronizzare l’immagine al suono.
La luce, o meglio, la sua intensità, si propaga nello spazio con una progressione particolare, quella inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Ciò significa che la potenza della luce si dimezza raddoppiando la distanza. Dunque, l’intensità luminosa di un fotone segue la cosiddetta progressione geometrica o a potenza di 2 o a salti di ottava, come suol dirsi, seppur al contrario, infatti, dimezza anziché raddoppiare; tuttavia, segue il dimezzamento in modo progressivo, quindi la si può assimilare alla progressione geometrica invertita.
Se ora prendiamo in considerazione le note musicali e, in particolare la nota C, (DO) nella lingua musicale italiana, scopriamo che ha una caratteristica molto particolare: è l’unica delle 7 note che ha frequenza uguale alla progressione geometrica. Infatti, se regoliamo la frequenza del DO 1^ ottava a 64 Hz, vedremo che i rispettivi DO alla seconda, terza, quarta, fino alla settima ottava, saranno precisamente sintonizzati alla progressione geometrica: 64, 128, 256, 512, 1024, 2048, 4096 Hz.
Adottando, dunque, la progressione geometrica, si sincronizzano le immagini al suono. Tale sincronizzazione avviene accordando la nota A (il LA della 4^ ottava che è la nota accordatrice di tutti gli strumenti di una orchestra) alla frequenza di 430,5 Hz. È il tuning detto "accordatura scientifica" proprio per le caratteristiche suddette.
Eppure, vi è un’altra progressione nel basilare progredire della vita entro la forma. Oltre la progressione geometrica, che moltiplica l’ovo cellula trasformandolo in morula e poi blastula, vi è una seconda progressione che imprime bellezza alle forme. È la progressione aurea o anche detta “di Fibonacci” dal matematico pisano che la introdusse in Italia prendendola dagli arabi che, a loro volta, l’avevano presa dall’antica conoscenza dell'induismo, durante il dominio arabo sull’India. Ebbene, tale progressione magica avanza seguendo il numero aureo 1,618. È la proporzione da cui nasce il rettangolo aureo in cui è iscritto il Partenone e le infinite opere d’arte e architettoniche basate su tale numero. È la proporzione della Natura che imprime l’ordine al Regno vegetale e a quello minerale, dando proporzione e forma alla spirale della conchiglia del Nautilus, alle ramificazioni degli alberi o alla disposizione dei petali dei fiori; ma anche la stessa proporzione che compone il corpo degli esseri umani e degli animali. Insomma, è la serie numerica con cui le forme di tutti i Regni risplendono d'armonia.
Nell’IMAGO-SONIC la progressione aurea è alla base della sequenza di immagini. La clip è della durata di un minuto, 60 secondi, ripetuti 3 volte, per un totale di 3 minuti. Quindi l’1 e il 3, cioè l’Unità e la triade sono evocati. La sequenza delle singole clips, nella durata complessiva di 1 minuto, sono in progressione aurea come segue: la prima clip dura 21 secondi, la seconda 13”, la terza 8”, la quarta 5”, la quinta 3” la sesta 2”, la settima 1”, per sette volte, completando il minuto. 21, 13, 8, 5, 3, 2, 1, sono numeri della sequenza di Fibonacci.
La partitura sonora è composta partendo dalla nota di base di ciascun simbolo e, nel caso di valori a 2 o più simboli, è mantenuta la nota del simbolo base nei bassi (chiave di basso), mentre le note del secondo o degli altri simboli componenti il simbolo totale del valore, risuonano nei suoni alti (chiave di violino). Vi sono dei salti di ottava facilmente distinguibili. Il primo è un salto di ottava che risuona nella dualità, il secondo è un salto di due ottave che risuona nella triplicità. Anche nello spartito musicale ritorna l’Uno, il due e il Tre. Ma la struttura riserva altre peculiarità. Vi è a metà della clip, una pausa che corrisponde alla sequenza visiva dei 5 secondi. Dopo l’Uno, il due, il Tre, segue il cinque come numero dell’uomo, numero di mezzo: pausa mediatrice tra la prima parte fatta di salti di ottave e la seconda, in cui le note squillano affermando l'intero per ben 4 volte, tante sono le immagini del simbolo, che appare nella sua totalità, a un secondo di distanza le une dalle altre.
Si noti che la sequenza di Fibonacci è rispettata anche qui. 1, 2, 3, 5, sono I primi quattro numeri della sequenza aurea, che poi ritornano all’uno nella sequenza visiva. Infatti, dopo il 5, la sequenza dei secondi relativi al perdurare delle immagini torna a 3”, poi a 2” e infine a 1 secondo, riprodotto sette volte, intercalando il simbolo allo sfondo nero, per dare un effetto stroboscopico.
Riguardo agli strumenti musicali, vi è, non a caso, la scelta degli archi, dal contrabbasso al violino passando per violoncello e viola. Compare, quindi, l'organo di chiesa a sottolineare, in contrappunto, i salti di ottava dei violini. È una scelta basata sull'orecchio comune. Gli strumenti devono essere riconoscibili e familiari, affinché il fruitore si senta a proprio agio con suoni conosciuti. Nelle ultime battute tutti gli strumenti suonano all'unisono. Il contrabbasso e il violoncello, assieme all'organo ripetono la nota base riguardante l'ottava di valori, mentre i violini suonano la nota del secondo o degli altri simboli componenti il valore, nel caso di simboli formati dall'unione di due o più valori.
Un’ultima considerazione sulla struttura. L’IMAGO-SONIC è pensato per produrre un sussulto, una sorta di shock emotivo, senza il quale non vi può essere alcun cambiamento. È risaputo che i cambiamenti repentini sono dati da shock di vario genere. Serve una specie di folgorazione, come un fulmine a ciel sereno, affinché qualche cosa succeda nel nostro fisico e agisca fino in profondità nei reconditi meandri dell’inconscio.
In definitiva, la struttura ha una sua ragione d’essere e una sua validità sia numerica che proporzionale. Ha pure una suggestione visiva e auditiva. Questa dovrebbe essere la sua forza trasformativa, fatta di numeri, frequenze e proporzioni, in una forma di impatto emotivo. Occorrerà sperimentare gli IMAGO-SONIC per appurarne l’efficacia, al di la della loro struttura coerente alla vita.
Link alla playlist dei 7 IMAGO-SONIC di base.
Attenersi alle istruzioni d'uso contenute in ciascun IMAGO-SONIC.
di Edoardo Conte
Esistono, delle tante categorie in cui si possono incasellare gli esseri umani, due particolari che li contraddistinguono nelle relazioni con gli altri: i cosiddetti oratori o affabulatori, in una parola, gli incantatori, e coloro che argomentano, raccontano, descrivono situazioni o contattano il sublime, in una parola gli scrittori nella fattispecie dei romanzieri, saggisti e poeti.
Incantatori e scrittori delineano due modalità di approccio molto diverse, la prima conduce al convincimento degli altri, la seconda a scoprire la verità nascosta dentro di sé.
Alla prima categoria appartengono gli affabulatori e imbonitori che incantano le masse e le convincono ad “acquistare” il loro prodotto o la loro idea, come fece Hitler; alla seconda appartengono i pensatori che scrivono per chiarire se stessi, come fece Dostoevskij.
Chi incanta, al massimo, scrive le sue memorie, a testimonianza del carisma avuto; chi scrive lo fa per il bisogno interiore di portar fuori il tumulto di idee che lo tormentano dentro.
Due modi opposti di relazionarsi, l’uno col fuori, l’altro col dentro; eppure entrambi usando la "parola" come portatrice di forza. La forza persuasiva o la forza introspettiva?
L’incantatore è mosso dal desiderio di illudere se stesso ammaliando gli altri, e così, supplire al mancato riconoscimento di sé; lo scrittore è spinto, al contrario, dalla irrefrenabile forza a scoprire chi è nei confronti della vita, per trasmettere questa sua individuale scoperta all’ambiente circostante e, dunque, renderlo saturo della verità svelata. Nella scrittura è insita la ricerca della messa a fuoco. Come una lente che esplorando l’inconscio faccia emergere concetti e idee e li incastri tra loro per costruire edifici stabili, fatti di vetrate trasparenti alla luce.
Ebbene, abbiamo maggior bisogno di relazionarci col dentro per esprimerlo e sciogliere tutti i nodi che lo avvinghiano alle nostre viscere come un animale espiatorio; oppure relazionarci col fuori e convincere gli altri che la nostra visione del mondo è quella giusta e migliore?
A quale delle due categorie apparteniamo?
di Edoardo Conte
L’amore è il grande ordinatore, poiché ha la funzione primaria di riordinare il DNA di un individuo, attraverso la ricodificazione delle frequenze del suo codice genetico e cioè, di ciascuno dei 64 codoni costituenti la base del DNA.
Esistono 43 = 64 codoni possibili. 61 (la cui somma teosofica è = 7) di essi codificano gli amminoacidi, mentre i restanti tre (UAA, UAG, UGA) codificano segnali di stop (stabiliscono, cioè, a che punto deve interrompersi l'assemblamento della catena polipeptidica). In altri termini, l’AMORE è la funzione che dà il codice umano, e quindi, può restituire la totalità delle vibrazioni originali.
64 è la frequenza del DO ottava “1” in perfetta progressione geometrica (2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, 512, 1024, ecc…)
Il DO che è la nota della manifestazione fisica, è la nota dell’Ordine ottenuto quando il LA quarta ottava, cioè il LA della buddhità (la nota che accorda tutti gli strumenti, quindi anche quello umano) è sintonizzato a 432 Hz.
L’Amore, dunque, in estrema sintesi, è la capacità dell’essere umano di riordinare la sintonia del creato all’interno di sé.
Con la scienza dei campi elettro-magnetici l’umanità potrà sempre più elaborare le frequenze del codice genetico — che, in fin dei conti, è un codice musicale poiché fatto di frequenze — e affidarle alla tecnologia medica per guarire, in un nuovo senso, le stonature della “musicalità” umana.
Già esistono i “MedBed” (letti-medicali, composti da doppie bobine di Tesla) o la nascente tecnologia TAD (Terapia Algoritmica dialogica), fatta di algoritmi che ricostruiscono le frequenze del codice genetico, con le quali si determineranno campi magnetici ridondanti che, a mo' di accordatori, potranno intonare i corpi sottili e fisico dell’essere umano all’accordatura originale, ridonando alla coscienza un apparato sensibile di discernimento sintonizzato. La scienza ha questo compito: rendere palese la struttura armonica dell’uomo e renderne quindi possibile la sua stabilità armonica con i regni di natura e le sfere superiori d’esistenza. Siamo agli albori di una nuova scienza che vedrà Amore e scienza uniti nella risoluzione dell’imperfezione umana a reintegrare e guarire il rapporto tra l’umano e il Divino, affinché il Divino risplenda nei reconditi meandri della fisicità umana.
Abbiamo, tuttavia, una alternativa alla tecnologia, ed è quella che da sempre è stata indicata: la evoluzione della coscienza. Infatti la coscienza è colei che discrimina e quindi elabora il vissuto. Ebbene, la coscienza può sostituire la tecnologia, o meglio, avvalersene per escogitare soluzioni avanzate di armonica sincronizzazione che, nel tempo è stata denominata: Arte.
L’arte ci porta all’immagine e al suono e l’immagine più sintetica è data dal simbolo: una sintesi di immagine e suono. Si, il simbolo come forma frattalica di base a cui fare riferimento per ritrovare sintonia. Ma che cos’è un simbolo?
Il simbolo è una sorta di algoritmo che racchiude nella struttura grafica le “variabili di forza” e quindi le linee direttrici attraverso cui l’energia si propaga in vettore propulsivo e prende direzione. Ma nel simbolo è racchiuso il suono delle frequenze costituenti le geometrie di cui il simbolo è disegnato. Triangoli, linee rette, cerchi e poligoni stellari hanno ciascuno la propria frequenza per cui può essere espresso in suono. 7 le frequenze di base, come le note della scala tonica, che si intrecciano a formare frequenze o accordi frequenziali più complessi adatti ad elevare ogni stonatura dell'apparato umano. Ecco la sintesi finale del simbolo, strumento di sintonia imago-sonica della realtà. Simbolo come algoritmo; simbolo come fonema e struttura di un nuovo linguaggio terapeutico. Simboli e frequenze proiettati insieme come lettere subliminali dell'alfabeto universale di ogni entità vivente. La sperimentazione è solo all’inizio, tuttavia, la visione del percorso è tracciata. A noi trovare le soluzioni di continuità per riunire ciò che fu diviso e che l’AMORE nella sua espressione totale potrà riunire e fondere in modo indissolubile.
di Edoardo Conte
Siamo immersi nella cosiddetta realtà della vita di ogni giorno che non troviamo il tempo di porci una delle domande essenziali per l’esistenza: che cosa è la realtà?
Iniziamo ad affermare che non vi è una sola realtà ma tante realtà quanti i punti di vista delle persone. Eppure, non sono i punti di vista che determinano la visione della realtà soggettiva, bensì le diverse dimensioni in cui agiamo, anche nelle varie condizioni esistenziali di uno stesso giorno. Siamo nella dimensione mentale quando siamo assorti nei nostri pensieri, magari per risolvere un problema o per trovare nuove visioni nell’immaginario collettivo. Navighiamo nella dimensione astrale quando siamo presi da sentimenti struggenti oppure liberatori e pare che nel dolore o nella gioia non si percepisca nient’altro delle “dimensioni” parallele del vivere. Agiamo nella dimensione energetica quando siamo presi dal fare e nulla può distrarci. Pensiamo al lavoro manuale di un operaio, ma anche a quello intellettuale di un impiegato o un manager. In quei momenti si è così presi dal fare che ci si dimentica del resto, perfino delle necessità fisiologiche!
Dunque, viviamo in più dimensioni a volte contemporaneamente ma più spesso a compartimenti stagni, come se tra una dimensione e l’altra, ci fosse una barriera o un filtro da baipassare … ed è proprio così.
Non ce ne rendiamo conto ma la nostra vita è vissuta in un ambiente pluridimensionale i cui confini a volte sono labili e a volte impenetrabili. E di questa impenetrabilità vorrei parlare o cercare di portare l’attenzione di chi è immerso sistematicamente nelle mono-dimensioni e non si accorge della fluidità dimensionale d’esistenza; la chiamo esistenza e non vita, poiché l’esistenza è la totalità del vivere nelle molteplici dimensioni della vita.
C’è una dimensione la più impenetrabile, almeno finora, che riguarda da un lato la fisicità e dall’altro l’esseità; non trovo un’altro termine che possa descriverla; cioè la dimensione della coscienza tout court.
Ci sono vari gradi spuri di esseità. Il primo grado o stato d’essere è quello senza il corpo fisico. Lo conosciamo come stato di morte; eppure, in realtà, ossia, nella realtà multi dimensionale, l’essere continua ad essere. Quella che consideriamo morte è il passaggio nella dimensione incorporea dove, tuttavia, permangono i corpi sottili, cioè il corpo mentale, l’emotivo o senziente e il corpo eterico o vitale. Permangono per molto tempo, tranne che per il corpo eterico che, essendo il più prossimo al fisico, con il fenomeno della “restituzione” degli atomi fisici, poco dopo anch'esso viene dismesso. Ma la esseità cosciente è ancora lì, nella dimensione ultra terrena coi suoi pensieri, i ricordi, le visioni e gli stati d’animo.
Tanti nostri cosiddetti “defunti o trapassati” stanno vivendo la loro vita in quella dimensione e le tante percezioni sensitive ce lo dimostrano. Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto sentore di almeno un contatto con i trapassati; alcuni di noi sono ancora in quel contatto in una sorta di dialogo interiore tra coscienza e coscienza, per essere aiutati nei momenti difficili. I nostri cari trapassati vivono nella dimensione incorporea in cui noi, nella dimensione della fisicità, non abbiamo ancora imparato ad avere accesso, o a fare ritorno da quella dimensione, alla bisogna.
In questo panorama multidimensionale ce ne è per tutti i gusti. Eppure, che cosa ci impedisce di vivere in queste due dimensioni apparentemente così divise a compartimenti stagni? C’è un mistero ancora da svelare, di cui alcuni di noi incominciano a trovare degli indizi.
Proviamo per un attimo a liberarci della nostra dimensione fisica e spaziare nelle dimensioni incorporee come quella della mente. In realtà non ci abbiamo mai riflettuto, ma i pensieri ci possono trasportare all’istante in ogni dove e farci vedere panorami inaspettati. Quella dell’immaginazione è senz’altro la dimensione che ci consente di allargare il nostro orizzonte e vedere l’invisibile o sentire l’impalpabile. Alcune teorie ci dicono che il viaggio mentale o telepatico sia il modo in cui le varie umanità galattiche comunichino. A ben vedere, nulla di più pratico che viaggiare a velocità siderale con la mente e poi, una volta arrivati a destinazione, proiettare il "corpo" nella dimensione e fattezza appropriate all'ambiente circostante!
E se l’invisibile e impalpabile fosse solo un’altra dimensione percepibile con altri sensi o “sensi” più sottili?
Cosa c’è di più reale di un incubo o di un sogno onirico? Entrambi ci fanno sobbalzare al nostro risveglio, con la netta sensazione di aver vissuto l’esperienza nella nostra fisicità di veglia. Shakespeare diceva che siam fatti della stessa sostanza dei sogni, ed aveva ragione. Una sostanza a varie frequenze o vibrazioni che ci consente il salto nella multidimensionalità. Dobbiamo solo abituarci all’idea che la realtà non sia quella della mera fisicità. La nostra esseità vive in ognuna delle dimensioni in cui può fare esperienza sia con il corpo fisico che con i corpi più sottili, o addirittura solo nell'essenza dell'essere. Tutte le dimensioni sono reali e vivibili dalla coscienza che, a ben vedere, è la unica individuata unità d’essere che può vivere nelle realtà a diversa frequenza di sostanza.
Tornando alla esseità, nel momento in cui si libera anche dei cosiddetti corpi sottili come la mente, il corpo senziente e quello energetico o eterico, in che cosa consiste la sua vita? In quale delle tante dimensioni può muoversi?
Ebbene, la pura esseità è l’origine di tutto, quindi, torna all’origine nell’assoluto senza più dimensioni o… l’assoluto da cui le dimensioni della VITA irradiano come sfere concentriche di possibilità.
Noi siamo coscienze o esseità che esperiscono le possibilità passando di sfera in sfera, via via che impariamo ad utilizzare il passe-partout della Vita. Ampliamo il nostro sguardo sulla Realtà; riflettiamo su quale sia la realtà che ci permette di liberare la vitalità creativa. Più avanziamo nell’astrazione dei pensieri e più ci avviciniamo a cogliere la multidimensionalità, finché un bel giorno saremo in grado di vedere noi, il nostro riflesso e l'esperienza di noi col riflesso di noi, ossia, l'Osservatore, l'Osservato e l'Osservazione, in un sol uno.
di Edoardo Conte
Il dolore è amore imprigionato. Questa affermazione molto forte può essere addirittura sconcertante se non la si comprende nel suo significato profondo. Partiamo dall’inizio.
Quando nasciamo a nuova vita, cioè l’Anima è pronta ad incarnarsi, disegna il suo piano di incarnazione consultandosi con i Signori del Karma, affinché il tema karmico sia affrontato e possibilmente risolto. Quindi, nasce il nuovo individuo che porta con sé la nota karmica che ha, ovviamente, la funzione di sciogliere il karma individuale, sempre che lo si conosca, comprenda e, quindi, liberi.
Lo strumento più efficace per compiere questa missione di vita è il dolore. Si, proprio così. Essendo il dolore quella parte di Amore universale imprigionato entro la persona, si fa sentire dalla coscienza come una percezione di mancanza o carenza. Qualche cosa che manca alla persona. Ebbene, la mancanza di quell’amore è percepito dalla coscienza incarnata come DOLORE.
Ecco spiegata la sofferenza umana che, a questo punto, preme per essere avvertita e soprattutto riconosciuta.
Il dolore ha la grande funzione evolutiva di supplire all’ignoranza, che a sua volta, è la conseguenza di non conoscere la causa di quel dolore, nel senso che spinge la coscienza a chiedersi il perché della sofferenza.
Quando la coscienza inizia a interessarsi al proprio dolore, ebbene, inizia il percorso di guarigione o di liberazione dell’Amore imprigionato. Così, la conoscenza della causa karmica del dolore, sconfigge l’ignoranza e apre la via alla liberazione personale. La conoscenza profonda della nota di sofferenza rivela, via via, la “maschera” e i vari travestimenti, come difetti, vizi, complessi e ossessioni, per ripulire la persona da tutti i disagi che il dolore ha indossato per attirare l’attenzione della propria coscienza.
E più si scopre il vero volto del dolore e più quel dolore si svela come strumento di verità e, una volta calata la maschera della nota karmica, sarà più facile trasformare gli altri travestimenti con il solo utilizzo dei Principi o Valori che qualificano la Vita. Alla fine del percorso di conoscenza della sofferenza, la coscienza ha svelato il vero volto e sa, a quel punto, che il dolore è finalmente stato trasformato nello strumento d’Amore.
Per questo motivo la Conoscenza è detta rivelatrice dell’Amore; ed essendo l’Amore la causa prima della creazione, una volta riconosciuto nella sua pienezza, la coscienza è libera di amare e dunque: Creare. Non più maschere o travestimenti, non più dolore, niente più menzogne e la Verità trionfa. La paura di amare, spesso rifugio delle persone pavide, lascia il posto alla gioia dell’amore che defluisce dal centro del Cuore e irradia la sua potenza per ogni dove.
Questo processo di conoscenza è sintetizzato nel metodo ArchetHealing che attraverso il ricordo di un dolore personale lo affronta mediante una immagine che lo raffigura. Questa immagine scaturita dal disegno della persona che ha ricordato il suo primo episodio di sofferenza, diventa il volto del dolore che, per la prima volta viene svelato. Così il dolore personificato può essere conosciuto, ascoltato, ed infine compreso nella sua funzione evolutiva. Ma l'immagine di dolore è solo l'inizio del percorso di guarigione. Ad essa vengono rivolte 4 domande le cui risposte, frutto del contatto tra la persona e l'immagine, consentono alla persona stessa di individuare l'immagine di liberazione, cioè il vero volto dell'amore che vuole liberarsi. Cosi la procedura dona alla persona gli strumenti per conoscere, elaborare il proprio dolore ed anche trasmutarlo in insegnamento di vita con un rituale opportuno di scambio delle immagini, accompagnato da mantra che agiscono come comandi sui corpi sottili della persona.
di Edoardo Conte
Verità e realtà percepita sono due cose molto diverse. L’una è indipendente da fattori esterni, l’altra è totalmente dipendente dalla percezione soggettiva. Quante volte accade di avere una sensazione di calore superiore alla temperatura misurata? Specialmente nelle giornate afose d’estate quando il tasso di umidità è insopportabile e falsa la percezione della temperatura reale. Ebbene, questo esempio ci spiega come la percezione della realtà non sempre corrisponda alla verità. In Politica la realtà percepita è senza alcun dubbio più importante e condizionante della verità oggettiva. Non a caso i politici scaltri influenzano il consenso delle masse costruendo di proposito realtà illusorie come quelle di emergenze che, non giustificate dai numeri, sono comunque recepite come tali. Pensiamo all’emergenza “immigrati” falsamente costruita proponendo immagini emblematiche che catturano l’emotività della gente alterando la percezione effettiva del problema. Nel mondo dell'Economia la finanza più agguerrita condiziona le fluttuazioni in borsa con la forza dei "rumors" che altro non sono che voci illusorie messe in giro per suggestionare emotivamente i mercati proiettando nell'immaginario collettivo ombre di perdite catastrofiche o miraggi di guadagni esaltanti.
Nel film “Sesso & potere”, con Dustin Hoffman, venne magistralmente raccontata la messa in scena di una guerra fittizia confezionata negli studi cinematografici hollywoodiani per deviare l’attenzione da uno scandalo sessuale che coinvolgeva il presidente degli Stati Uniti in piena campagna elettorale. Nel film l’opinione pubblica credette a tutto ciò che vide diffuso dai mezzi di comunicazione poiché ciò che è visto in televisione e sui social è percepito come veritiero e verosimile a prescindere dalla verità! Questo è il potere dell’immaginario collettivo e dell’immaginazione che può essere utilizzato per illudere le masse o per liberarle. Le immagini sono la struttura portante della realtà. Esse costituiscono la concretezza del pensiero; il modello di riferimento più tangibile e lo strumento più efficace per portare il cambiamento. Dal punto di vista della fisica quantistica le immagini rappresentano il collasso dell’onda vibratoria in particella materica. Difatti, le immagini sono le forme scaturite dal suono creatore; o in altri termini, sono il suono che prende forma. La scienza della Cimatica lo ha dimostrato una volta per tutte. Per questo motivo dobbiamo imparare a gestire le immagini e utilizzarle per migliorare l’esistenza umana svelando la verità anziché condizionarla negativamente falsando la realtà dei fatti.
di Edoardo Conte
La cura attraverso l’evocazione dei Valori è quella più diretta che possiamo utilizzare, poiché collega il disagio, che è un effetto, alla causa che lo origina, che è il suo Principio o Archetipo valoriale. Facciamo un esempio di immediata comprensione.
Poniamo che il disagio (difetto, complesso, vizio, o stato d'animo negativo) sia come una automobile che ha subito un incidente e la carrozzeria è ammaccata su un fianco. Per aggiustarla andiamo dal carrozziere che ordinerà i pezzi originali da sostituire a quelli distorti o rotti. I pezzi originali sono stampati dal modello di fabbrica della carrozzeria per quel tipo di auto; cioè sono fatti in serie dal primo modello creato dal designer, che si chiama “Prototipo”. Il prototipo di quella carrozzeria per quel modello di auto serve a stampare tutte le carrozzerie e a fornire i pezzi di ricambio che sono uguali per tutte le auto di quel modello.
Così, se traslando l’esempio, lo portiamo agli stati d’animo umani, possiamo dire che quando un comportamento è degradato, cioè abbassato in frequenza rispetto al modello originale, ci procura sofferenza come quella parte di auto ammaccata. Per riportarlo al suo stato originale dobbiamo sapere quale è il modello o prototipo e sostituirlo con quello nuovo che è uguale al modello di fabbrica. In altri termini, il simbolo che raffigura la forma originale, cioè il prototipo o archetipo di quel valore, funge da modello evocativo per riportare lo stato d’animo, e il comportamento conseguente, al suo stato di perfezione di fabbrica. Questo significa che è rimesso in forma come la carrozzeria dell’auto a cui sono state cambiate le parti ammaccate.
Facciamo un esempio riguardo all'amorevolezza che è uno stato d'animo ad alta vibrazione capace di armonizzare qualsiasi situazione. Quando è degradata diventa sgarbatezza e scontrosità, spigolosa quanto un'auto ammaccata.
Il simbolo dell'Amorevolezza è il modello perfetto da sostituire a quello distorto. È composto dal cerchio blu dell'Amore, dal cerchio giallo dell'Armonia, dalla stella arancio della Conoscenza e al suo centro c'è il simbolo dell'accoglienza, a significare che essere amorevoli è atto del cuore a cui partecipa la mente nel donare la conoscenza necessaria a lenire e sostenere la sofferenza, in modo che l’armonia torni a regnare sovrana.
Ogni disagio, dunque, ha la sua causa e il suo modello di perfezione che attende di essere rimesso al suo posto per ridonarci salute e integrità. Tutti i simboli degli Archetipi hanno la funzione di elevare la frequenza vibratoria di tutte le ammaccature che ci affliggono.
di Edoardo Conte
La scienza esoterica pone le vicende umane in relazione a quelle cosmiche stabilendo una simmetria speculare per cui l'uomo, il microcosmo, è il riflesso del Cielo o Macrocosmo. L'Astrologia avvalora questa dipendenza svelandone aspetti e qualità per cui la sfera dei comportamenti e delle aspirazioni umane è strettamente influenzata dai moti e dalle relazioni planetarie. Ciò è facilmente individuabile mediante il proprio tema Natale e la conoscenza dei transiti dei pianeti attraverso le case astrologiche che ci riguardano. Eppure questa stretta relazione, che a volte è chiamata destino, non è l'unica e nemmeno la sola a tracciare il cammino evolutivo. Se è vero che gli astri punteggiano il nostro sentiero determinando le opportunità di crescita secondo trigoni, quadrature e sestili, è altrettanto vero che man mano espandiamo la coscienza, via via prendiamo possesso del nostro destino tracciando la rotta con le nostre mani.
Le stelle, infatti, ci guidano da lassù come fa il pastore conducendo le pecore ignare del domani; ma quando la scintilla divina diviene un fuoco ardente, e tutto l’essere è illuminato da quella fiamma, allora la luce irrompe nella mente e chiara diventa la meta; l’intuizione si fa strada e unisce la mente al Cuore. Così la visione del Piano Divino si fa nitida e il pellegrino diviene discepolo sul sentiero della verità. A quel punto il Cielo è portato in terra; il manto stellato diventa il tappeto d'erba punteggiato di margherite che il viandante, non più solo, può calpestare. È diventato egli stesso una stella che brilla di luce propria, uomo tra gli uomini, libero di tracciare il proprio cammino e di indicarlo agli altri per ritrovare la Casa da cui tutti partirono e alla quale tutti dobbiamo tornare. Allora e solo allora le Stelle potranno finalmente stare a guardare.
di Edoardo Conte
L'entanglement quantistico, o correlazione quantistica, è un fenomeno quantistico, non riducibile alla meccanica classica, per il quale, nella condizione, prevista dal principio di sovrapposizione della meccanica quantistica, in cui due o più sistemi fisici (tipicamente due particelle) rappresentano sottosistemi di un sistema più ampio, il cui stato quantico è rappresentato da una combinazione dei loro singoli stati, la misura di un osservabile di un sistema (sottosistema), determina simultaneamente anche il valore della stessa osservabile degli altri. Poiché lo stato di sovrapposizione quantistica è indipendente da una separazione spaziale di tali sistemi (sottosistemi), l'entanglement implica in modo controintuitivo la presenza tra essi di correlazioni a distanza e, di conseguenza, il carattere non locale della realtà fisica.
Così recita la definizione dell’Entanglement su Wikipedia ma che cosa significa in pratica nella comunicazione tra noi e gli altri? Significa che possiamo, ad esempio, inviare a distanza un pensiero o un sentimento che venga recepito da un’altra persona a noi collegata o ad un ambiente a noi familiare. Tuttavia, la condizione senza la quale la comunicazione non avviene, è che tra noi e l’altro o tra noi e l’ambiente, come è la Rete eterica planetaria, vi sia uno stato di legame empatico.
Si, senza empatia non avviene alcuna trasmissione… e del resto che cosa è e fa l’empatia?
Sintonizza l’emittente al ricevente come, per altro, avviene in qualunque trasmissione nell'etere come via radio o televisione, o anche mediante il telefono. Se il ricevente attraverso il proprio apparecchio di ricezione (radio, TV o smartphone) non è sintonizzato sulla stessa frequenza di trasmissione dell’emittente che emana il segnale (canale radio, TV o numero telefonico), non riceverà alcuna comunicazione, sia essa un messaggio, una immagine o una canzone.
Questa è la Legge della trasmissione e ricezione, o se volete, della comunicazione ma anche la stessa legge che governa le transazioni; cioè quella della domanda e dell’offerta. I due devono essere collegati fin dall’inizio, come avviene nell’esperimento dell’Entanglement, in cui i due elettroni sono il risultato della scissione di un elettrone, ossia, sono una unica entità che viene moltiplicata in due entità identiche. Tali resteranno anche se separate da migliaia di chilometri, come avviene per i gemelli omozigoti che “si sentono” a distanza ed hanno la stessa percezione allo stesso momento. I due elettroni sono uniti dalla rete o campo unificato che è la rete invisibile che sostiene e tiene insieme tutte le galassie e i sistemi stellari dell'Universo. Al cambio di direzione dello spin (direzione della rotazione) di uno dei due elettroni, avviene istantaneamente il cambio di spin dell'altro.
Se trasliamo la definizione e il risultato dell'Entanglement al genere umano, vediamo come ciascuno di noi sia uno anche se riprodotto in miliardi di esemplari o unità di coscienza del tutto differenti. Uno nell'essenza spirituale; uno nella costituzione animica e fisica (siamo fatti tutti allo stesso modo con una testa 2 braccia e 2 gambe).
Dunque, i due o i molti, in realtà sono uno, e quella unità essenziale, quando riconosciuta dal Cuore, consente che la comunicazione tra i due sia istantanea e, al sentire dell’uno, corrisponda il sentire sintonico dell’altro. Questa è la magia della sintonia che può essere utilizzata anche nella guarigione a distanza, sempre che tra il guaritore e colui che riceve il flusso energetico di cura vi sia un'empatia forte che ne garantisca l’unione.
È risaputo come una madre possa avvertire lo stato in cui si trova il figlio se tra i due vi sia un forte legame affettivo. La madre sente che il figlio è in pericolo poiché quel legame d’amore funge da trasmettitore istantaneo di comunicazione. La comunicazione del cuore che non mente!
di Edoardo Conte
Se qualcuno ci chiedesse perché stiamo male, nella maggior parte dei casi risponderemmo che soffriamo a causa delle persone che ci stanno vicino.
Ci preoccupiamo dei nostri figli; ci arrabbiamo perché quello o quell’altro ci fa innervosire, per come la pensa o per quello che dice e che fa. Cadiamo in depressione o siamo presi dai sensi di colpa perché siamo convinti che gli altri ci vogliano male o non ci considerino per ciò che valiamo... e l’elenco potrebbe non finire mai. In nessun caso siamo pronti a confessare che stiamo male perché abbiamo comportamenti che ci fanno soffrire. Se ci preoccupiamo… siamo noi a preoccuparci. Non ce lo chiede nessuno! Se ci arrabbiamo… siamo noi ad arrabbiarci senza che qualcun altro lo voglia. Siamo sempre noi che agiamo in un modo o in un altro secondo il senso o significato che diamo agli stimoli che riceviamo. Quando ci rendiamo conto che gli altri non sono responsabili delle nostre azioni, dei nostri sentimenti e dei pensieri, allora siamo pronti a intraprendere il cambiamento necessario a sconfiggere il dolore. I comportamenti che ci affliggono, secondo il carattere che ci ritroviamo, non sono altro che attività. L’innervosirsi è un’attività comportamentale del nostro corpo Emotivo. Non ha importanza quale sia la motivazione che attiva l’arrabbiatura. Essa è un’attività automatica come qualsiasi altra, acquisita, nella maggior parte dei casi, per un trauma emotivo ripetuto finché assunto a modello da imitare: un comportamento del tutto simile a quelli recepiti all’interno dell’ambiente famigliare. Il saperne la causa non ci aiuta, tuttavia, a modificare gli effetti; quindi, dobbiamo agire con un metodo che cambi quel modello. Abbiamo attività automatiche che riguardano ciascuno dei nostri corpi; ad esempio, il gesticolare è una attività automatica del nostro corpo Fisico che accompagna l’enunciare pensieri e l’esprimere emozioni. Così come un’emozione, bella o brutta che sia, è una attività del corpo Emotivo o senziente. Non importa da chi l’abbiamo presa; ciò che è importante è sapere che possiamo cambiarla se lo vogliamo.
Tutti i nostri comportamenti negativi ci fanno soffrire; per cui, cambiando un comportamento o attività dolorosa, porremo fine alla sofferenza in uno specifico aspetto della nostra personalità. Per cambiare un’attività che è una reazione automatica, ci serve un modello di riferimento diverso da quello che ci fa soffrire; così come è necessario un nuovo modello per sconfiggere la dipendenza dalla droga.
Un drogato che voglia disintossicarsi e uscire dal circolo vizioso in cui si trova, deve cambiare aria e lo fa entrando in una comunità di recupero. In altri termini, deve essere tolto dal contesto negativo ed essere introdotto in un ambiente positivo. La vita in comunità cambierà i modelli di riferimento a cui è legato, in quanto gli proporrà un nuovo paradigma. L’accoglienza dei partecipanti, il cambio di stile di vita, di orari e di mansioni, farà sì che il paziente riceva altri stimoli ed esempi a cui, gradualmente, il corpo si adatterà. Lo stesso accadrà alla persona dipendente dai propri comportamenti automatici. Cambiando i modelli di riferimento cambieranno i comportamenti, poiché il sistema di apprendimento dei nostri corpi, soprattutto di quello Emotivo, è per imitazione. Ponendosi in una disciplina che imita ed emula un comportamento virtuoso, la coscienza darà al proprio corpo Emotivo un nuovo modello, una nuova attività e una nuova immagine da copiare; fino a che abbandonerà definitivamente il comportamento doloroso. Non c’è modo più efficace di cambiare in meglio se non quello di seguire modelli migliori di quelli che abbiamo finora adottato. Questo è il segreto del cambiamento!
di Edoardo Conte
Sappiamo in molti la funzione di Kundalini, il fuoco vitale che arrotolato alla base della colonna vertebrale nel chakra Radice o Muladhara, via via che avanza la coscienza umana, risale verso la testa acciambellandosi, alla fine della sua corsa, attorno al chakra alla sommità del capo o Sahasrara. Questo il percorso, ma a che serve realmente la sua ascesa?
Ebbene, per rispondere a questa domanda, occorre sapere che i 7 chakra ossia i centri maggiori attraverso cui l’energia vitale “nutre” il corpo eterico, sono in una relazione duale, cioè, sono accoppiati a due a due, secondo questa disposizione:
Il chakra Sahasrara con Muladhara; Vishudda o chakra della Gola, con Svadhistana o del Sacro e Anahata o chakra del Cuore, con Manipura o del Solare.
Sappiamo anche che i chakra al di sopra del diaframma sono quelli prettamente umani, mentre quelli al di sotto sono i chakra animali o quelli che trattengono l’energia più istintiva, se così possiamo dire.
Il chakra Ajna o Intercigliare, posto al centro della fronte tra i due occhi, ha la funzione coordinatrice, in quanto è la sede principale della coscienza; e quindi ad esso spetta allineare i chakra affinché svolgano il proprio compito.
Detto questo, vediamo come le coppie dei centri energetici compiono le relative funzioni.
Prima di tutto dobbiamo comprendere che l’energia vitale proveniente dal sole e detta prana, Ki, Chi o quintessenza, secondo la cultura del tempo e dei popoli, viene catturata dai centri eterici passando dapprima in quelli superiori umani e poi in quelli inferiori o di derivazione animale. Per la scarsa predisposizione iniziale dei centri superiori a trattenerla, l’energia si accumula nei centri inferiori, alimentandoli e spesso sovra alimentandoli, così procurando all’organismo dei veri e propri ingorghi energetici.
La funzione del chakra alla sommità della testa e alla base della colonna, il primo governato dal 1° raggio di Volontà e il secondo governato dal 4° raggio di Armonia, è quella di regolare l’afflusso dell’energia primaria che è quella della Vita stessa. L’informazione del Proposito divino che dal “Padre” (il creatore) si manifesta nel “figlio” (il co-creatore). In Sahasrara è poco trattenuta fino a che l’essere umano non allinei la sua piccola volontà alla Volontà del Piano evolutivo, e dunque, viene per lo più trattenuta, nell’uomo di media elevatura, nel chakra Muladhara dove alimenta la volontà di sopravvivere, dando forza al primo istinto. Il 4° raggio di armonia attraverso il conflitto, ben svolge il suo governo, portando l’uomo ancora animale a cercare il possesso con la supremazia di genere, ma anche di potere sui suoi simili. I conflitti del mondo derivano da questo flusso energetico non trattenuto nel chakra superiore, in cui instillerebbe la visione del Piano e la lungimiranza di chi sente la responsabilità di agire per il bene dell’Umanità. Ecco spiegata la funzione del 4° raggio di Armonia, una funzione ancora lontana dall’essere espressa, ma pur sempre alla radice dell’essere umano, ancora racchiusa in quel “seme” che dovrà germogliare a tempo debito: il seme della Concordia che è il potere più sublime datoci dal Creatore.
La funzione della seconda coppia di centri è quella della Creatività. Essa è svolta dal chakra Vishudda della Gola, governato dal 3° raggio di Intelligenza e da Svadhistana del Sacro, governato dal 7° raggio di Ordine. Anche per questa coppia vale il discorso fatto prima. Va da sé che Svadhistana fa la parte da padrone e trattiene la maggior parte dell’energia vitale che trasforma in forza creatrice. Ben lo sappiamo, poiché la “libido” è proprio della forza ormonica che alimenta la voglia o, ancor di più, il desiderio di procreare, assieme al piacere orgasmico che è l’effetto di quel desiderio sul corpo fisico. Ma qual’è l’effetto analogo derivante dal giusto accumulo di quell’energia nel chakra Vishudda?
Ebbene, l’orgasmo creativo superiore consiste nell’ispirazione. L’essere umano ispirato coglie, nell’attimo sublime, tutta la potenza della creazione e la realizza forgiandola con la sua arte immaginativa. La vede, progetta e precipita in forma. I tempi della creazione superiore sono quasi immediati, paragonati al tempo di gestazione di una creatura in seno alla madre. Non servono nove mesi, ma pochi attimi di focalizzazione per trasformare la visione ispirata in un progetto creativo. In quell’istante è il parto della forma. Non una forma in carne ed ossa, bensì la forma prima: la forma-pensiero. Essa è la vera creazione superiore a cui seguirà, se la visione è "attenta", l’effetto concreto di quel progetto.
Ci vorrebbe molto più tempo per sviluppare questo argomento, ma ci basti pensare a come è fatto il corpo di un uomo e di una donna e di come la testa con bocca, occhi, naso, orecchie e capelli, sia parimenti riassunta nella parte simmetrica dell’apparato riproduttore. A voi trovare le corrispondenze e similitudini.
La funzione della terza coppia di centri è quella dell’Amore. Essa è svolta dal chakra superiore Anahata o del Cuore, governato dal 2° raggio di Amore e da quello inferiore Manipura, o del Solare, governato dal 6° raggio di Ideale. Alla pari delle altre due coppie, l’energia è trattenuta maggiormente nel Solare, da cui la forza del desiderio che, pur tuttavia, è una manifestazione personale ed egoistica di amore. Ben lo sappiamo che quando desideriamo una persona o qualche cosa, è solo per noi.
Manipura è il grande accentratore della forza vitale entro la persona. Ha regnato indiscusso per eoni sulle razze e civiltà passate fino alla atlantidea; ma da quando la razza indo-europea (che comprende molte delle sottorazze oggi protagoniste, compreso la araba) è apparsa e sta progredendo, il Sacro sta, se pur lentissimamente, lasciando il suo potere al Cuore.
Il desiderio si sta, via via, trasformando in aspirazione. Lo vediamo negli individui che hanno aperto il cuore e manifestano una sincera Buona volontà. Lo si coglie nei più amorevoli che assieme all’altruismo alimentano la Volontà di Bene e aspirano alla fratellanza.
Quale è dunque, alla fine di questa comparazione, la funzione dell’energia Kundalini?
Essa ha il compito di unificare i vari fuochi energetici dei chakra sopra e sotto il diaframma.
Proprio così!
Kundalini nella sua ascesa fonde i centri inferiori con i rispettivi superiori, fino a rendere i centri prettamente umani, custodi viventi dell’energia vitale. Nel centro della Testa finalmente saranno fusi la Volontà spirituale e quella personale, dando vita ad una Volontà direttrice del progresso umano. Nel centro della Gola si fonderanno la forza creatrice della forma con quella del progetto e si avrà un salto quantico di qualità. Probabilmente si arriverà al compimento della creazione proiettando il pensiero focalizzato, sia per creare una forma utile al progresso umano, sia per dare alla luce una nuova creatura. Nel centro del Cuore si irradierà il vero Amore fatto di umanità e impersonalità.
Torneremo infine, con la Kundalini arrotolata nel chakra Sahasrara al compimento dell’essere umano e cioè all’essere umano/divino al tempo stesso, creatore e fautore del bene su questo pianeta, poiché avrà fuso il Cielo alla Terra.
di Edoardo Conte
Tutti noi sappiamo che l’attuale sistema di relazione conosciuto come sistema economico mondiale fonda sullo scambio di beni, mediante vendita, secondo la legge di Domanda e Offerta che altro non è che la trasposizione umana della Legge divina di Domanda e Risposta. “Chiedi e ti sarà dato” è il mantra che interpreta alla lettera tale legge.
L’Umanità ha perlopiù applicato questa legge in chiave consumistico-commerciale, riducendone così il significato, ed espletandola in una trilogia di lavoro, produzione e denaro, al fine di creare benessere. Al lavoro corrisponde una produzione di beni che consente, mediante il sistema di banche centrali, di ottenere una retribuzione in denaro per acquistare i beni prodotti dal lavoro. È un sistema a circolo chiuso in cui i fattori in gioco funzionano se vi è materia prima per produrre merci, forza lavoro per costruirle e denaro in mano ai lavoratori di vario livello per acquistare i prodotti finiti.
Questo è il sistema capitalistico che funziona se i tre fattori: materie prime, lavoratore e denaro, stanno “bene”. Che cosa significa stare bene riferito alle tre componenti del sistema? Significa che ci devono essere abbastanza materie prime per produrre abbastanza beni, per soddisfare almeno le esigenze primarie di vita dei lavoratori. Quest'ultimi, a loro volta, devono avere abbastanza soldi per comperare i beni di cui necessitano. Quindi, occorre che stia bene anche il sistema bancario e quello finanziario, per immettere sul mercato il denaro sufficiente a soddisfare tale richiesta. "Stare bene" significa che i tre fattori devono essere in equilibrio dinamico e, al calare di uno, devono compensare gli altri come in un sistema a vasi comunicanti. Ciò a cui assistiamo ai nostri tempi, in cui l’automatizzazione della produzione sta riducendo sempre più la necessità di forza lavoro, è, invece, il fatto che la crescente mancanza di occupazione produce la diminuzione del potere di acquisto (leggasi denaro) dei lavoratori per comperare i beni necessari alla loro vita. Questo è il maggiore problema del sistema che mette in crisi i delicati equilibri su cui fonda.
Guardando in prospettiva, ci renderemo subito conto che la progressiva automazione del lavoro con l’ausilio di robot, algoritmi e tecnologiche sempre più potenti, renderà sempre più ridotto l’impiego di braccia e menti umane che, contrariamente ai robot avranno comunque bisogno di nutrirsi, vestirsi ed avere un tetto sotto la testa. Ci sarà dunque, bisogno di stampare e distribuire denaro a intere popolazioni che altrimenti non potrebbero comperare le merci prodotte dai robot. Non avendo lavoro la gente dovrà essere fornita di soldi in modo gratuito, pena la fine del sistema di scambio e della vita umana su questo pianeta.
Il Reddito di cittadinanza e altre forme gratuite di distribuzione centrale del denaro diverranno indispensabili; a meno ché non si giunga alla conclusione che in un sistema ad un passo dal collasso, si possa sostituire il denaro con altro strumento di scambio che, non potendo essere il baratto, troppo complicato in un mondo sempre più veloce, potrebbe essere il dono. Questa sarebbe la naturale trasformazione dell’energia cristallizzata che prende il nome di: soldi. Dal denaro… al dono.
Non ci saranno altre soluzioni possibili a meno di mutare geneticamente l’essere umano privandolo dell’apparato digerente ma anche di quello senziente; poiché la fame del desiderio è tanto reale quanto quella di uno stomaco vuoto. Ciò sarà più difficile che stampare soldi dal nulla o passare all’economia del dono. In fin dei conti, il sistema economico di scambio potrebbe diventare, per necessità di esistere, il sistema della solidarietà; e, scambiando beni, donarci anche un po’ di bene.
Incominciamo a pensarci ora se non vogliamo essere presi in contropiede dall’evoluzione che, a detta di tutti… è inarrestabile!
di Edoardo Conte
Il Mago e la magia sono il primo l’artefice e il secondo il mezzo con cui l’osservatore distaccato compie l'opera costruttiva.
Ho scritto: “l’osservatore distaccato”, poiché non si compie magia bianca, cioè la trasformazione delle forme materiali, senza un proposito distaccato. Tale proposito, per essere distaccato, dovrà indirizzare la magia per il più vasto Bene, non essendo il vero mago interessato al proprio bene personale (ciò che il mago nero invece è).
Detto questo, occorre al Mago uno strumento che sia il prolungamento proiettivo del suo operare, nel senso che gli permetta di proiettare la potenza magica del volere in una direzione ed una sola. Da qui si comprende come l’arte magica sia la scienza della proiezione focalizzata.
Ebbene, tale strumento è la cosiddetta “Bacchetta magica”!
Da sempre il Mago o colui che ha la responsabilità acquisita di guidare verso esperienze evolutive, è equipaggiato di uno strumento non solo simbolico ma, per l’appunto, proiettivo del volere superiore: Il bastone o verga. Sia il Vincastro del cardinale o lo scettro del re, ha da sempre, la Verga, avuto la funzione di ribadire e indirizzare, battuta a terra, il volere superiore che discende dal Cielo sull’Umanità.
Il botto del bastone che tocca con forza il terreno, per mano dell’uomo (co-creatore e mediatore divino), simboleggia il rumore del tuono o il rombo del fulmine (verga) scagliato dalle mani di Giove. Quel botto scandisce la volontà e imprime la direzione, affinché la forma sia trasmutata secondo il proposito.
Al nostro tempo abbiamo varie figure che si servono della mazza cerimoniale per dirigere l’attenzione verso una meta; ma di tutte, una è ancora la più diffusa: il direttore d’orchestra. Come il Mago, il direttore usa la bacchetta per scandire il ritmo della musica ma anche, interpretare con i diversi gesti, le sfumature, la potenza o la freschezza della sonorità espressa.
Il direttore d’orchestra ci insegna come usare la bacchetta, con fermezza ma, al tempo stesso, prudenza e sensibilità. Una oscillazione di troppo potrebbe mandare fuori ritmo l’orchestra e far stonare la melodia. Così il novello mago deve usare la bacchetta con l’occhio della mente e per mano del Cuore.
In mancanza della bacchetta possiamo noi, maghi bianchi in erba, usare il dito indice, come fa il bimbo che ancora prima di saper parlare, sa, da subito, allungare il braccino e il dito indice per indicare il suo volere o una necessità impellente. Quel dito è la sua bacchetta magica per attirare l’attenzione e ottenere ciò che desidera. Il suono è, di solito, un’esclamazione perentoria, un “hé” in cui è sintetizzato il potere creativo dell’essere umano.
Facciamo che quel ”HÈ” che è l’equivalente del “SIA” agisca sulle forme nel modo più benefico possibile.
di Edoardo Conte
La mente è la funzione che ci distingue dagli animali ed è tutt’ora la nostra principale meta evolutiva. Questa affermazione si trova nei testi di ogni branca esoterica dalla Teosofia alla Antroposofia, passando per i Rosacroce, e così via.
Possiamo dire, senza ombra di smentita, che ogni architettura progettuale dell’essere umano è una struttura mentale, in cui i sentimenti del progettista, elaborati durante la “visione” del progetto, giocano il ruolo di magnetizzare l’architettura stessa, affinché chi la riceva ne sia attratto.
Quello che fa la differenza è la sintonia tra il Cuore, cioè l’apparato di sincronia con la Vita, e la mente, l’apparato di visione e costruzione progettuale. Va da sé che, se la mente è sintonizzata al Cuore, creerà architetture di una bellezza sublime, in perfetta coerenza alla creazione.
Per anni si è detto che essere mentali era un ostacolo alla crescita dell’individuo; ebbene è ora di sfatare questa credenza e portare chiarezza. Essere mentali significa nello specifico, usare solo la mente concreta, quella razionale, scollegata dal Cuore. Questo sì che è un grande problema non solo per l’individuo ma per l’intera Umanità… e ne vediamo le conseguenze nella perversa corsa agli armamenti che fomentano guerre. O negli individui che agiscono solo per il loro bene e il proprio tornaconto. Tuttavia, quando la mente è in sintonia col Cuore, il centro vitale, accordatore della creazione, allora svolge con estrema precisione la sua funzione di creare architetture mentali atte a concretizzare, poi, le azioni creative degli uomini.
Va detto che la mente non costruisce forme; bensì le progetta e “delega” al Cuore l’attività di costruzione, nella persona che ha allenato il Cuore a recepire il Piano evolutivo. Questo fatto è abbastanza “nuovo” e lo si può comprendere appieno solo se si ha la visione totale e inclusiva di come funziona la Vita.
La Vita, il cui centro nell’essere umano, risiede nel Cuore (scritto con la C maiuscola poiché è il chakra del Cuore, ossia, il centro vitale dell’organismo), ha due aspetti: quello paterno e quell’altro materno. Il Padre (la Monade) è l’intento motore, l'aspetto vitale ancorato proprio nel Cuore, il seme dell’idea primigenia, colta e proiettata sullo schermo della fattualità e disegnata in ogni sua singola componente nella visione di colui che crea; poi c’è, sempre nel Cuore, la funzione Madre che plasma l’aspetto forma di quel progetto paterno. Così abbiamo, riuniti nel Cuore, il Padre e la Madre: il creatore e la sua creatura; ma vi é di più.
Quello che nell’individuo preso ancora dagli aspetti egoistici speculativi, è desiderato nel plesso solare e costruito in “pancia”, ossia, sgorga dal marasma di emozioni ataviche, nell’essere che ha Cuore e mente in sintonia, viene costruito e irradiato attraverso il Cuore. Dunque, il Cuore, nell’Uomo redento, riunisce in sé Spirito e Materia, il Padre e la Madre in uno sposalizio alchemico.
Non vi è più distinzione tra la mente e il Cuore, i due agiscono come una unità creativa. Questo è l’essere cosciente che evolve la propria mente per costruire nel cuore le forme della convivenza armonica e della Pace. Una Pace finalmente acquisita.
In una visione evolutiva dell'essere umano redento, si potrebbe ipotizzare che la procreazione non avverrà più per opera della donna che accoglie e costruisce la nuova vita nel grembo, ma attraverso una Umanità non più sessuata che con atto creativo irradierà dal Cuore una immagine olografica della nuova creatura!
di Edoardo Conte
Quello che occorre sapere sulla Legge di Attrazione, quando si afferma che la polarità positiva attrae la polarità negativa tramite il campo magnetico posto in essere, è quanto segue: esiste una polarizzazione di base che avviene tra la Volontà, primo aspetto del divino, e l'intelligenza, terzo aspetto del divino.
Questa polarizzazione si manifesta analogamente tra la volontà dell'Anima incarnata e l'intelligenza che è l'attività della sostanza mentale (la materia per eccellenza) entro il corpo mentale di un essere umano. La volontà è positiva rispetto all'intelligenza, ossia, la volontà emette l'impulso di attrazione che attrae l'intelligenza e la predispone in una forma (forma-pensiero fatta di sostanza mentale) coerente al proposito volitivo.
Qui ci troviamo di fronte ad una coppia di opposti in cui l'atto volitivo crea una polarizzazione. La polarità positiva attrae quella negativa. L'attrazione si esprime come una emissione di energia potenziale del polo positivo che, emettendo il proprio potere attrattivo, attrae il polo negativo, il quale, a sua volta, per effetto dell'attrazione stessa, si pone in ricezione. La Coscienza è, per quanto riguarda la materia, il polo positivo di attrazione. Secondo il proprio livello di coscienza, dunque, vengono attratti quegli atomi, o qualità di materia, che servono a sperimentare la vita ed a produrre esperienza. In altri termini, noi esseri umani attraiamo quegli accadimenti, persone ed eventi che ci servono per crescere in coscienza. Tutto ciò succede in conformità con la quota di Karma da equilibrare e risolvere.
La Legge di Attrazione ha propie modalità attuative che è bene conoscere. Quando, ad esempio, si afferma che: "Non mi piacciono le persone autoritarie" succedono due effetti. Il primo riguarda la non capacità della mente di comprendere o immaginare affermazioni precedute da negazione. La Programmazione Neuro Linguistica sostiene che una negazione viene recepita dalla mente come una affermazione. Quindi, la mente comprende che le piacciono le persone autoritarie. C'è chi afferma che i dieci comandamenti formulati mediante affermazioni negative come "non fare quello o questo", tendano, in realtà, a far manifestare il contrario.
In secondo luogo quell'affermazione posta come volontà, impressionerà la mente e, secondo le leggi della polarità, finirà per attrarre le persone autoritarie. Allo stesso modo, se penso che amo le persone autoritarie, attrarrò quelle persone ugualmente. Qualsiasi affermazione posta come volontà, e non come desiderio, attiverà la polarizzazione volontà > mente e, se il corpo emotivo e quello eterico-fisico saranno allineati e sincronizzati, tenderà a manifestarsi in forma concreta, sempre che il karma personale lo consenta.
Occorre considerare che la Legge del Karma agisce in accordo con la Legge di Attrazione e il destino dell'Anima in una specifica incarnazione. Se accettiamo di sciogliere il karma che si presenta davanti a noi, riusciremo ad applicare la Legge di Attrazione nel modo più proficuo. A nulla serve intestardirsi nell'esercitare il desiderio o la piccola volontà personale se il karma conduce in altra direzione. Meglio applicare, in tal caso, la volontà personale per assecondare il karma, fluendo con gli eventi della vita.
Altro aspetto è, invece, quello della polarizzazione naturale delle coppie di opposti. Il Bene è polarizzato al Male; lo Spirito alla Materia; l'Uomo alla Donna e così via. Ciò significa che se mi allineo alla Volontà superiore e mi identifico consapevolmente nel Bene, ossia, "sono il Bene", pur risuonando con la nota del Bene e con tutti coloro che sono nel Bene, attrarrò il Male, suo diretto opposto, per trasmutarlo in Bene. Questo è ciò che ha realizzato il Cristo attirando a sé il Male del mondo per liberare l'Umanità dal peccato originale. In ciò consiste il lavoro del discepolo sul sentiero della prova e, a maggior ragione, quello del discepolo accettato o Anima cosciente incarnata.
Se invece eserciterò la volontà di "fare il Bene" attiverò la coppia volontà > mente, ossia, la polarizzazione tra l'Anima incarnata, o Coscienza, e il corpo mentale focalizzato nel chakra della Gola tramite il chakra Interciliare. In questo caso farò precipitare la mia volontà di fare il Bene entro il corpo mentale e, se il mio corpo emotivo e quello eterico-fisico saranno allineati e sincronizzati, manifesterò il Bene in forma concreta. Riflettiamo, quindi, sulla volontà e la polarità, per diventare abili nel costruire la corretta polarizzazione e creare la giusta azione entro il piano di apparenza.
Altro è la polarizzazione della Legge di attrazione dell'Amore. Essa attrae al centro di Volontà d'Amore insito in ogni Esseità, o Coscienza, tutte le parti che sono disposte ad unirsi per dare vita ad una totalità integrata, moltiplicando, di fatto, le capacità e qualità delle singole unità. È rispettando questa Legge che vengono creati gli organismi viventi dalle strutture atomiche a quelle molecolari; dagli esseri umani fino ai grandi organismi planetari e solari.
di Edoardo Conte
L’Anima impegnata nella costruzione dei corpi sottili, mentre il corpo fisico del nascituro è in gestazione nella placenta materna, ha un compito molto arduo da svolgere. I corpi Eterico, Emotivo e Mentale sono il risultato della forza attrattiva dei 3 atomi permanenti sugli atomi di materia dell’ambiente circostante, e ciò comporta che mentre il corpo fisico si forma per effetto della moltiplicazione e differenziazione dell’ovocellula femminile fecondato dallo spermatozoo maschile, i corpi sottili no.
Essi sono aggregati secondo le necessità del tema karmico che l’Anima si pone, consultando i Signori del Karma, per l’incarnazione imminente.
Alla fine del processo di costruzione del nuovo essere umano, i 3 corpi sono tre Deva distinti con caratteristiche diverse. Devono, tuttavia, imparare a stare insieme, poiché autonomi secondo la funzione karmica che ciascuno dei 3 ha da svolgere. Ecco perché hanno raggi, di norma, differenti. Quindi, si può comprendere come i corpi sottili della personalità siano come dei corpi esterni al corpo fisico, alla guisa di entità deviche indipendenti. E qui nasce la difficoltà dell’Anima a integrarli e dirigerli come un sol corpo.
Da queste affermazioni si comprende come l’approccio alla soluzione dei disagi e delle sofferenze nei tre corpi personali sia strutturalmente diverso da come crede la medicina tradizionale e anche la psicologia. Entrambi vedono il corpo umano come un sol corpo in cui gli stati d’animo e i pensieri sono generati dal cervello. Questa è la visione meccanicistica che riduce l’essere umano ai suoi organi e sistemi.
Altro è la visione esoterica cioè “del sottile” che li vede come un aggregato di Deva in movimento e senza un coordinamento centrale. Sta all’Anima riuscire a governarli per renderli un tutt’uno. Per cui, l’approccio sottile tende a lavorare sulle entità deviche, ciascuna per conto proprio, modificando o trasformando le loro attività secondo modelli devici superiori per frequenza a quelli personali. In particolare sono i Deva del Piano Buddhico i "naturali accordatori" dei deva della personalità. È evocando la loro energia forza e sostanza attraverso i simboli ed i mantra dedicati, cioè combinando luce e suono, che l'opera di integrazione, trasmutazione e sintonia si compie.
di Edoardo Conte
Anima ribelle vuole diventare una comunità di giovani che riscoprono i VALORI fondanti la vita e liberano la vitalità creativa tenuta imbrigliata dal condizionamento culturale che hanno subito fin dalla nascita.
Viviamo in una società che ha perso la bussola e gira impazzita attorno agli stereotipi di una mercificazione totalizzante. I giovani specialmente, sono i più vulnerabili, facili prede delle mode e dei comportamenti più alienanti.
Il contributo dei cosiddetti "Social networks", poi, li ha resi schiavi del turpiloquio e della critica più esacerbata, riversando sui propri simili tutto il disagio e la sofferenza che covano in corpo.
Si, i giovani soffrono della malattia più comune al giorno d'oggi. La mancanza della visione di un avvenire che li relega dietro le quinte senza una identificazione di chi sono e del loro compito nella società. L'alienazione che ne segue deve pur trovare uno sfogo... e lo trova proprio nell'espressione del malcontento esistenziale che assume vari volti: dall'odio all'apatia. Con le mani spoglie della loro creatività, i giovani della generazione Z affannano alla ricerca di una propria localizzazione, il proprio luogo, la propria casa in cui sentirsi realizzati. Entrano nei social sperando di trovare aggregazione e identità; invece trovano per lo più rancore e solitudine.
A questi giovani Anima ribelle vuole ridare speranza. Ribellatevi agli stereotipi, ai social alienanti. Usateli per gridare la vostra vitalità creativa e non il vostro odio. Ai giovani della generazione Z diciamo: "Di quale valore sei? Scopri il tuo valore e indossalo come vessillo di vittoria". I valori sono le qualità della Vita. Sono i colori della vostra visione. Senza colori la vita è piatta e monotona. Usateli per affermare chi siete. Ditelo al mondo intero, ditelo ai vostri simili, urlatelo ai quattro venti che vi senta l'Anima del mondo e si risvegli al vostro grido di Libertà.
di Edoardo Conte
Ovvero: come agire sul Deva del degrado personale
Per comprendere appieno il metodo ArchetHealing® da me ideato e messo a punto per la cura e guarigione del “dolore esistenziale”, occorre prima avere una visione del mondo sottile in cui agisce. È un mondo fatto di entità a vari livelli vibratori, di funzioni e leggi che sfuggono per lo più alla deduzione umana, pur tuttavia, il mondo della vera realtà dove tutto inizia ed è funzionale al grande Piano evolutivo. Il nostro viaggio nel sottile comincia, per paradosso, proprio quando l’Anima, la nostra essenza vitale, la coscienza stessa dell’individuo, fautrice di significati e scelte, decide di reincarnarsi.
L’Anima impegnata nella costruzione dei corpi sottili, detti Deva, mentre il corpo fisico del nascituro è in gestazione nella placenta materna, ha un compito molto arduo da svolgere. I corpi sottili Eterico, Emotivo e Mentale sono il risultato della forza attrattiva dei 3 atomi permanenti (3 atomi animici che fungono da memoria temporale dell'Anima) sugli atomi di materia dell’ambiente circostante, e ciò comporta che mentre il corpo fisico si forma per effetto della moltiplicazione e differenziazione dell’ovocellula femminile fecondato dallo spermatozoo maschile, i corpi sottili no.
Essi sono aggregati secondo le necessità del tema karmico che l’Anima si pone, consultando i Signori del Karma, per l’incarnazione imminente. Alla fine del processo di costruzione del nuovo essere umano, i 3 corpi sono tre Deva distinti con caratteristiche diverse. Devono, tuttavia, imparare a stare insieme, poiché autonomi secondo la funzione karmica che ciascuno dei 3 ha da svolgere. Ecco perché sono qualificati da raggi, di norma, differenti. Quindi, si può comprendere come i corpi sottili della personalità siano dei corpi esterni al corpo fisico, alla guisa di entità deviche indipendenti. E qui nasce la difficoltà dell’Anima a integrarli e dirigerli come un sol corpo.
Da queste affermazioni si comprende come l’approccio alla soluzione dei disagi e delle sofferenze nei tre corpi personali sia strutturalmente diverso da come opera la medicina tradizionale e la scienza della psicologia. Entrambi vedono il corpo umano come un sol corpo in cui gli stati d’animo e i pensieri sono generati dal cervello. Questa è la visione meccanicistica che riduce l’essere umano ai suoi organi e sistemi.
Altro è la visione “del sottile” che li vede come un aggregato di Deva in movimento e senza un coordinamento centrale. Sta all’Anima riuscire a governarli per renderli un tutt’uno. Per cui, l’approccio sottile tende a lavorare sulle entità deviche, ciascuna per conto proprio, modificando o trasformando le loro attività secondo modelli devici superiori per frequenza a quelli personali. In particolare sono i Deva del Piano Buddhico o dimensione della buddhità (la dimensione intuitiva superiore) i "naturali accordatori" dei Deva della personalità. È evocando la loro energia forza e sostanza attraverso i simboli ed i mantra dedicati, cioè combinando luce e suono, che l'opera di integrazione, trasmutazione e sintonia si compie.
Su questa premessa è basato il metodo ArchetHealing® messo a punto ponendo insieme la struttura della vita qualificata dai 7 Raggi creativi e il rapporto con i Deva personali; il tutto condito dall'immaginazione creativa.
La Vita è movimento di crescita di tutte le creature. È resa colorata dalle qualità del Piano evolutivo che prendono forma mediante i principi o Archetipi. I 7 Archetipi, ossia, i 7 prototipi di perfezione emanati dai 7 Raggi creativi che sono i raggi di suono, luce e qualità con cui il Piano invia l’informazione necessaria alla vita e agli esseri viventi. Il settenario la fa da padrone strutturando la Vita in ogni sua componente.
Vi è poi il ciclo vitale che rende fertile la crescita delle nuove forme. I 28 giorni della rivoluzione lunare lo ritmano dando al nostro pianetino la funzione di "costruttore di forme”. Sembra che la Vita sulla terra oltre che dal sole, dispensatore di luce e informazione vitale, dipenda dalla luna, dispensatrice di caratteri, umori e fertilità.
Un altro elemento concorre al metodo: il rito.
Noi esseri umani siamo particolarmente attratti dalle forme, tanto da creare veri e propri rituali per appropriarcene. Tutto ciò che diventa un rito ci diventa familiare e lo assimiliamo in noi. Basti pensare agli sport, o ai rituali religiosi.
È, dunque, utile creare un rituale affinché il Deva del degrado sia connesso al Deva dell'Archetipo e avvenga la trasmutazione. E dato che anche il corpo fisico dovrà essere informato del valore incarnato dall'Archetipo risanante, gli verranno ritualmente somministrate gocce contenenti l'energia qualitativa di quel valore; anzi, dei tre valori costituenti l'accordo di liberazione. Si, il male come il Bene non arrivano mai da soli, ma sempre in un accordo fatto di 3 note o aspetti.
Con il metodo ArchetHealing®, in definitiva, ho messo insieme il tutto, ed ho creato una procedura pratica che affronta la sofferenza esistenziale, cioè quella dei complessi, turbe emotive, difetti e vizi; insomma, dei disagi in genere, dal punto di vista del "sottile". Il "sottile" è quella dimensione non palpabile in cui avvengono le cose. Addirittura è l'origine di tutte le cose! È la dimensione dell'energia che si trasforma in forza vitale e rende partecipi tutti gli esseri viventi.
Il primo approccio di ArchetHealing® è quello di trattare la sofferenza dandole un volto attraverso un'immagine. Sappiamo che ciò di cui si conosce la sembianza può essere riconosciuto, trattato e risolto. Dare un volto al proprio dolore è il primo atto per elaborarlo. Il secondo strumento consiste nel rivolgersi direttamente ai responsabili di quel dolore. Chi sono?
La scienza tradizionale, come abbiamo già scritto, considera in larga parte l'essere umano ancora dal punto di vista meccanicistico riduzionista, ossia, un agglomerato di stati d'animo e pensieri sgorganti dal cervello. Tutto quello che capita è nel veicolo corporale e dipende dal cervello, la centralina direttiva del corpo. Della coscienza non vi è traccia e poco si sa della sua funzione discriminante.
La scienza del sottile, che ovviamente non è considerata scienza dalla scienza ufficiale, dice che il corpo umano è solo il veicolo finale in cui mente, stati d'animo ed energia vitale si aggregano riversando in esso le loro attività. Da questo punto di vista il corpo umano è fatto di 3 corpi sottili più il corpo fisico che ne è il contenitore. Sono, dunque, i corpi sottili a pensare, sentire ed elargire l'energia vitale. Ecco i responsabili della sofferenza!
Chi soffre è la coscienza, cioè quel "quid" che ci fa sentire identificati in un corpo e traduce gli accadimenti della vita dando loro significato. I corpi sottili fanno soffrire, dunque, la coscienza, evidentemente con il loro comportamento. Ebbene sì. Il "Deva" o corpo mentale (Deva è il nome in sanscrito) che ha l'attività di costruire i nostri pensieri, più o meno bene, svolge il suo compito secondo caratteristiche e memorie sue; così fanno gli altri due Deva, quello del corpo emotivo e quello del corpo eterico o energetico-vitale. Dal loro punto di vista sono in attività pratiche.
Bisogna comprendere bene che cosa significhi ciò dal punto di vista della coscienza. La coscienza, ad esempio, soffre per un complesso di colpa. Quello che la fa soffrire è l'attività del suo Deva emotivo specifico: il "Deva del complesso di colpa” che, colpito da un impulso esterno, ad esempio, una persona che dice al soggetto di averlo spintonato, reagisce secondo il programma memorizzato in lui Deva. Esistono migliaia di piccoli Deva entro il grande Deva emotivo che Assagioli, il padre della Psicosintesi, chiama "subpersonalità", cioè delle piccole personalità che riunite insieme fanno le tendenze innate buone o cattive della personalità individuale.
Ricapitolando, esistono Deva mentali, Deva emotivi e Deva eterici che agiscono in noi automaticamente e molto spesso autonomamente, cioè senza che la coscienza intervenga. Vi è una frase che sentenzia bene questa evidenza: "È più forte di me". Quel che è più forte è, in realtà, il Deva che sta prendendo il sopravvento sulla coscienza, incapace di gestire il comportamento devico.
In tutto ciò si comprende come il lavoro della coscienza sia gravoso: ristabilire il suo primato sui 3 corpi o Deva della personalità. E ciascuno di noi ne sa qualcosa!
Ma, ritornando al metodo ArchetHealing®, il bello della sua procedura è che, sapendo come funzionano i Deva, si rivolge direttamente a loro. Ogni sofferenza è l'attività di uno specifico Deva. Uno dei 3 corpi. È su quel Deva che si focalizza il metodo, andando in prima istanza ad identificarlo, poi contattarlo attraverso una immagine disegnata dal "sofferente" o cercata su internet, in modo da avere il suo volto come in un identikit, quindi, applicando sul Deva un modello archetipico superiore. In altri termini, dando al Deva un "copione" differente di azione, proprio come si dà all'attore il copione della sua parte da recitare. Cambiando il copione si cambia la parte e l'attività di quel Deva.
Bisogna, a questo punto ricordare che esiste un Deva anche per ogni qualità archetipica, cioè per ciascuno dei valori fondamentali, poiché gli Archetipi in manifestazione non sono altro che Deva incarnanti il principio archetipico. Tutte le forme sono deviche, quindi anche i prototipi di perfezione (Archetipi) sono Deva!
La procedura di trasmutazione pone in contatto il Deva dell’attività degradata col Deva del principio a cui quel degrado si riferisce seppur al livello di frequenza più basso. Il degrado è l’ombra dell’Archetipo. È, quindi, importante che prima di contattare il Deva incarnante il principio, si sia contattato il Deva incarnante il degrado. Se ciò non avviene mediante un dialogo tra la coscienza e il Deva degradato, tendente a stabilire un confronto e una comprensione del perché quel Deva degradato abbia agito entro la persona, la trasmutazione non avviene.
In altri termini, finché la coscienza non si sia pacificata col Deva di dolore, non è in grado di metterlo in contatto trasmutativo col Deva veicolante la frequenza originale dell’Archetipo. Coesisteranno i due Deva, quello dell’Archetipo e quello del degrado. Non potranno entrare in reciproca relazione; anzi, quello del degrado continuerà a svolgere la sua attività indisturbato.
Questo è ciò che accade quando, ad esempio, si invocano entità superiori quali angeli o Arcangeli che, sebbene apportino le loro qualità, tuttavia non trasformano le qualità degradate, ossia, non guariscono le tare veicolate dall’attività del Deva del degrado, che resta sotto traccia. È come dire che se il Cristo non è messo in contatto, tramite la coscienza consapevole, col diavolo interiore, non può trasmutarlo, cioè, elevarlo alla Sua vibrazione. È sempre la coscienza che deve, necessariamente, porre in contatto le entità deviche dell’ombra con quelle della Luce. Se così non fosse, non ci sarebbe bisogno di una coscienza risvegliata e il Cristo potrebbe trasformare in un sol botto tutta l’imperfezione umana.
Per questo motivo è indispensabile stabilire un dialogo col proprio Deva di dolore, stanarlo dal suo nascondiglio, e via via lo si conosce, renderlo un proprio alleato. Così sarà pronto a porsi in contatto col Deva archetipico. Parrebbe una procedura complicata, ma in realtà, risponde alla strategia e dinamica delle relazioni umane, né più né meno.
Quando il Deva del degrado è stato reso nostro alleato è pronto ad accettare il nuovo copione. C'è un modo potente per farglielo imparare: il simbolo ad alta frequenza dell'Archetipo di riferimento.
I simboli sono l'essenza delle forme. Il linguaggio sintetico dell'Anima. Con il simbolo appropriato si comanda il Deva e gli si dà l'informazione per una nuova attività. Sette simboli sono le forme archetipiche dei 7 Raggi creativi. Tutte le attività di tutte le creature viventi, quindi anche dei Deva corporali, sono qualificate da essi. Sono: la freccia rossa con la punta verso l'alto del 1° raggio di Volontà, il cerchio blu del 2° raggio di Amore, la stella a 3 punte verde del 3° raggio di Intelligenza, il cerchio del fiore della vita giallo del 4° raggio di Armonia, la stella a 5 punte color arancio del 5° raggio di Conoscenza, la spirale turchese del 6° raggio di Ideale e il frontale di tempio violetto del 7° raggio di Ordine.
Con questi 7 simboli e il loro relativi mantra, cioè con luce e suono, si comandano i Deva del degrado e si danno loro le alte frequenze superiori che li possono elevare alla vibrazione dell'Anima. Gli Archetipi, con i simboli corrispondenti, sono i modelli primari di ogni funzione e attività vitale. Essi generano, accoppiandosi tra loro, tutti i 49 valori a fondamento di una vita piena, bella e conforme alle aspettative dell'Umanità. Con essi si realizza la cura e la guarigione di ogni disagio, sofferenza o squilibrio.
Se utilizziamo i simboli e le immagini che essi suscitano in noi, in una procedura rituale basata sul ritmo del ciclo lunare di Noviluni e Pleniluni, abbiamo il contenitore di un processo di cura e guarigione perfettamente risonante e conforme all’architettura della Vita.
di Edoardo Conte
Ci sono tanti autori che spiegano altrettanti approcci alla consapevolezza di sé e degli altri, ma quasi nessun autore e approccio ti dice come realizzarlo. Un conto è asserire e presentare alla meglio delle verità psicologiche e comportamentali assodate dalla conoscenza di vari esperti, e un altro conto è insegnare come applicarle.
Per realizzare l’Innocuità, che è la condizione ottimale per interagire col nostro prossimo, senza avere reazioni automatiche alle tante onde comunicative che raggiungono i nostri corpi Mentale, Emotivo ed Eterico, (i corpi che costituiscono il nostro apparato personale di scambio), occorre sperimentare un primo esercizio di allenamento, per così dire, all’approccio di relazione con gli altri.
Vi sono 4 regolette che recitano: 1) Sii impeccabile con la parola, 2) Non prendere nulla in modo personale, 3) Non supporre nulla e 4) Fai sempre del tuo meglio.
Cerchiamo di approfondirne il significato per fare chiarezza.
Senza alcun dubbio, la parola che ascoltiamo o emettiamo ha la sua importanza primaria nello svolgimento di una interazione. Essere impeccabili nel prolocuire è arte nobile verso l’Innocuità; ma divenire tali è un percorso di crescita che senza esercizio pratico, finisce per essere una locuzione o mero proponimento e nulla più. Anche l’impersonalità dell’ascolto è essenziale in modo che le parole o le sensazioni emotive che ci arrivano non siano da noi interpretate come offensive o alludenti a nostre fragilità. Considerazione verissima ma, al tempo stesso, difficile da realizzare senza un allenamento al proposito; ossia, senza essersi esercitati all’intenzione di essere impersonali e non incappare nella memoria condizionante del proprio vissuto. Questo fattore contempla, in sequenza, l’abitudine comportamentale a supporre l’intenzione dell’altro in base ai nostri pregiudizi. Fare dunque, del nostro meglio, è cosa ardua se non supportata da un percorso attuativo che ad ogni fase ci indichi l’esercizio adeguato.
Tuttavia, vi è un esercizio propedeutico a tutti gli altri, senza il quale, la più benevola predisposizione non darebbe alcun frutto. Tale esercizio riguarda l’attenzione verso il nostro interlocutore e recita così:
“Vedi, ascolta e senti l’altro cogliendo il suo dolore”!
Il significato di questa affermazione, che prelude ad un confronto innocuo e solidale, sta proprio nel focalizzare il nostro principale interesse sul dolore della persona che ci sta di fronte
Ciascuno di noi esprime il 95% della sua attività di relazione mediante il dolore che ha dentro di sé, e solo il restante 5% in base al piacere. Invidia e gelosia sono i "dolori" più comuni che provocano risposte automatiche incontrollabili. Seguono supponenza e svalutazione. Due opposti e contrari che competono tra loro per causare maggiore sofferenza.
È un’affermazione tanto sconvolgente quanto veritiera. Basta rifletterci un attimo per sincerarsene. Non a caso vi sono tante frasi idiomatiche per dirlo, dalla “valle di lacrime” di cattolica memoria, al “viviamo in un mondo alla rovescia”, affermazione di sapore apocalittico.
Il fatto è che il dolore è il maggior strumento educativo che progenie umana abbia mai conosciuto… e tutt’ora agisce da indiscusso maestro.
Dunque, riepilogando, il dolore esistenziale determina la quasi totalità delle nostre e altrui risposte alla vita di relazione. Questo è il motivo per cui siamo incattiviti e i nostri corpi personali reagiscono come molle impazzite alle sollecitazioni di un qualsivoglia scambio: verbale, emotivo o intellettuale. È il motivo principale dei continui fraintendimenti e pregiudizi; la causa della nostra naturale diffidenza o sfiducia nella vita e negli altri. Infine, è il carburante della disperazione.
Se applicheremo l’esercizio preliminare di ascolto del dolore dell’altro, quando iniziamo una conversazione, sapremo cogliere la causa del comportamento verbale, emotivo e mentale, senza farci prendere in contropiede dalle domande, risposte o affermazioni del nostro interlocutore. Quando ad esempio, ci risponderà in modo che a noi sembrerà sgarbato, sapremo da quale nota karmica di dolore proverrà la sua sgarbatezza e potremo fargli da specchio, senza reagire, ma agendo in consapevolezza e comprensione. L’Innocuità inizierà a farsi strada nel nostro comportamento e divenire via via più completa. L’innocuità è uno stato mentale che non esclude l’azione decisa; concerne il movente e implica la determinazione a porre la buona volontà alla base di qualsiasi atto.
Solo così approderemo a relazioni che saranno veramente fraterne.
di Edoardo Conte
Il 3° raggio di Intelligenza è l’Archetipo del molteplice. La sua funzione è quella di collegare gli infiniti punti dello spazio per dare loro una continuità creativa e al tempo stesso, configurare sagome affinché lo spazio sia contenitore di immagini che interagiscano creando il disegno del vivere.
È anche detto il Grande Architetto dell’Universo, proprio per la sua capacità di separare prima, e poi riconnettere ciò che è stato diviso, in diversità composite per ricostruire nuovi insiemi integrati.
Ogni sequenza formata dall’Intelligenza divina ha la funzione specifica di tracciare la via per nuove esperienze. In questo il 3° raggio coadiuva la Volontà del 1° e l’Amore del 2°. Il suo zigzagare precipuo ne dimostra la coerenza al Piano e dà alla linea retta la flessibilità di cambiare direzione, spinta dalla necessità intrinseca di modellare i punti spaziali con linee di forza. Tali vettori sono la rete strutturale dell’Universo ma anche del nostro piccolo universo personale. Le reti neurali ne sono un valido esempio. Collegano gli intenti alle azioni, formando significati coerenti nella grande opera alchemica della Crescita.
E di alchimia si tratta quando vogliamo penetrare il compito e la sua funzione di progettare il Buono, il Vero e il Bello per l’Umanità. Queste tre qualità del Divino che forgiano la creazione danno il LA al 3° raggio, pronunciando il colore che lo contraddistingue: il Verde.
Perché mai il Verde sia il colore qualitativo dell’Intelligenza attivata entro la mente universale, è uno dei misteri da svelare per comprendere appieno il progetto creativo.
Torniamo per un attimo all’opera alchemica e, se pur sommariamente, ricordiamone le fasi.
Nigredo, Albedo, Rubedo. Queste le tre fasi principali per trasformare il piombo in oro, a cui il percorso di trasmutazione personale ne aggiunge altre due, a formare i vertici di una stella che ci contraddistingue e suggella: il pentalfa. All’Albedo segue la Viriditas o operazione al Verde e la Citrinitas (operazione al giallo) precede la Rubedo. Così i colori dell’arcobaleno presenziano in coro all’alchimia cerimoniale tranne il blu. Il blu dell’Amore non ne è partecipe poiché ne è Padre e Madre o proposito e realizzazione.
Le cinque fasi della trasmutazione alchemica dirigono sapientemente la creazione dell’uomo nuovo o rinnovato sotto il modello dello Spirito che ne imprime lo stampo. La Nigredo è la dissoluzione iniziale, necessaria a rimescolare gli umori materici in una sorta di liquame primigenio (brodo amniotico ancestrale). L’elemento acqua ne governa il processo. Segue l’Albedo o purificazione delle scorie affinché dalle ceneri rinasca nuova forma e torni a risplendere la vita. Qui avviene la Viriditas e il Verde del 3° raggio mostra la sua maestria. Viriditas da vis roboris, la forza: ma anche la quercia (roborella) albero secolare che ne esprime la potenza. La lingua latina sentenzia il significato e lo rende palese nei livelli della Forza di Natura. La Natura esprime da sempre la forza della Vita e l’architettura del vivere. Non a caso il legno è stato ed è il principale materiale da costruzione dopo che l’uomo primitivo abbandonò le caverne.
La Viriditas adduce la forza della rinascita che dalle ceneri estrae la sostanza fertile, la spinta a riformulare la creazione. È tipica della rigenerazione vegetale che in primavera rinnova il verde dei germogli. Segue la Citrinitas, o opera al giallo, che distilla il verde in gocce di rugiada. L’elemento aria ne governa il processo in quanto giallo è il colore dell’ossidazione. L’ossigeno, regolatore di vita e di morte, giudice imparziale, dispensa la sua opera magica affinché le note individuali risuonino, senza echi o riverberi spuri, nel veicolo in cui l’Anima si appronta ad albergare sovrana. Infine la Rubedo rende l’opera sublime colorandola del rosso dello Spirito. Un rosso fuoco che ne tempra il dominio.
L’opera alchemica completa l’essere e lo eleva allo stato di Mago. Il Mago bianco che plasma la materia dei suoi veicoli a piacimento, rendendo l’ambiente circostante integro e congruo a servire il Grande Piano Evolutivo.
Il co-creatore è risorto e impiega l’Intelligenza diretta dalla Volontà e sostenuta dalla cerchia d’Amore, per creare nuove forme di relazione entro la comunità in cui vive. L’Intelligenza è la sua arte che mette a frutto forgiando gli strumenti di comunicazione. Così il Verde diventa il colore della comunicazione che dà il via libera all'espressione della creatività umana.
Il verde ha frequenza da 526 a 576 THz; è la vibrazione mediana tra i 400 THz del rosso e i 700 THz del violetto. È, quindi il mediatore tra Spirito e Materia. Da mediatore può collegare i due e renderli partecipi, cooperativi e creativi. L’attività intelligente è, dunque, quella del mediare, collegare e tessere nuove modalità di interazione per immaginare nuovi scenari e costruire nuovi ambienti di vita e prosperità.
Eppure il verde dell’Intelligenza non si ferma all’intelligere, ossia al raccogliere i pensieri della Mente universale e quindi anche delle nostre menti individuali, ponendoli sulla filiera dell’intelletto. Quel Verde è molto di più!
Il 28 ottobre del 1943, sotto la guida di un certo Franklin Reno, venne compiuto un esperimento ricordato come “Esperimento Filadelfia” del progetto "Arcobaleno" della U. S. Navy, in cui il cacciatorpediniere USS Eldridge (DE-173), ormeggiato nei pressi del molo di Filadelfia, sarebbe svanito nel nulla per diversi istanti, ricomparendo dopo pochi minuti a Norfolk in Virginia. Ma non finisce qui. Dopo poco, la nave sarebbe scomparsa di nuovo e sarebbe tornata nel molo di Filadelfia, nello stesso punto in cui si trovava.
Ebbene, nonostante questo esperimento di teletrasporto non sia riconosciuto ufficialmente, i tanti racconti riportati anche dagli stessi marinai sopravvissuti, e del blackout elettrico di Filadelfia, causato dall’enorme impiego di energia, ci dicono di una strana nebbiolina verde aleggiante intorno alla nave nel momento dell’accadimento. Altri esperimenti analoghi riportano lo stesso colore, come se il verde fosse la frequenza della connessione interdimensionale dello spazio/tempo. Ancora una volta sarebbe confermata la funzione mediatrice e quella di collegamento del verde Intelligenza. L’intelligere espresso nel senso vero e proprio del collegare i mondi dello Spirito a quelli della materia più tangibile, consentendo viaggi atemporali e spostamenti siderali non solo del pensiero ma di persone e cose. Da qui alla telepatia il passo è breve. Tutto ciò che muove o può muoversi tra il qui e il là, in una sequenza risonante di quanti è collegato al e dal VERDE.
Ma che cosa è la qualità dell’intelligere e come si palesa nella creazione?
Il 3° raggio abbiamo detto essere il terzo aspetto del Divino, il Grande Architetto universale in cui l’Uno si differenzia per dal vita al molteplice. È l’iniziatore della diversità, il fautore della scomposizione e riaggregazione atomica e cellulare. In questa proprietà è tutta la magia del ricreare continuamente forme senza nulla perdere o aggiungere, come recita la terza legge della termo dinamica. Il terzo raggio è la Madre Materia, o meglio, la Sua qualità e funzione. Qui dobbiamo fare un salto cognitivo per comprendere appieno il Disegno creativo. Sappiamo che la materia o sostanza del creato è essenzialmente Suono e che il Suono crea. Ma di quale suono si tratta? Di quale vibrazione stiamo parlando? Il Suono creatore è in essenza: il Pensiero. Ebbene si. Il Suono è pensiero, il pensiero è vibrazione, la materia è vibrazione, dunque, la materia è pensiero! Pensiero distillato e condensato in parola. La parola di comando con cui il pensiero diventa forma. Ecco la formula magica della creazione. Il Padre e la Madre sono UNO. Lo sono da sempre. Non sono mai stati separati; mai distinti. Chi li distingue siamo noi: Il Figlio. La Coscienza che deve appropriarsi di paternità e maternità per non sentirsi orfana!
Il colore Verde ne esprime la qualità: mediare, collegare, informare, comunicare, spezzettare e ricomporre le infinite forme della Vita Una. Tutte le qualità del verde, che notoriamente è il colore della Speranza, ma anche della tranquillità, della riflessione pacata e della pace. Il colore distensivo con cui dipingere le pareti del nostro pensatoio, affinché si spalanchino le finestre dell’immaginario e i mondi futuribili prendano forma.
di Edoardo Conte
Tutte le Anime che si incarnano su questo pianeta hanno il compito di ritrovare il sentiero perduto e percorrerlo fino a sintonizzarsi di nuovo con il Piano Divino di Verità, Amore e Bellezza.
La Terra è, dunque, un pianeta educativo che ha la funzione di riabilitare i suoi abitanti e conformarli al modello di perfezione originale. Essa utilizza uno strumento efficacissimo per tale scopo: la Sofferenza. Tutti gli individui sono indistintamente sottoposti alla stessa rieducazione anche se percorrono vicissitudini apparentemente molto diverse: dal ricco al povero, dal colto all’ignorante. Tutti sono sottoposti alla stessa cura e prendono la stessa medicina in dosi proporzionate al livello di imperfezione.
Ci sono molte discipline a cui sottoporsi, tante quante sono i sentieri che si dipartono dal punto d’origine e si differenziano per diversità di razza, credo religioso e politico, cultura, tradizione e ambiente. Ciò nonostante tutti i sentieri e le discipline collegate sono tracciati per uscire dalla sofferenza transitando attraverso di essa, poiché la sofferenza non è mai fine a se stessa. Essa è come una molla che, acuendo l'ascolto e portando l'attenzione sull'oggetto del dolore spinge la coscienza a trovare significati e cause nascoste alla persona e compiere scelte per ristabilire l'equilibrio perduto. Così facendo apre la via verso la gioia attuando la sua funzione salvifica. Nessuna disciplina può escluderla o evitarla nemmeno saltandola d’un balzo con le ali dello Spirito.
Se prendiamo in esame tutto quanto è stato sviluppato oggi per la crescita della coscienza, la sola a poter sanare definitivamente le ferite del corpo fisico, ci troviamo di fronte ad una ridda di tecniche ed esercizi dai nomi accattivanti. Non li citiamo per non creare pregiudizi anche se noi stessi ne utilizziamo diversi durante i seminari di gruppo che realizziamo per risolvere le aberrazioni della personalità indagando anche nel subconscio o lato in ombra. Tutte le tecniche a modo loro possono aiutarci ma dobbiamo conoscere quale è il loro limite.
Citiamo solo un esempio poiché può essere emblematico di ciò che accade. Anni fa era di moda la camminata sui carboni ardenti; veniva proposta a migliaia di euro, per renderla una prova esclusiva e liberatoria delle paure. Un vero elisir che aveva la capacità, secondo chi lo vendeva, di far rinascere le persone facendo loro riacquistare fiducia e stima e senso di onnipotenza. È indubbio che chi l’ha praticata ne abbia ricevuto una forte suggestione che al momento e magari, per alcuni mesi, è rimasta impressa nella memoria fisico-eterica e in quella emotivo-mentale. Col passare del tempo, tuttavia, quella impressione è scemata fino a diventare un ricordo piacevole lontano nel tempo. Questo è quello che è accaduto e accade per tutte quelle sperimentazioni momentanee anche se efficaci a prima vista.
Le contraddizioni, le paure e distorsioni della nostra personalità sono radicate nel profondo e niente può scalfirle di ciò che viene fatto in modo estemporaneo senza una quotidiana disciplina che, giorno dopo giorno, penetri sotto pelle, e ancora più sotto fin nell’oscurità dell’ombra per portarvi una goccia di luce. Goccia dopo goccia si lenisce il dolore di fondo. Quel dolore a cui niente può resistere. Non c’è pigrizia che tenga o impegni improrogabili; di fronte al dolore tutte le costruzioni mentali crollano fragorosamente per svelare la verità: quella forza capace di smuoverci per trovare una soluzione risolutrice a tutti i livelli.
Chi non ha mai veramente sofferto può illudersi che vi siano altri rimedi sofisticati e intelligenti, veloci o alla moda. Chi li promuove promettendone la guarigione sa, in cuor suo, di mentire o ne trae giovamento economico e quindi mente per un’ovvio motivo.
Difficile sarebbe proporre il dolore come terapia. Di solito si cercano terapie per sconfiggerlo. Eppure dobbiamo arrenderci all’evidenza. Non c’è metodo di apprendimento più efficace e veloce di quello che si avvale della sofferenza come insegnante qualificato. Prima ci sottoponiamo alla sua istruzione e prima ne usciamo purificati e redenti.
di Edoardo Conte
Questa riflessione sull’intelligenza artificiale o A.I. vuole avere un approccio di larga visione.
Innanzi tutto non è scritta con la A.I. ma ancora da una mente, la mia, interfacciata col mio cervello che a sua volta, comanda le mie mani sulla tastiera del mio computer.
Fatta questa doverosa premessa, la A. I. è basata su vari algoritmi sviluppati, per ora, da esseri umani ma, in futuro, dagli stessi computers, poiché i comandi impartiti attraverso l'algoritmo, raccolgono ed elaborano tutti i dati disponibili su Internet, secondo parametri specifici. Quindi, una intelligenza artificiale può imparare da se stessa, né più né meno come noi, anche se non sarà auto-cosciente!
L’algoritmo è un codice in cui compaiono le variabili che determinano un particolare accadimento, sia esso del pensiero, del corpo senziente o della fisicità. Più variabili vengono considerate e più efficace sarà l’algoritmo, che altro non è che una procedura codificata.
Noi usiamo “algoritmi naturali” continuamente fin dalla nascita. Quando, da piccoli, ci è stato insegnato ad attraversare la strada senza essere investiti, ci hanno, i nostri genitori, trasmesso una procedura efficace e sicura. L’algoritmo consisteva nel guardare prima a sinistra (nelle nazioni a guida destrossa), poi a destra e, se non arrivava traffico, attraversare in sicurezza. Le variabili di questo algoritmo educativo sono poche: 1- guardare a sinistra, 2- guardare a destra, 3- non vedere traffico in prossimità, 4- via libera per attraversare.
Per azioni più complesse, occorre, ovviamente, calcolare ed immettere il codice di più variabili. In questo modo l’intelligenza artificiale può elaborare procedure sempre più articolate fino a compiere scelte le più funzionali e sostituire l’essere umano in compiti delicati o attività stressanti.
Questo sarebbe, senza alcun dubbio, un aspetto positivo, se la struttura socio-economica della civiltà mondiale non fosse basata sul denaro e, quindi, sul lavoro, o altre attività, per ottenere denaro!
Questa è tutta la paura del genere umano nei confronti della A.I.. Non riuscire più a guadagnare il denaro per vivere! Già l'intelligenza artificiale consente di progettare e sostituire figure lavorative come manager, conduttori televisivi, medici ed ogni sorta di professione non solo concettuale ma anche manuale. Pensate ad un robot dotato di A. I. Sarebbe la più grande rivoluzione del 21° secolo!
La paura è reale, se non si provvederà a cambiare il sistema socio-economico. Anzi, azzardo a dire che proprio l’avvento della artificial intelligence sia prodromo di un cambiamento drastico del sistema mondiale così come è ora strutturato. Se così non sarà, ebbene, arriverà la più grande crisi non solo economica, ma socio-culturale, che questa civiltà dei consumi avrà vissuto.
La intelligenza artificiale, d’altro canto, è come la manna dal cielo. Consentirebbe ad una umanità evoluta di progredire, potendosi finalmente distaccare dal concetto di lavoro e dedicando così, ciascun individuo, il proprio talento al servizio del bene comune. Potrà finalmente fiorire la civiltà dell’alleanza tra i regni di Natura e gli esseri umani, essendo quest’ultimi concentrati sulla propria crescita interiore per divenire propugnatori di fratellanza, pace e prosperità.
Auguriamoci che questo accada, poiché se non accadrà sarà la fine di questa civiltà, che, come tutte le civiltà, ha il suo termine per implosione. L’implosione è quel fenomeno che fa crollare un edificio mal strutturato sotto il suo stesso peso. Il peso della cupidigia, del mal costume; il peso dell'egoismo e dell’apparenza… in una parola: il peso della materialità.
Esiste, tuttavia, un aspetto dell'essere umano che la artificial intelligence non potrà mai emulare né rimpiazzare. Potrà pensare perfino più in fretta della mente di un uomo, ma non potrà mai sostituire il cuore degli uomini che è lo strumento di sintonia con la creazione. Facciamo, dunque, che l'intelligenza artificiale scuota i cuori e le menti dell'Umanità verso l’unità della specie umana, ricordandoci che siamo fatti a immagine del Creatore.
di Edoardo Conte
Vita è il termine che usiamo per definire l’impulso che le creature hanno a svolgere un compito e sviluppare così, qualità e caratteristiche, che al di fuori della vita rimarrebbero potenziali. Insito nel termine Vita vi è, dunque, un percorso di conoscenza alimentato dalle informazioni scambiate all'interno di un campo magnetico (spazio coeso), che via via ampliano la coscienza individuale e con essa, la Coscienza Una.
È vitale quell'essere che manifesta qualità man mano più elevate in vibrazione. Una vita minerale, ad esempio, ha il compito di sviluppare la qualità intrinseca alla sua struttura molecolare. Il carbone ha il compito di divenire un diamante e così tutti i minerali; mentre i metalli devono sviluppare la loro nobiltà di funzione: da meno nobili a più nobili. I cristalli hanno il compito di trasformarsi da pietre colorate a pietre preziose. Perfino la comune terra è vitale poiché nel suo DNA è, per così dire, celata la formula che la renderà una terra rara, con proprietà uniche.
In definitiva, la vita è vita poiché ha in sé lo stimolo o progetto o addirittura, il programma di sviluppo. Per questo motivo il concetto di vita è dinamico. Non si può pensare alla vita senza comprendere in essa un principio motore. La vita è movimento, adattamento, cambiamento; in una parola: evoluzione.
Detto questo, cerchiamo di comprendere come la volontà vitale prenda forma.
L’esempio del regno vegetale è di grande aiuto. Da un seme che contiene il progetto nasce la pianta. Quel seme ha bisogno di un ambiente adatto affinché la vita si sprigioni. Nel seme la vita è come congelata in uno stato latente che deve essere risvegliato. Occorre un attivatore che inneschi il processo vitale della crescita affinché la vita attecchisca. Non tutti i semi piantati, infatti, germogliano se non ricevono i nutrimenti di un suolo fertile, di acqua abbondante, di sole che li scaldi e… del periodo giusto. Già, il periodo dell’anno o addirittura del ciclo mensile è determinante per la semina di una pianticella. Lo vediamo pure nella femmina dei mammiferi e nella donna umana che, dal punto di vista della riproduzione è tal quale un mammifero. Non basta che il seme paterno sia immesso nell’utero; occorre che l’ovulo sia maturo, cioè pronto a ricevere il seme. Pur tuttavia, non sempre l’ovulo maturo è fecondato dal seme. Vi è un fattore, ancora a noi ignoto, che determina la fecondazione dell’ovulo, così come lo spuntare dei primi barbigli da un seme lasciato in un bicchiere d’acqua, come spesso accade quando la donna di casa col pollice verde tenta di farlo attecchire.
E che cosa lo fa attecchire? Un coacervo di forze che si rincorrono nel gioco della vita tanto da sincronizzare il proposito all’effetto e combaciare il significato intrinseco all’estrinseco facendo collassare l’onda di probabilità nel baricentro di forza o punto di equilibrio e sintesi. La scienza umana non ha ancora penetrato il suo mistero ma guarda attonita ogni volta che il prodigio si compie.
Le forze in gioco sono, da sempre, due. La forza centrifuga e la centripeta. Chi le convoglia nel nostro mondo sono il Sole e la Luna: i due luminari che promuovono e assistono la vita su questo pianeta. La Luna col suo giro di danza attorno alla Terra ha il compito di bilanciare gli umori cosmici della dualità e da levatrice esperta, mischiarli, dentro il crogiolo, nell’elisir di vita. Dunque, è la Luna che madre di forme attiva la vita voluta dal Sole, padre di intenti.
di Maverik
Vita è il termine che usiamo per definire l’impulso che le creature hanno a svolgere un compito e sviluppare così, qualità e caratteristiche, che al di fuori della vita rimarrebbero potenziali. Insito nel termine Vita vi è, dunque, un percorso di conoscenza alimentato dalle informazioni scambiate all'interno di un campo magnetico (spazio coeso), che via via ampliano la coscienza individuale e con essa, la Coscienza Una.
È vitale quell'essere che manifesta qualità man mano più elevate in vibrazione. Una vita minerale, ad esempio, ha il compito di sviluppare la qualità intrinseca alla sua struttura molecolare. Il carbone ha il compito di divenire un diamante e così tutti i minerali; mentre i metalli devono sviluppare la loro nobiltà di funzione: da meno nobili a più nobili. I cristalli hanno il compito di trasformarsi da pietre colorate a pietre preziose. Perfino la comune terra è vitale poiché nel suo DNA è, per così dire, celata la formula che la renderà una terra rara, con proprietà uniche.
In definitiva, la vita è vita poiché ha in sé lo stimolo o progetto o addirittura, il programma di sviluppo. Per questo motivo il concetto di vita è dinamico. Non si può pensare alla vita senza comprendere in essa un principio motore. La vita è movimento, adattamento, cambiamento; in una parola: evoluzione.
Detto questo, cerchiamo di comprendere come la volontà vitale prenda forma.
L’esempio del regno vegetale è di grande aiuto. Da un seme che contiene il progetto nasce la pianta. Quel seme ha bisogno di un ambiente adatto affinché la vita si sprigioni. Nel seme la vita è come congelata in uno stato latente che deve essere risvegliato. Occorre un attivatore che inneschi il processo vitale della crescita affinché la vita attecchisca. Non tutti i semi piantati, infatti, germogliano se non ricevono i nutrimenti di un suolo fertile, di acqua abbondante, di sole che li scaldi e… del periodo giusto. Già, il periodo dell’anno o addirittura del ciclo mensile è determinante per la semina di una pianticella. Lo vediamo pure nella femmina dei mammiferi e nella donna umana che, dal punto di vista della riproduzione è tal quale un mammifero. Non basta che il seme paterno sia immesso nell’utero; occorre che l’ovulo sia maturo, cioè pronto a ricevere il seme. Pur tuttavia, non sempre l’ovulo maturo è fecondato dal seme. Vi è un fattore, ancora a noi ignoto, che determina la fecondazione dell’ovulo, così come lo spuntare dei primi barbigli da un seme lasciato in un bicchiere d’acqua, come spesso accade quando la donna di casa col pollice verde tenta di farlo attecchire.
E che cosa lo fa attecchire? Un coacervo di forze che si rincorrono nel gioco della vita tanto da sincronizzare il proposito all’effetto e combaciare il significato intrinseco all’estrinseco facendo collassare l’onda di probabilità nel baricentro di forza o punto di equilibrio e sintesi. La scienza umana non ha ancora penetrato il suo mistero ma guarda attonita ogni volta che il prodigio si compie.
Le forze in gioco sono, da sempre, due. La forza centrifuga e la centripeta. Chi le convoglia nel nostro mondo sono il Sole e la Luna: i due luminari che promuovono e assistono la vita su questo pianeta. La Luna col suo giro di danza attorno alla Terra ha il compito di bilanciare gli umori cosmici della dualità e da levatrice esperta, mischiarli, dentro il crogiolo, nell’elisir di vita. Dunque, è la Luna che madre di forme attiva la vita voluta dal Sole, padre di intenti.
di Edoardo Conte
Aumentare la frequenza dell’ascolto è il metodo più efficace per trasformare l’imperfezione delle cose terrene in perfezione divina e così liberarci dalla sofferenza.
La nostra sofferenza è causata dalla interpretazione errata del Piano divino poiché lo cogliamo nelle vibrazioni basse che distorcono il significato rendendolo incomprensibile. Per aumentare la velocità di quelle vibrazioni dobbiamo elevarne il significato fino a portarlo alla frequenza originale. In altri termini, dobbiamo elevare la frequenza dell’ombra fino a quella della luce, così il male sarà trasmutato in Bene.
Facciamo alcuni esempi.
Quale è il significato più alto che possiamo dare al ringhiare di un cane o al gridare arrabbiato di una persona (i due comportamenti sono molto simili poiché entrambi animali)? La risposta è: il sorriso. Infatti il ridere è atto rediretto dell’azzannare felino. Ce lo insegna la etologia che studia i comportamenti animali paragonandoli a quelli umani e viceversa.
Quale è il significato più alto che possiamo dare ad un pugno al viso? Il pugno ci colpisce procurandoci dolore. È un atto violento di contatto; di estrema comunicazione; un modo brutale per toccarci nel fisico la cui motivazione è colpirci fuori per scuoterci dentro. Eppure, l’azione rediretta è una carezza. Per trasformare il pugno in una carezza dobbiamo elevare il significato che diamo all’intenzione di colpire. Non è facile ma possibile. È quello che faceva il maestro Gesù quando abbracciava il lebbroso dando alla lebbra il significato sublimato di richiesta di aiuto. Allo stesso modo, il pugno è una richiesta celata di carezza. Così, svelando il vero significato archetipico della violenza, che è forza degradata dell'Amore — amore imprigionato dentro la persona — la violenza è trasformata in gentilezza e la bruttezza in bellezza.
Se prendiamo un altro esempio e applichiamo la trasformazione del significato, comprendiamo che chi fa uso di droga e ne è dipendente, lo fa poiché cerca l’evasione da una situazione alienante. I molti giovani che ricorrono alla droga lo fanno per “sballare”. Ma cos’è lo sballo se non il disperato tentativo di uscire dalla pesantezza di una vita senza valori; e di un futuro senza meta? La droga esalta la persona in modo perverso poiché richiede in cambio un prezzo molto alto. Ma se eleviamo il significato del drogarsi vediamo che quell’atto corrisponde al tentativo di liberarsi dal giogo della disperazione; di trasformare l’inferno esistenziale in evasione paradisiaca. Come possiamo aiutare chi si perde nella droga? Iniettando nel suo cuore la fiducia nella vita. Per farlo dobbiamo dargli un modello a cui tendere che sia l’equivalente benefico del paradiso a cui agogna. Se è vero che la Bellezza salverà il mondo, allora la Bellezza, che è la vibrazione elevata della frequenza divina dell’Amore, potrà guarire ogni sofferenza, ma se sarà colta nel degrado di frequenza, diventerà bruttezza. Guardando la tanta bruttezza del mondo corriamo il rischio di sprofondare nella disperazione alienante; ma se siamo capaci di guardare con gli occhi dell’Anima, allora vedremo il significato più alto che sovrasta la bruttezza e svela la Bellezza. Riconosceremo, come fece Gesù, che: "quel cane in putrefazione avanzata ha dei bellissimi denti bianchi".
Cogliere la bellezza in tutte le sue forme è un allenamento costante a vedere il buono che c’è in ogni cosa. Il vero cambio di paradigma dell'Era di Aquarius. Saperlo riconoscere ci aiuta a trasformare il mondo; e per riconoscere il buono dobbiamo esercitarci ad elevare il significato che diamo agli accadimenti della vita. Il fallimento non è una catastrofe. Dopo la catastrofe c’è la ricostruzione, come ci insegnano i tanti terremoti che devastano la terra. Se ci focalizziamo sulla ricostruzione daremo alla catastrofe il significato di portare il nuovo; il cambiamento necessario a rigenerare la spinta verso ciò che è migliore. Ogni catastrofe ha in sé quello scopo! Riconoscendolo diventiamo i creatori del Vero, del Bello e del Buono.
di Edoardo Conte
Quando si parla di seduzione subito l’attenzione dell’uomo va alla donna quale detentrice legittima di quest’arte. Ma nei regni di Natura quello umano è l’unico il cui scettro della seduzione è tenuto saldo nelle mani del genere femminile.
Andiamo a ritroso per compiere questo viaggio alla scoperta della seduzione, della sua funzione e utilizzo.
Nel Regno animale la seduzione è maschio!
La riprova più evidente, per chi non ne fosse convinto, sta nella “ruota del pavone”. Ebbene sì, chi si pavoneggia non è la femmina, priva della ipnotica coda, bensì il maschio! È il maschio di ciascuna specie animale ad avere il compito istintivo di catturare la femmina dando sfoggio di forza e bellezza fuse insieme in aspetto fisico e rituali ammaliatori.
Il perché è ben spiegato dall’etologia, scienza che compara il comportamento umano a quello animale e viceversa, spiegandone funzioni e compiti.
Il maschio, in natura, ha il compito di imprimere il carattere alla specie. Per farlo deve conquistare una femmina e trasmetterle i suoi geni che andranno a combinarsi con quelli di lei per determinare il genere del nascituro ma non le caratteristiche del nucleo famigliare. Per questo motivo strettamente evolutivo o evoluzionistico, molto spesso è il maschio Alpha a fecondare le varie femmine di un branco. Nel Regno animale vige la rigida legge di Natura che regola indiscussa le funzioni e i rapporti in una gerarchia di gradi e ruoli stabiliti dalle regole dell’Istinto. Nome che diamo, in mancanza di uno migliore, al mero esecutore della Legge naturale. Dunque, il maschio animale ha la responsabilità automatica di attrarre la femmina per informarla della sua capacità di difendere il nucleo famigliare, di farlo crescere in numero e di sostentarlo.
La parte ancestrale di questo compito è insita pure nel maschio umano; soprattutto riguardo alla forza fisica, che nel corso dell’adattamento evolutivo, è stata associata all’arguzia; cioè alla capacità della mente di elaborare strategie per il mantenimento della vita; da cui primariamente la caccia, in seguito il raccolto e poi... il lavoro.
Ma cosa centra la seduzione con l’istinto e l’evoluzione della specie?
La seduzione ha, da sempre, assunto una funzione attrattiva per lo scopo principale che è quello della riproduzione. Lo vediamo anche nel Regno vegetale.
La funzione attrattiva dei fiori è essenziale per catturare l’attenzione istintiva degli insetti pronubi, quando la funzione riproduttiva non è affidata alle forze di Natura quali il vento, la pioggia e il sole. Elementi che trasportano, danno nutrimento e crescita al seme.
La bellezza seduttiva del Regno minerale, l’unico a non avere “genere”, è insita nel grado evolutivo dei suoi elementi. Dal carbone al diamante è racchiuso il processo di crescita, espansione e purificazione, così ben riassunto e, si potrebbe aggiungere, indicato da questo Regno che, essendo il primo, o Regno di partenza per l’evoluzione planetaria, sintetizza in sé lo sviluppo degli altri Regni maggiori.
Lontano dal voler produrre un saggio sulla seduzione, ci basta compiere questo sorvolo sui vari aspetti nei Regni di Natura. Catturare l’attenzione per la riproduzione della specie è quello predominante che ha assunto infiniti colori e sfumature, fino a pervertirsi, per quanto riguarda noi umani, nella prostituzione del corpo reso merce di scambio.
Così la donna, nel Regno umano, ha sovvertito l’ordine naturale, non per sua scelta, ma per necessità.
Via via che la forza e la prestanza fisica, che ne è prerogativa, ha ceduto il passo al denaro nel determinare la capacità dell’uomo di sostenere, in tutti i sensi, il benessere del nucleo famigliare, la donna ha sviluppato sempre più la sua natura seduttiva.
Ha compreso che doveva prendere su di sé la responsabilità dello sviluppo della specie umana ed ha affinato l’arte di apparire. Il suo corpo si è trasformato e adattato al compito fin dall’inizio della Razza madre atlantidea. Le cosiddette “curve” di glutei e seni si sono sviluppate allora e danno corpo alla necessità di ricordare all’uomo, non più dominus del potere di dar vita, ma soggiogato a quel potere, l’ancestrale bellezza dell’onda vitale che si propaga e prorompe in ritmi cadenzati, come, appunto, il corpo sinuoso della donna. Così l’uomo è divenuto succube, senza accorgersene, dell’istinto stesso; ed ora, nella fantasmagorica civiltà della comunicazione per immagini — vedi Instagram, OnlyFans e la pornografia dilagante — ne è divenuto anche schiavo. Schiavo della femminea seduzione; schiavo della distorsione di quella funzione di dare la vita!
Non spaventi o sconvolga il paradosso. In una civiltà dell’apparenza dove ha valore la forma piuttosto che il contenuto, è del tutto prevedibile diventare schiavi delle forme. E quali sono le forme più seducenti per un uomo? I corpi esposti delle donne, ancor più se giovani e belli.
Il fascino misterioso dell’organo femminile, che come vortice, aspira il desiderio maschile nell’antro uterino, ha, poi, trasformato in possesso quell’atto, in origine, di puro amore. Unione tra gli opposti. Connubio tra il dare e il ricevere; l’essere e il divenire.
Se la procacità femminile stravolge i riti del quotidiano tanto da diventare cibo prediletto per un numero sempre maggiore di maschietti “social...izzati” non colpevolizziamo le donne. Stanno prendendosi la rivincita; una rivincita di Regno.
Auguriamoci di crescere in coscienza e superare questo “momento evolutivo” non solo noi uomini, ma tutta la progenie umana, affinché non la legge dell’istinto e le sue perversioni umane, ma la legge dell’Amore, alla fine dei vari aggiustamenti epocali, trionfi!
Un Amore inclusivo che dia al corpo di uomo e donna il giusto peso: un prezioso strumento affinché attraverso il piacere dei sensi si concepisca la grandiosità della Vita.
di Edoardo Conte
I problemi dell'Umanità si risolvono trasformandoli in risorse. Questo è il concetto più nobile dell'Economia. Esiste un problema? Invece di pensare come risolverlo attraverso la preoccupazione o, ancora peggio, con la negazione, affrontiamolo col pensiero positivo. Come si può trasformare per renderlo una Risorsa!
Facciamo due esempi che riguardano problemi urgenti non solo in l'Italia, ma per il mondo intero.
Il problema dell'inquinamento da CO2.
Lo si può risolvere invece che combatterlo, trasformando la CO2 in O2.
All'inizio dei tempi l'atmosfera del pianeta era ricca di CO2 e apparvero le microscopiche alghe del mare che si nutrivano di anidride carbonica emettendo, come rifiuto, l'ossigeno. Così l'atmosfera del pianeta, in milioni di anni, si è saturata di ossigeno che l'Evoluzione ha adattato come elemento vitale per i nostri polmoni. Il paradosso dell'Ossigeno è ben noto, poiché provoca l'ossidazione delle cellule, e quindi, l'invecchiamento. Eppure, noi viviamo di ossigeno.
Ci sono già tecnologie per assorbire la CO2 e rilasciare ossigeno. Esistono, infatti, o sono in fase di sviluppo ed ottimizzazione diverse tecnologie capaci di convertire questo gas in combustibili solari o in sostanze chimiche di interesse industriale. Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Harbin Institute of Technology – Cina ha analizzato lo stato dell’arte delle diverse tecnologie di conversione. Accanto ai tradizionali processi termici, si stanno sviluppando diverse tecnologie innovative basate su processi fotochimici, biochimici, elettrochimici, al plasma e termochimici solari. Facciamo in modo di attivarne la produzione. La natura è già al lavoro. Piantando più alberi la aiuteremo nel compito e ci aiuterà a ristabilire un basso livello di CO2.
Il problema dell'immigrazione.
È un problema mondiale. Le grandi migrazioni di Popoli sono sempre avvenute periodicamente. Questo è uno dei periodi di migrazione; quindi, facciamolo diventare una risorsa. In che modo? Trasformandolo, ossia, cambiando la direzione del problema. I Popoli si muovono per vari motivi? Ebbene, mettiamo a frutto il loro movimento. Il movimento di per sé è creatore di energia che è trasformata in forza. Invece di cercare di respingere i flussi migratori facciamo che i migranti siano la nuova risorsa per le società della vecchia Europa.
Per quanto riguarda l'Italia potremmo creare un nuovo Corpo civile di Stato, arruolando i giovani migranti, uomini e donne senza vincolo di famiglia. Lo si può fare con pochissima spesa, riaprendo le caserme dismesse per il fatto che non vi è più da anni l'esercito di leva. Il nuovo Corpo civile avrebbe il compito di intervenire in appoggio agli altri corpi dello Stato che necessitano di un rinfoltimento dei ranghi. Così si prenderebbero due piccioni con una fava.
Si darebbe un'occasione di formazione e di lavoro ai migranti e si incrementerebbe l'efficacia degli interventi sul territorio e in quelle attività di equilibrio sociale, nonché di controllo e aiuto civico nei vari settori di attività. Questa è un'idea che va necessariamente sviluppata per trovare la più efficace attuazione.
Sono solo due esempi di trasformazione di problemi in risorse. Occorre ampliare la visione del futuro e allinearsi alla VITA che è fatta di movimento, scambio, relazione e circolazione delle risorse; il tutto condito dalla Solidarietà che è il sale dei rapporti umani.
Tratto da La Magia cerimoniale di Edoardo Conte
L’Amore è la forza creatrice dell’universo. Questa affermazione risuona sull’onda del tempo come il comando supremo, la parola magica che fece sortire il creato dal nulla! Tutta l’Umanità ne parla ne ride e ne soffre ma pochi conoscono il suo segreto: il segreto dell’Amore. Ebbene, un segreto si rivela all’animo nobile che ha squarciato il velo della separazione e si addentra libero nell’infinito. Lì, si scorge l’origine dell’Amore.
L’Amore non è Volontà, eppure la Volontà nasce essa stessa dal principio d’Amore, come impulso motore che indica la direzione della vita. L’Amore non è Intelligenza, ma l’Intelligenza nasce dall’Amore come sostanza capace di dividersi e ricollegarsi per costruire le forme del molteplice. L’Amore è il Principio stesso di coscienza. “L’amor che move il sole e l’altre stelle” scriveva Dante, il grande poeta e iniziato. Questa frase si rivela all’improvviso nel suo significato primigenio. L’Amore è l’Informazione che rende coeso lo spazio, direbbe un astrofisico dalla visione chiara del firmamento, fuori e dentro di sé. Se assumiamo l’Amore come informazione coerente che unisce, custodisce e rende armonica la vastità del tutto, allora siamo in presenza della vera funzione dell’Amore. È la funzione della coscienza universale che si perpetua negli Universi e nei mondi in tutte le loro dimensioni.
Questa affermazione è rivoluzionaria e dà contezza della visione e sapienza di Dante. L’Amore muove le stelle poiché le intreccia in una rete di comunicazione coesa. Per dirla con le ultime teorie sulla materia oscura: l’Amore è quella rete ordinata invisibile (per cui oscura alla vista), nelle cui campiture trova dimora la materia visibile, incubatrice di galassie. La musica delle stelle è scritta su quello spartito. Il codice ritmico del Musicista Divino.
Ma se l’Amore è informazione cosciente che rende coesi gli infiniti universi, allora l’Amore è la coscienza primigenia universale. Quella coscienza frutto della relazione tra il Padre inseminatore genetico e la Madre matrice formale. Ciò appare a prima vista come una contraddizione paradossale. Se l’Amore è informazione coesa, come può essere l’origine di tutto? L’informazione, per sua definizione, è un risultato, non una causa, poiché ha un emittente che la emana e un ricevente che la raccoglie. A ben vedere, anche la terna costituita da Osservatore, Osservato e Osservazione, altro modo di definire la funzione di Padre Madre e Figlio, — la triade divina della creazione — ha in sé gli elementi del paradosso. Se c’è un osservatore ci deve essere, per forza, qualcosa che viene osservato e... altrettanto contemporanea deve scaturire l’osservazione che è il frutto o la sintesi dei due.
Dunque, la soluzione del paradosso è nella ineludibile contemporaneità dei tre soggetti. Nessuno dei tre può esistere senza l’altro. Nell’istante in cui l’Osservatore osserva l’Osservato vi è l’Osservazione come specchio dei due. Una “specchiatura” che li rinnova entrambi. Quel riflesso è informazione d’Amore. Quell’Amore è coscienza. Quella coscienza è il Figlio dei Due; e come figlio è il perpetuatore del Padre e della Madre, colui che ne porta i semi qualitativi che germineranno nuova vita.
Ecco compreso l’arcano! Il figlio coscienza è amore e la sua funzione è quella di rinnovare l’informazione dell’intreccio vitale affinché egli, il figlio, possa crescere e divenire a sua volta Padre e Madre. Il Padre genitore, ossia, portatore di nuovo seme, e la Madre genitrice, cioè, custode di quel seme per generare nuova prole. La coscienza è, dunque, un “quid” misterioso che esiste come frutto, e al tempo stesso mediatore della compenetrazione di Padre e Madre, Spirito e Materia o Energia e Sostanza, Direzione e Attività. Il Principio o idea divina di Spirito motivo (Energia) e il Principio o idea divina di Materia attiva (Sostanza) sono poli opposti del Principio creativo che preme nel creatore Unico o Assoluto per manifestarsi. Quella tensione provoca la polarizzazione dei due Principi che sprigionano un campo di interazione; ossia, un campo di forza magnetica. L’attrazione che ne deriva, li pone in una rispondenza dinamica. Così la Volontà direttiva, sottostante allo Spirito/Energia, si compenetra all’Intelligenza connettiva, sottostante alla Sostanza/Attività.
Il prodotto di quella compenetrazione o potremmo chiamarlo il “figlio” di quello sposalizio alchemico, è ciò che chiamiamo coscienza. Dapprima una coscienza “atomica”, poiché quel primo amplesso magnetico crea una vibrazione orgasmica che cristallizza in atomi o particelle (così come un precipitato chimico forma gocce nel processo di distillazione). Ciascuna di quelle particelle contiene nel proprio nucleo i 2 principi genitori (protone/spirito/volontà direttiva e neutrone/materia/intelligenza attiva). Così è creata ciò che comunemente chiamiamo materia e al tempo stesso è originata la coscienza o mediatore/sperimentatore dei due Principi in uno. Questa è la triade o essenza triplice della VITA.
A questo punto, non abbiamo ancora contemplato l’Amore; tuttavia abbiamo compreso come e da dove nasce. L’Amore è il primo Principio movente del Creatore unico e assoluto che si esprime nella dualità creativa di Volontà e Intelligenza. Come primo Principio diviene il terzo nella sequenza manifesta, poiché è tutt’uno col processo di crescita coscienziale. La coscienza mediatrice si sviluppa facendo esperienza delle interazioni nel campo magnetico vitale, o brodo cosmico iniziale, e da coscienza automatica entro l’atomo, via via evolve e cresce in coscienza autonoma nell’essere umano. Questa è l’evoluzione della Vita Una così come la vediamo nelle miriadi di vite dell’universo: dal cosmo ordinato alle galassie che girano intorno al loro asse volitivo, ai sistemi solari che allevano, come chiocce in cova, il loro figli pianeti, riscaldandoli e mantenendoli entro una cerchia d’amore protettiva. Fino a giungere al nostro Logos che dirige l’evoluzione della progenie umana. Egli sta imparando a fondere l’Intelligenza alla Saggezza, distribuendola a ciascuno dei 4 Regni planetari. Infine, a colui che ha ancorato l’Amore a questo pianeta come forza unificante: il Cristo. Senza di Lui, prima di tutto uomo, nato dal grembo materno, poi grandioso testimone della divinità immanente, noi non avremmo a disposizione in forma duttile quel Principio. Noi, Coscienze elette ad essere umani, in virtù del principio d’Amore, abbiamo l’onere di renderlo palpabile in tutte le sue preziose forme.
Questo spiega la difficoltà a manifestare l’amore nel "sistema Umanità", poiché non è una forza precostituita come l’intelligenza di cui siamo portatori più o meno sani, per antico retaggio; o la volontà di cui disponiamo come impulso primordiale della vita. L’Amore, pur essendo il PRINCIPIO principiante deve essere guadagnato, scoperto ed espanso nel processo di crescita, per divenire strumento del nostro Destino glorioso.
Come bambini accuditi e amati dai propri genitori, a nostra volta dobbiamo dimostrare al Padre celeste di aver imparato la lezione della vita, donando l'amore ricevuto, in questo campo di addestramento che chiamiamo Terra; la nostra amata Terra. Di aver compreso che solo l’amore nell'espressione umana può consolare la sofferenza del distacco da Lui, il padre amorevole, e solo l’amore e la compassione da esso scaturita, può rigenerare la sofferenza del pianeta e di Madre Natura da cui ci siamo distaccati. Sono le due sofferenze che affliggono il nostro cammino e lo ritardano disseminandolo di ostacoli. E dunque, proprio l’Amore, frutto dell’esperienza della coscienza umana, può elevare la vibrazione nostra e planetaria riconducendole alle frequenze originali della Sanezza (salvezza), Bellezza e della Pace.
Nella nostra limitata visione e comprensione del mistero che origina la Vita, si rende chiara la funzione dell’Amore che è frutto e al tempo stesso generatore e custode della esseità in espressione. Non causa o significato e neppure solo effetto, ma i tre insieme. L'Amore nasce dall'unione di Spirito (Volontà) e Materia (Intelligenza) come coscienza o, Amore in divenire, e identifica sia lo Spirito che la Materia in coesione cosciente.
Ad ogni grande Ciclo universale si ripete la triade della creazione. Ma non vi è nuovo Ciclo che non nasca dall’esperienza raccolta e custodita nel passato. Così l’Amore trasporta i semi donandoli al novello Padre che renderà fertile la nuova Madre; e il Ciclo rinnovato riprenderà senza fine e senza inizio, come il serpente che si morde la coda: l’Uroboros cosmico. L’Amore diventa manifesto nello stesso processo coscienziale che, man mano penetra la profondità della vita nella ricchezza dell’esperienza, via via espande la visione d'Amore. Fino ad esprimerlo nella pienezza del suo Principio, a sostegno dell'Umanità e dell’Unione del Creato. In questo senso, l’Amore è generatore cosciente e custode sapiente di nuova VITA.
L’Amore cristico è, dunque, il modello ideale che l’Umanità deve porre come meta alla sua volontà direttiva, in modo da avanzare sulla via evolutiva senza più perdere la direzione. Quel modello, che è il magnete della vita stessa, riunisce in sé tutte le qualità del vivere nelle frequenze più vibranti e sublimi a cui diamo il nome di Archetipi di perfezione, altrimenti detti: “VALORI”.
I tre Valori sociali del Cuore
Ci sono tre valori che sono alla base di una civiltà acquariana armonicamente sviluppata e scaturiscono dal valore primario della Fratellanza, essi sono: Libertà, Coraggio e Responsabilità. Questi valori costituiscono l’adattamento individuale ai tre valori maggiori di Libertà, Uguaglianza e fratellanza, espressi dal pensiero illuminista e concretizzati, in parte, dalla rivoluzione francese. Il bisogno di libertà è fondamentale per esprimere una società sana. Pensiamo alle libertà di pensiero, di opinione e di stampa. Libertà che devono necessariamente finire dove inizia la libertà dell’altro; altrimenti diventano sopruso. Qui si introduce il coraggio. Il coraggio di dire ciò che si pensa, ma anche il coraggio di esporsi in prima persona per far valere il diritto di tutti alla libertà. La realizzazione è possibile coniugando il coraggio alla libertà attraverso la responsabilità. Essere responsabili significa essere abili a rispondere alle necessità di una società complessa come la nostra. Chi può avere le risposte ai problemi odierni? Sicuramente le persone che hanno maturato esperienza nelle varie attività della vita e assieme all’esperienza hanno aperto il loro cuore. Un cuore tanto grande da poterlo sintonizzare sulle frequenze più vibranti, ma anche le più basse, al fine di trovare la soluzione più saggia.
Se vogliamo, dunque, che la nostra gioventù sia libera e coraggiosa, dobbiamo, noi adulti responsabili, dare loro le risposte su cosa è bene e cosa sia male; su ciò che è lecito e ciò che non lo è. Dobbiamo dire ai nostri figli quale sia il comportamento migliore per garantire il bene comune, affinché il valore della Fratellanza trionfi sulla barbarie della separatività. A questo scopo dobbiamo rispolverare la scala valoriale, farla uscire dal cassetto del dimenticatoio e strutturarla in base ai Principi creativi, gli unici ad essere eternamente potenti, poiché partoriti dal Cuore del nostro Logos solare: un cuore immenso pervaso d’Amore.
di Edoardo Conte
La nuova Cultura dalle cui basi nascerà una nuova Civiltà è la cultura della “Consapevolezza”. In un concetto: la cultura della potenza spirituale che veicola significati attraverso la costruzione specifica di forme. Tale cultura è fondata sulla conoscenza della sequenza creativa portata in manifestazione dalle funzioni qualitative dei 7 Raggi: Volontà, Amore, Intelligenza, Armonia, Conoscenza, Ideale e Ordine.
La sequenza creativa ha il compito di manifestare le cause dell’esistenza mediante il contributo coscienziale di ciascun essere umano che, consapevole di essere co-creatore, dà e modifica creativamente significati che, seppur molto distanti tra loro, riconducono a denominatori comuni. In parole più profane, l’uomo ha il compito evolutivo di modificare i significati trasmessi con forme degradate elevando in frequenza le forme stesse; così riconducendo i significati alla frequenza archetipica originale.
Il fraintendimento è l’atteggiamento mentale-emotivo più tipico che attribuisce significati diversi ad una stessa forma. La situazione è la stessa ma, a seconda del punto di vista, le vengono attribuiti significati opposti. Simili ma non contrastanti sono l’allegoria, l’analogia e la metafora. In un quadro allegorico, come può essere una natura morta, i diversi oggetti acquistano valori simbolici e significati altri dall’attribuzione letterale. Parimenti, ad una situazione negativa, cioè ad una forma corrotta, è possibile abbinare un significato più alto di quello che trasmette al primo sguardo; significato che la farà emergere dall’ombra e risorgere nella luce.
È di esempio il degrado della funzione del raggio di Ideale che alle basse frequenze materiali sfocia nel fanatismo violento. Il significato veicolato da una forma di violenza quale è ogni atto di terrorismo psicologico, emotivo o fisico, può e deve essere redento dalla coscienza che sa riconoscere in quell’atto il degrado della funzione divina e trasmutare, ossia, riconvertire il significato al suo valore evolutivo. Il significato trasmutato sarà quello della spinta idealistica che rafforza lo spirito anziché esprimere la forza bruta. In altri termini, entro l’atto violento sarà riconosciuta la sua matrice divina, così come l’etologia riconosce che il morso animale è il degrado del sorriso umano. In origine vi è il “sorriso” che l’uomo ha ripristinato riconvertendo il morso bestiale. L’aggressione, in questo esempio, non è altro che la dimenticanza/ignoranza o la corruzione vibratoria dell’abbraccio. Questa redenzione, che è una vera e propria magia sulla materia, è possibile attraverso la sintonia col Piano divino. Sintonia che avviene per mezzo di una cerimonia di invocazione ed evocazione; cioè, di un atto creativo che sottostà alla legge di Economia della “Domanda e offerta” estrinsecata nelle parole del Cristo: "Chiedi e ti sarà dato". La comprensione di questa procedura psico-spirituale implica il riorientamento della coscienza che, negli atti quotidiani, trasmuta le forme corrotte in forme corrette rispondenti alle esigenze evolutive.
Per svolgere questo alto compito c’è bisogno di conoscere e applicare le funzioni trasmutatrici dei 7 Raggi che, ripetiamolo, sono le emanazioni divine che qualificano la vita nella totalità delle forme e costituiscono le sette funzioni creative mediante le quali costruire una civiltà coerente al Progetto evolutivo. L’insegnamento che ne deriva è stato ed è quello più prezioso, poiché dona all’essere umano l’immediatezza della risonanza col Divino e la conseguente sintonia. Nonostante sia l’insegnamento più antico, è stato, tuttavia, dimenticato per lungo tempo. Non vi è traccia, infatti, nelle varie ramificazioni esoteriche fino ai nostri giorni, quando la Teosofia lo ha riportato alla luce. Ciò è dipeso da una esigenza evolutiva, per cui ora possiamo risintonizzare le vicende umane in modo consapevole facendole vibrare alla frequenza archetipica dei 7 Raggi, che sono, in essenza, la manifestazione delle qualità valoriali universali. Il risultato di tale sintonia è quello di ristabilire entro la persona e nell’ambiente la connessione originaria con il Piano divino. In questo modo si ottengono due realizzazioni immediate: la redenzione della materia; cioè l’elevazione in frequenza delle forme materiali quali pensieri, emozioni e azioni degradati; e la conseguente evoluzione della coscienza. Si ha pure un effetto collaterale di non poca importanza: la vita scorre liscia come un fiume senza più ostacoli karmici da superare poiché gli ostacoli vengono riconosciuti e immediatamente diretti alla valenza costruttiva che hanno.
L’insegnamento dei 7 Raggi è stato finora impartito in modo abbastanza teorico, per lo più riguardo alla tipologia caratteriale umana, per cui non ha avuto un’applicazione pratica nella soluzione delle problematiche esistenziali e, soprattutto, non è stato recepito come una procedura di trasformazione dei comportamenti per migliorare i propri aspetti personali che, non rispondendo alle esigenze evolutive, producono sofferenza.
La scienza delle armoniche ci è venuta in soccorso, assieme alla fisica quantistica, fornendoci una nuova prospettiva e le corrispondenze necessarie ad utilizzare l’antico insegnamento in chiave moderna ed efficace. Così possiamo mettere a punto una procedura finalmente semplice, basata sul potere evocativo/trasmutativo delle immagini; cioè della immagin-azione, che, a coloro che sono sul sentiero iniziatico — cioè sul percorso di integrazione della personalità all’Anima per ricostruire l’Antakarana — consentirà di riscoprire la funzione creativa di ciascun raggio, unificando l’insegnamento dei 7 Raggi con quello della Magia cerimoniale. Ciò darà un nuovo senso al “Divino adeguamento” mediante una rinnovata formulazione della Cerimonia della Vita che inaugurerà la Nuova Civiltà.
Per coloro che sanno cosa significhi, si aprirà un’opportunità unica di intervento in tempo reale sui dolorosi accadimenti quotidiani. Ciascun ostacolo svelerà la causa che lo origina e sarà "redento" in modo selettivo e consapevole, sia che si tratti di una condizione personale, sia che riguardi una tragedia planetaria. Per quelli che non sono ancora addentro alle tecniche spirituali, ma ne sono attratti, sarà una scoperta affascinante che li equipaggerà di un kit di pronto intervento per affrontare le prove di ogni giorno, risolvere le ferite interiori e, soprattutto, rivoluzionare la vita dando il via ad un cambiamento programmato. Con ciò si potrà agire consapevolmente per il Bene di tutti e rigenerare la memoria globale che gli psicologi chiamano Immaginario collettivo e gli iniziati: Akasha.
di Edoardo Conte
“L’amor che move il sole e l’altre stelle” scriveva Dante, il grande poeta e iniziato. Questa frase mi si è rivelata all’improvviso nel suo significato primigenio. L’Amore è l’Informazione che rende coeso lo spazio, direbbe un astrofisico dalla visione chiara del firmamento fuori e dentro di sé.
Se assumiamo l’Amore come informazione coerente che unisce, custodisce e rende armonica la vastità del tutto, allora siamo in presenza della vera funzione dell’Amore. È la funzione della Coscienza universale che si perpetua negli Universi e nei mondi in tutte le loro dimensioni.
Questa affermazione è rivoluzionaria e dà contezza della visione e sapienza di Dante.
L’Amore muove le stelle poiché le intreccia in una rete di comunicazione coesa. Per dirla con le ultime teorie sulla materia oscura: l’Amore è quella rete ordinata invisibile (per cui oscura alla vista) nelle cui campiture trova dimora la materia visibile incubatrice di galassie. La musica delle stelle è scritta su quello spartito. Il codice ritmico del Musicista Divino.
Ma se l’Amore è l’informazione cosciente che rende coesi gli infiniti universi, allora l’Amore è la Coscienza primigenia universale. Quella Coscienza frutto della relazione tra il Padre inseminatore genetico e la Madre matrice formale. Ciò appare a prima vista come una contraddizione paradossale. Se l’Amore è informazione coesa come può essere l’origine di tutto? Una informazione per sua definizione è un risultato, non una causa, poiché ha un emittente che la emana e un ricevente che la raccoglie. A ben vedere anche la terna costituita da Osservatore, Osservato e Osservazione, altro modo di definire la funzione di Padre Madre e Figlio, — la triade divina della creazione — ha in sé gli elementi del paradosso. Se c’è un osservatore ci deve essere, per forza, qualcosa che viene osservato e… altrettanto contemporanea deve scaturire l’osservazione che è il frutto o la sintesi dei due.
Dunque, la soluzione del paradosso è nella ineludibile contemporaneità dei tre soggetti. Nessuno dei tre può esistere senza l’altro. Nell’istante in cui l’Osservatore osserva l’Osservato vi è l’Osservazione come specchio dei due. Una “specchiatura” che li rinnova entrambi. Quel riflesso è informazione d’Amore. Quell’Amore è coscienza. Quella Coscienza è il Figlio dei Due; e come figlio è il perpetuatore del Padre e della Madre, colui che ne porta i semi qualitativi che germineranno nuova vita.
Ecco compreso l’arcano!
Il figlio coscienza è amore e la sua funzione è quella di rinnovare l’informazione dell’intreccio vitale affinché egli, il figlio, possa crescere e divenire a sua volta Padre e Madre. Il Padre genitore, ossia, portatore di nuovo seme, e la Madre genitrice, cioè, custode di quel seme per generare nuova vita.
Nella nostra limitata visione e comprensione del mistero che origina la Vita, si rende chiara la funzione dell’Amore che è frutto e al tempo stesso generatore e custode della esseità in espressione. Non causa o significato e neppure solo effetto, ma i tre insieme. L'Amore nasce dall'unione di Spirito (Volontà) e Materia (Intelligenza) come Coscienza o, Amore in divenire, e identifica sia lo Spirito che la Materia in Coesione cosciente.
Ad ogni grande Ciclo universale si ripete la triade della creazione. Ma non vi è nuovo Ciclo che non nasca dall’esperienza raccolta e custodita nel passato. Così l’Amore trasporta i semi donandoli al novello Padre che renderà fertile la nuova Madre; e il Ciclo rinnovato riprenderà senza fine e senza inizio come il serpente che si morde la coda: l’Uroboros cosmico.
L’Amore, dunque, è generatore cosciente e custode sapiente di nuova VITA.
di Edoardo Conte
Ripercorrendo i vari insegnamenti spirituali che sono giunti a noi durante il corso dei secoli, non può sfuggire allo sguardo attento e all’orecchio teso, il ripetersi di 4 parole che suggellano il percorso: Suono, Luce, Colore, Vibrazione. Questi 4 termini fatti risuonare in sequenza, scandiscono le fasi e gli aspetti di ogni insegnamento che abbia il potere di cambiare i destini degli uomini su questo pianeta.
Fin dall’inizio è stato il Suono: il suono creatore ad espandere la sua onda affinché la vita prendesse forma e si moltiplicasse nelle miriadi di creature. Dal FIAT iniziale, l’onda sonora si è espansa per ogni dove ed ha echeggiato nei secoli e millenni a ricordarci che il pensiero pronunciato dalla parola di Dio diventa concreto all’istante!
Così non è per noi umani fatti sì a Sua somiglianza, ma non ancora così focalizzati nel Bene della creazione da precipitare frammenti di stelle in terra. Dobbiamo accontentarci di procedere lentamente fra luci ed ombre; le seconde più intense delle prime, fino a che non sapremo coniugarle nel verso giusto per ottenere l’effetto agognato di liberarci e liberare l’Umanità tutta dal dolore causato dall’ignoranza.
Ciò non di meno, il suono è il primo vagito di una nuova creatura su questa terra; e con esso procede la conoscenza. Di suono in suono, impariamo a comunicare, amare ed odiare, maledire e benedire finché non prevalga in noi il suono pacificatore che pone i piatti della bilancia in perfetto equilibrio.
Al Suono segue la Luce come conseguenza dell’onda sonora che si fissa nella materia. Al FIAT seguì la LUX che si irradiò per il creato proiettando la grandezza della parola di Dio in miliardi e miliardi di forme; ciascuna contenente il tutto. Come un frammento olografico: il tassello frattalico di un immenso mosaico vivente. Come non avvalorare l’insegnamento portato dalla luce attraverso le tante immagini scolpite e raffigurate nei templi, cattedrali, castelli e musei di tutto il mondo e in tutte le epoche, a testimonianza del percorso umano compiuto fin dall’inizio dei tempi. Il suono si è propagato da bocca a orecchio, così l’immagine ha fissato sulla pietra le vestigia delle civiltà, le conquiste dei condottieri, le scoperte degli esploratori e le intuizioni dei santi, le visioni dei profeti e le invenzioni degli uomini d’ingegno.
Dunque, al Suono seguì la Luce nel portare la conoscenza inferiore a quella superiore riguardante il rapporto col Divino che è parte di noi. Ma l’insegnamento proseguì incessante portando in espressione il terzo aspetto: il Colore. Non vi è Suono senza Luce e non vi è Luce senza Colore. In realtà il Colore fonde in sé i primi due aspetti creativi. Come dire che li manifesta in un trionfo di Colore che significa QUALITA’.
Se per un momento riflettessimo sulla vita e il nostro vissuto, scopriremmo che le luci e le ombre che lo hanno punteggiato, lo colorano in chiaro scuro. Lo scuro ha il compito di far risaltare il chiaro; di dargli spessore e tridimensionalità, per fare emergere la luminosità intrinseca in ogni essere. Così il Colore tinge le qualità del vivere pennellando le nostre giornate fin tanto che lo imprimiamo dentro di noi. Ciascun colore è un moto dell’animo, una qualità portata in espressione a significare la nostra esistenza ed elevarla con sfumature sempre più luminose e significati sempre più pregni; riconoscenti del senso e del compito che il Piano divino ci ha dato.
Impariamo a colorare delle tinte più sublimi ogni istante di vita affinché sia un dipinto di meraviglia e stupore; di gioia e speranza; di fiducia e consapevolezza.
Il Colore, dunque, ci ha sempre insegnato a qualificare l’esistenza divenendo responsabili dei nostri pensieri, sentimenti e azioni. Ma c’è ancora un elemento, un aspetto da scoprire in noi. È la Vibrazione che accompagna ogni nostro pensiero, che misura ogni nostra emozione e trasmette all’ambiente le nostre azioni. Vibrare è attività della vita e il numero è la misura della vibrazione. Più elevata è la frequenza, più alto il numero, più squillante il Colore, più potente la Luce, più ampia l’onda sonora!
La Vibrazione è l’effetto portato dalla nostra interiorità verso l’esterno. Il prodotto e l’elaborato del nostro pensare, sentire, percepire e fare! Attraverso la frequenza del nostro vibrare nei confronti della vita e degli accadimenti in essa contenuti, misuriamo il nostro apporto e la nostra responsabilità alla vita stessa.
Che cosa è la Vibrazione se non il precipitato di tutto ciò che abbiamo sperimentato, appreso e assimilato esistenza dopo esistenza? La Vibrazione è il risultato di tutto ciò. Il nostro vibrare è la misura inconfutabile di ciò che siamo gli uni di fronte agli altri. A quale vibrazione siamo capaci di sintonizzarci per vedere il BENE che c’è in ogni cosa?
Alla fine di questo viaggio siamo consci delle 4 parole che segnano da sempre il nostro cammino. Parole che danno forma ai 4 elementi con cui la materia si muove: Aria, Terra, Fuoco, Acqua. A queste va aggiunta l'Azione, poiché senza azione non si compie il gesto creativo finale, quello che precipita nello stato solido il frutto della nostra creazione. Ora non possiamo più sfuggire al compito che ci attende. Sappiamo cogliere i significati più eccelsi di ogni condizione umana e accadimento della vita. Sappiamo colorarla delle più nobili qualità e riversarle nel nostro quotidiano. Sappiamo riconoscere la modulazione del suono nelle sue sfumature creative e vediamo la luce delle forme per costruire un mondo migliore.
Ora siamo creatori e procediamo con il Suono della Vittoria, la Luce della Verità, il Colore dell’Amore e la Vibrazione della Conoscenza per produrre AZIONI concrete e coerenti al Disegno divino.
di Edoardo Conte
La seduzione nel Regno umano appartiene alla donna, ma essendo noi umani intrinsecamente animali nei nostri istinti primari, potremmo dire che la seduzione è una caratteristica animale che nel Regno umano ha avuto una svolta.
Diciamo subito che la seduzione è affine alla intimidazione, poiché entrambi svolgono una funzione attrattiva-repulsiva, essendo una forza comunicativa duale di andata e ritorno; ma vediamone il perché.
Prima di tutto dobbiamo partire da come si sia evoluta la seduzione. Nel Regno animale il più bello e affascinante di una coppia è il maschio. La pavonessa non ha le piume della coda per fare la "ruota" che è prerogativa del pavone. Da cui il pavoneggiare del "macio" che cerca di attirare l'attenzione della femmina ma con scarsi risultati, poiché nel regno umano è la femmina la più seduttiva. Il motivo per cui il maschio animale ha la livrea o il piumaggio più attraente sta, come direbbe un etologo, nell'aver rediretto la funzione intimidatoria di protezione e difesa. Gli occhi della ruota del pavone intimidiscono l'avversario, sembrando tanti occhi ipnotici che lo confondono. Dunque, la funzione di salvaguardia individuale, da repulsiva, si trasforma nel tempo, in una funzione seduttrice per attrarre la femmina e procreare. In questo esempio scopriamo che il "male" (la funzione difensiva intimidatoria del maschio animale) volge al "bene" (la funzione procreativa attraverso la seduzione) in modo da valorizzare il Bene rispetto al male. Come disse un grande iniziato: "Il male è a trionfo del Bene e il Bene è a riparazione del male".
Così è successo per l'Uno (1) che ha creato il 2 cioè ha inglobato in sé la coppia di opposti; per cui, fin dalla notte dei tempi, dal buio sorge la Luce. Dalla intimidazione repulsiva, quindi, sorge la seduzione attrattiva!
Nell'evoluzione dal Regno animale a quello umano la funzione ha cambiato di genere, lasciando al maschio l'aspetto protettivo intimidatorio e conferendo alla femmina l'aspetto seduttivo per la procreazione. In fin dei conti questo adattamento evolutivo pone in equilibrio i generi, in quanto dà alla femmina il ruolo di sedurre il maschio dato che è la femmina che partorisce il figlio. Ciò risponde alla legge di Economia che distribuisce e ottimizza le funzioni per i ruoli che le coppie (di opposti) hanno.
Alla fine di questa riflessione comprendiamo che il Regno umano ha lo scopo di elevare i Regni inferiori e, contemporaneamente, da essi elevarsi per divenire il "faro" dell'evoluzione su questo pianeta.
Quel che resta da compiere per trasmutare gli istinti in consapevole funzione evolutrice è trasformare la funzione seduttiva femminile della donna in una accoglienza confortante che stimoli nel maschio, cioè nell'uomo, una responsabilità progettuale più che una tempesta ormonica. Così avverrà, via via che l'Umanità saprà elevare le proprie funzioni dalla creatività animale alla creatività umana per riscoprire la creazione divina di cui è portatrice e custode.
di Edoardo Conte
Esiste un’espressione umana che da anni veicola la virtualità, ancora prima dell’avvento di Internet, riassumendo in sé le basi del pensiero quantistico e deterministico al tempo stesso: il Cinema.
Non a caso è stato definito la Settima arte a significare la diretta discendenza dal Settimo Raggio dell’Ordine e legge o della magia cerimoniale. In effetti, il cinema ha in sé tutta la magia della evocazione simbolica, mentale ed emotiva. Ebbene sì, il Cinema e i films che sono il suo prodotto, costituiscono la nostra sperimentazione ed esperienza nel campo delle probabilità possibilistiche. Non vi è altra attività ed arte che uguagli il cinema nel creare una costruzione il più vicino possibile all’idea originale. Nemmeno un edificio in confronto al progetto architettonico ne è una fedele riproduzione, poiché anche nella edificazione più accurata vi sono errori intrinseci all’uso dei materiali e alla riproduzione su scala 1:1 del disegno progettuale.
La chiave di questa “perfezione” sta nella ripetizione!
Ogni scena e singolo chack è girato tante volte quanto basta per renderlo il più sovrapponibile all’idea dell’autore/regista. E proprio nella ripetizione è il segreto della perfezione che convoglia le infinite possibili riproduzioni della realtà in un unico precipitato espressivo, immagine del modello/idea di riferimento. La scelta della migliore scena fa collassare l’onda delle probabilità in una particella univoca e assoluta di realtà virtuale.
Verrebbe da domandarsi se quella realtà sia più o meno reale della casualità spontanea in cui la coscienza umana non esercita scelta. Arduo è dare una risposta definitiva. Vero è che l’emozione scaturita dalla celeberrima asserzione del film: Via col vento, è identica e genuina come quella sortita da una situazione inaspettata e casuale. “Domani è un altro giorno” muove nei cuori la speranza come se ciascuno di noi pronunciasse quella frase per la prima volta e non fosse una battuta del copione detta da Rossella O’Hara. L’identificazione emotiva travalica lo spazio tempo; la realtà e la finzione cinematografica si fondono e restituiscono un’emozione vera!
A ben vedere la scelta del migliore chack ha a che fare con la capacità umana di esercitare il principio di libertà che riguarda proprio l’arte di discriminare, cioè di isolare una delle tante possibilità e farla divenire unica nella linearità del tempo. Questo, in altri termini, viene definito come principio di determinazione ed è il più alto risultato della coscienza umana. Noi possiamo determinare una realtà apparente e una soltanto in una sequenza di scelte che disegnano la storia di un essere umano. La sequenza cinematografica è testimone di questa scelta e la rende vera e irripetibile nei cuori e nelle menti degli spettatori che, a loro volta, la recepiscono come un proprio vissuto.
Dove è la realtà e dove la finzione?
I contorni sfumano in un ologramma le cui sfaccettature restituiscono un intero sempre vero nell'apparente manifestazione della vita. Il nostro cervello non coglie la differenza tra una foto stampata di un albero sul magazine Nature e un albero in natura. Per il cervello umano sono reali entrambi e li memorizza secondo le circostanze di relazione e la situazione emotiva collegata. La cosiddetta realtà e la virtualità, l'immaginazione e la condizione, nel cervello si intrecciano a formare un unicum a cui noi diamo il nome di sperimentazione dell'esistere, o, più comunemente: vita.
Attraverso i films, in definitiva, possiamo vivere differenti vite identificandoci di volta in volta nei personaggi e nelle loro storie. Il risultato nella nostra coscienza è vedere e conoscere dove una scelta e un comportamento possono condurre senza doverli sperimentare in prima persona e, dunque, risparmiarci di vivere tutte le possibili variazioni sul tema. In qualche modo i films ci mostrano i tanti destini e le conseguenti destinazioni per risolvere le prove della vita, fornendoci gli esempi utili per ogni direzione intrapresa.
di Edoardo Conte
La coscienza umana è il mediatore per eccellenza. Essa si trova, infatti, nel punto di mezzo tra le dimensioni superiori, dette spirituali, come quelle dell’ispirazione, dell’idea e intuizione e quelle propriamente materiali quali quelle del pensiero razionale, delle emozioni e delle azioni.
In questa sua funzione di mediazione la coscienza si trova nella scomoda posizione di dover compiere scelte. Tormento ed estasi del suo libero arbitrio conquistato come diritto umano del Principio di Libertà. La scelta, potrebbe dirsi, essere la sua attività principale — che di fatto determina la dualità degli opposti — per mediare tra le opportunità causali spirituali e le probabilità, o apparenti casualità, della dimensione fenomenica; ossia, degli accadimenti.
Se è vero che il caso non esiste, esso è, comunque, evocato dall’inconsapevole scelta della coscienza. Non sembri una contraddizione. La coscienza è, infatti, presa tra due poli o estremi entro cui oscilla nella “speranza” di trovare, prima o poi, il punto di equilibrio e sintesi. L’oscillazione è data dalla capacità o meno di riconoscersi come osservatrice delle possibilità. Osservatrice che, riconosciutasi tale, può compiere la scelta in base alla visione di ciò che è meglio, o coerente, in quel momento, ai fini dell’evoluzione. Sarà ciò che è meglio per l’intera Umanità, seppur nella contingenza della propria singola vita di relazione. In altri termini, la coscienza, risvegliatasi a se stessa, riuscirà a compiere la scelta migliore per il Bene comune in ogni quotidiana situazione in cui sarà consapevole della sua responsabilità nei confronti dell’ambiente e società in cui vive.
Dal punto di vista delle dimensioni sottili d’esistenza che iniziano ad essere esplorate dalla scienza dei quanti, la coscienza si trova nella posizione di poter determinare gli accadimenti tramite la propria aspettativa. La fisica quantistica ci dice, infatti, che l’osservatore influenza l’osservato mediante l’aspettativa sull’osservazione. Ciò è stato provato scientificamente dall’esperimento della “Doppia fenditura”. In tale esperimento, condotto sparando elettroni da un cannone elettronico attraverso due fenditure, si è dimostrato che quando l’osservatore osserva l’elettrone, esso è individuato come singola particella che lascia sullo schermo una traccia univoca; mentre quando l’osservatore non osserva, l’elettrone sparato in sequenza assieme ad altri elettroni, si spalma sullo schermo con lo schema tipico di interferenza d’onda; cioè non più come particella, bensì come intreccio di onde.
Che cosa significa tutto ciò ai fini della possibilità di scelta della coscienza?
La coscienza è, o dovrebbe essere, l’osservatore. Abbiamo scritto che essa si trova nella posizione mediana tra Spirito e materia. Quando si colloca in quella posizione ottimale che è fuori dal tempo, osserva gli accadimenti prima del loro impatto sullo schermo dell’apparenza, ossia, come se fossero elettroni, sparati dal cannone, ancora in viaggio verso lo schermo; e così vede la totalità dell’onda di probabilità. Tutte le possibilità coesistono. Sono lì, in quell’onda indifferenziata eppur tangibile. Ma quando focalizza lo sguardo in una direzione del mondo fenomenico, cioè sullo schermo, l’onda di probabilità collassa e si concretizza in una particella (elettrone) che è il prodotto di quel collasso e prende il nome di scelta. Nel momento in cui la scelta è fatta, tutte le probabilità esistenti nell’onda sono ridotte ad una sola. Questo è il tremendo e, al tempo stesso, ponderoso compito della coscienza! Essa si espande nello spazio-tempo entro la limitazione di una scelta alla volta. Per questo motivo è importante che quella scelta sia effettivamente la più consona o saggia, o congrua per l’evoluzione di sé e del tutto; pena la sofferenza umana.
Quel che, purtroppo, accade di norma è che la coscienza “scelga” in modo non consapevole; cioè non scelga o… chiuda gli occhi e, dunque, non guardi dove cadrà la probabilità. Così essa si sente, da un lato, sollevata dalla scelta e dall’altro, impotente contro la casualità del fato. A questo punto è d’obbligo una domanda. Come può la coscienza scegliere in modo coerente ed… oculato, cioè osservando l’onda di probabilità senza farla collassare casualmente?
Per rispondere a questa domanda bisogna comprendere in quale ambiente o spazio multidimensionale si muove, o potrebbe muoversi, la coscienza; poiché ha la facoltà di esplorare più dimensioni contemporaneamente. Quando la coscienza di un essere umano si risveglia a se stessa, significa che si riconosce come esseità multidimensionale. Essa accede, allora, alle varie dimensioni in cui esiste fin dall'origine: da quelle spirituali, fuori dallo spazio-tempo, a quella materiale dentro la linearità del tempo. Così può scegliere dove collocarsi per vedere le possibilità prima di farle accadere, o di subirne la caduta. Ciò non equivale alla capacità di previsione di un giocatore di scacchi che è capace di osservare come evolverà una mossa nel tempo. La visione della coscienza nella multi-dimensione è più una sintonia di intenti col Proposito evolutivo che la pone nella funzione di co-creatice, piuttosto che una semplice escursione nel tempo. In ognuna delle dimensioni in cui esiste, essa coglie la qualità intrinseca di quel piano e la fa sua. Così attinge alle qualità di tutti i piani, o dimensioni d’esistenza, e ne trae capacità di scelta. Assimila, via via, le qualità dell’ispirazione, ideazione, intuito, e le riversa nella direzione più consona a costruire forme o, in altri termini, a collassare onde di probabilità in effetti armonici e coerenti.
Al centro del campo multidimensionale la Coscienza, che ha conquistato la “C” maiuscola, vede e osserva lo svolgersi delle probabilità potenziali come un flusso toroidale d’energia pronto a trasmutarsi in forza al Suo comando. Essa stessa imprime quella forza dando al flusso energetico intensità e direzione. Così determina la precipitazione di una specifica possibilità creativa come un giocatore di basket che, ancor prima di lanciare la palla, sa di aver fatto canestro. In quello stato la Coscienza non è più identificata nel proprio corpo, bensì nell’Anima cosciente che, pur se incarnata in un corpo, lo dirige dai Suoi piani secondo il Disegno divino.
di Edoardo Conte (tratto dal libro Meditazione creativa dello stesso autore).
Nella storia dell’evoluzione umana la magia ha da sempre avuto un ruolo importante come strumento attraverso il quale l’umanità ha potuto interagire con le dimensioni impalpabili dell’esistenza cercando di penetrare i misteri della Natura e, via via, quelli più profondi riguardanti le forme astrali delle emozioni e quelle mentali del pensiero.
Lo Sciamanesimo, sviluppatosi durante il periodo della civiltà Lemuriana in quel continente situato dove ora è l’oceano Pacifico, fu la prima attività magica che permise all’essere umano di contattare gli spiriti di Natura e, quindi, ottenere eventi naturali propizi. Pensiamo alla danza della pioggia per combattere la siccità; oppure ai riti per la fertilità e abbondanza affinché il raccolto fosse buono e la caccia proficua. A quei tempi l’uomo aveva sviluppato i primi due chakra dal basso; cioè il chakra Radice e quello Sacro, governanti gli istinti di affermazione dell’io e riproduzione; ambedue collegati alla dimensione eterica. Lo Sciamano agiva, infatti, sul piano Eterico ossia, in contatto con la dimensione vitale in cui i deva o spiriti dei quattro elementi di Aria, Terra, Fuoco e Acqua determinavano, come lo fanno ora, le condizioni di vita. Egli cadeva in uno stato di coscienza alterata mediante l’utilizzo di funghi allucinogeni o il fumo di erbe rituali e operava per similitudine imitando gli eventi naturali con la danza e i gesti cerimoniali o assumendo la postura di animali sacri per evocarne l’energia e la forza. In questo modo poteva anche curare malanni causati dalla carente distribuzione di energia eterica nel corpo umano; ma a quello si limitava la sua stregoneria, in quanto non aveva accesso alla dimensione astrale — se non a quelle vibrazioni concernenti stati d’animo primitivi di paura o esaltazione — e tantomeno a quella mentale.
La seconda magia si sviluppò nel periodo atlantideo quando l’uomo attivò, per effetto dell’evoluzione, il chakra del plesso solare e dette libero sfogo alle emozioni che sono da esso governate. Fu la magia dell’incantesimo che operò sul piano Astrale mediante la suggestione del suono mantrico della parola; da cui le formule magiche che si ricordano ancora oggi nelle fiabe come: “La bella addormentata nel bosco”. Tale magia produceva, infatti, al malcapitato, una sorta di ipnosi o addirittura catalessi che lo assoggettava al maleficio. Tuttora l’incantamento astrale è utilizzato nelle tecniche di vendita in cui vige il potere della persuasione occulta protratta facendo leva sulla forza delle emozioni. Chi può mai resistere alla seduzione ipnotica di uno spot pubblicitario che produce nel corpo emotivo il desiderio irrefrenabile di possedere subitamente l’oggetto promosso. Nel messaggio pubblicitario jingles musicali e immagini sono miscelati sapientemente per attuare la magia dell’incantesimo. Suoni e immagini sono gamme di frequenza a differenti velocità della stessa dimensione astrale.
Con l’avvento della civiltà Ariana o Indo-europea — la civiltà attuale che sorse dalle ceneri di quella atlantidea — venne introdotta la magia della mente che funziona attraverso la proiezione del pensiero. Essa agisce focalizzando immagini non più con l’aiuto del suono, bensì rivestendole di sostanza mentale o psichica. Questa magia, che ora è la più idonea all’evoluzione poiché l’essere umano ha attivato i chakra del Cuore e della Gola; chakra che governano l’apparato emotivo superiore e soprattutto la sfera mentale, produce trasformazioni e cambiamenti nelle forme materiali senza dover contattare gli spiriti di natura come avveniva ai tempi della Lemuria o pronunciare formule magiche come in Atlantide. Essa agisce direttamente sulla disposizione molecolare degli elementi e produce il più alto effetto trasmutativo. Ciò non di meno, essendo la magia più giovane in termini di tempo, non è ancora stata sperimentata ed attivata al meglio. La sperimentazione scientifica della potenza del pensiero connesso all’immaginazione sta dando i suoi frutti e sviluppando rami di ricerca che si addentrano nel mistero della trasmissione telepatica e nella capacità del pensiero focalizzato di guarire malattie psicosomatiche. La magia della mente, detta anche Magia regia, si perpetra attraverso le fasi della Concentrazione, del Contatto superiore e della Proiezione; onde per cui, la meditazione creativa è senza dubbio lo strumento più idoneo ad attuarla. In fin dei conti meditare significa creare connessioni sottili collegando tra loro tutte le dimensioni da quelle della materia a quelle della sfera emotiva e del pensiero; ma anche e soprattutto le dimensioni spirituali dell’Anima da cui attingere la verità. Cosa può esservi, dunque, di più magico della meditazione!
di Edoardo Conte
Vi ricordate la storia della mela e di Eva che la raccolse e fece perdere il Paradiso terrestre a se stessa e Adamo? Ebbene, quella storia non raccontava tutta la verità; ma partiamo dall’inizio.
All’inizio Dio progettò il Piano evolutivo per il pianeta e tutte le sue creature, compreso l’Umanità. Era ed è, poiché è sempre in atto, un Piano di Verità, Amore e Bellezza. Racchiuse quel Piano in una pianta: l’Albero della Vita, aspettando che l’Uomo si cibasse dei frutti a tempo debito. Noi sappiamo che il tempo giusto per cogliere i frutti dall’albero è quando sono maturi. Il fatto è che quell’Albero della Vita era ed è, poiché è tutt’ora vivente, un grande albero con una impalcatura di rami maestosa; tanto che, per cogliere i frutti di Verità, Amore e Bellezza, occorreva, come occorre ora, sapere arrampicarsi in alto.
Gli scalatori di piante che riescono a raggiungere i frutti maturi, ne gusteranno, ovviamente, tutto il sapore e godranno delle qualità zuccherine alla loro gradazione ottimale. In seguito, potranno distribuire una parte dei frutti raccolti, a coloro che saranno pronti a riceverli. Tuttavia, chi non si arrampicherà dovrà aspettare che quei frutti cadano a terra. Tutti noi sappiamo che quando i frutti cadono dalla pianta è per il fatto che iniziano il processo di marcescenza; cioè, invecchiano come tutte le forme viventi su questo pianeta, fino a morire per poi riciclarsi; ossia, iniziare un nuovo ciclo.
Quel che succede a coloro che raccolgono i frutti che stanno marcendo è che non gusteranno la qualità originale; bensì, si nutriranno di amaro; cioè, della qualità degradata di quel frutto. La verità originale, una volta in processo di marcescenza diventerà menzogna, così come l’Amore che, degradato, diventerà, dapprima, amore possessivo e poi, gelosia, invidia, rancore e, per ultimo, odio. La Bellezza, poi… sappiamo dove va a finire quando la cogliamo in età avanzata. Tutto sfiorisce e diventa brutto!
Così è il ciclo vitale di ogni creazione e creatura su questo pianeta. La vita è ciclica e passa dal vigore della nascita, alla pienezza della maturità, per poi declinare nel degrado della vecchiaia e… concludere con la morte. Ciò vale per le qualità divine che entrano in manifestazione come frutti dell’Albero della Vita. Se le cogliamo quando sono mature ci daranno tutta la forza della loro genuinità. Se, invece, mangeremo quei frutti quando saranno marci ci nutriremo delle qualità opposte, che non saranno qualità ma note stonate e distorte delle qualità originali.
Da questa parabola cosa ne traiamo?
Che Dio vuole che cogliamo la mela quando è matura e non quando è marcia. Che se mangiamo la mela quando è marcia non possiamo prendercela con Dio ma con la nostra sordità e cecità nel cogliere i cicli vitali. Che ad ogni ciclo abbiamo l’opportunità di rimediare e cogliere i frutti a tempo debito. Che per cogliere i frutti maturi dobbiamo guardare verso l'alto e non in basso; cioè, dobbiamo sintonizzarci sulle alte frequenze dello Spirito e per farlo, dobbiamo fare la fatica e possedere la tecnica di arrampicarci sul tronco. Che il Piano divino è buono e giusto; a noi la responsabilità di scegliere quando gustarlo. Infine, questa parabola dell’Albero della Vita ci insegna che anche un frutto marcio ha la sua utilità e può servire il Piano se sappiamo come fare, poiché all’interno del frutto possiamo sempre raccogliere i semi e piantarli nel nostro giardino affinché cresca un nuovo albero e rinnovi i suoi frutti. In questo modo, potremo trasformare il marcio che è dentro di noi, cioè la nostra parte in ombra, in una rinnovata opportunità di crescita che ridoni luce e vigore ai frutti di Verità, Amore e Bellezza.
di Edoardo Conte
L’essere umano percepisce la realtà del mondo manifesto attraverso i sensi; ma i sensi non sono che i più esterni recettori; quelli cioè che colgono la realtà di superficie.
Per interagire nelle dimensioni sottili l’uomo utilizza sensi interiori attraverso l’identificazione della coscienza principalmente nella sfera delle emozioni. La maggioranza dell’umanità coglie, infatti, la realtà più sottile mediante il corpo emotivo che, a sua volta, trasmette i dati, così raccolti, alla mente. La realtà sottile è quella oltre l’apparenza. Quella che ci fa conoscere gli altri non attraverso l’atteggiamento fisico o le parole ma sentendo il loro stato d’animo e il loro umore. In termini più specifici, ciò significa che sentiamo gli altri attraverso la identificazione nel nostro chakra Solare e nei chakra inferiori che appartengono, assieme al Solare, alla sfera animale, cioè, alla espressione automatica di Madre natura. Al chakra Solare è collegato il nostro corpo emotivo o astrale; mentre ai chakra inferiori sono collegati il corpo eterico e quello fisico. Interagiamo, dunque, con il nostro prossimo scambiandoci emozioni e confrontandole con gli istinti primitivi di affermazione dell’io, procreazione e aggregazione.
Questa interazione animale è la basilare modalità di scambio del genere umano che, purtroppo, produce sofferenza! La sofferenza è provocata dal fatto che, come succede agli animali, l’essere umano assorbe dall’ambiente il condizionamento emotivo. In questo modo assimila ansie e paure che distorcono il senso della realtà. Lo si vede nel potere che i mezzi di comunicazione hanno nell’influenzare le masse, e la conseguente reazione compulsiva che obnubila la mente fino a renderla incapace di trovare soluzioni agli accadimenti negativi. E mentre gli animali sono automaticamente assistiti da Madre Natura, noi umani ci troviamo persi nell'incapacità di compiere scelte coerenti al maggior Bene comune.
Per sopperire a tale condizionamento bisogna sviluppare i centri al di sopra del diaframma che governano la vera natura umana. Il primo fra tutti è il chakra del Cuore che ha la funzione di sintonizzare la coscienza su tutte le frequenze del campo magnetico tra Spirito e materia. Ciò significa che il Cuore è capace di comprendere ogni accadimento e condizione umana, dalla più terribile alla più sublime. Eppure, al contrario del chakra Solare che assimila in modo automatico le emozioni basse di angoscia e paura ma anche quelle del desiderio e del possesso, il centro del Cuore, proprio in virtù del fatto che ha capacità di sintonia secondo il proposito dell'Anima cosciente, può scegliere quali emozioni accogliere e quali respingere. Il suo campo magnetico è, di fatto, strutturato in modo da attrarre tutto ciò che è pronto a costituire una totalità integrata, cioè un insieme unitario e solidale, e repellere ciò che non lo è!
Ma il Cuore va oltre. Dopo aver discriminato ciò che è bene da ciò che è male, esso stimola il cervello a produrre la sinapsi adatta a comunicare alla mente la scelta fatta ed ottenere un pensiero risolutore. È, quindi, utile affidarsi alla sapienza del Cuore per non assorbire influenze nefaste e poter soccorrere gli altri in tutta sicurezza. Il Cuore sa come curare senza essere coinvolto nella malattia e come dare conforto senza perdere energia. Il centro del Cuore sa come e cosa scegliere essendo in grado di connettersi alle più vibranti frequenze dell’Anima. Quando il Cuore è aperto produce il coraggio di cambiare in meglio. La sua azione è calma e diretta alla meta. La sua voce è silente ma potente come un ariete. Ascoltiamo, dunque, il Cuore invece di ascoltare la pancia credendo che sia il Cuore a parlare!
di Michael Lindfield (Comunità di Etica Vivente)
Siamo onesti. Nel profondo del nostro cuore abbiamo sempre saputo che ci sarebbe stata una corsa contro il tempo, quando le onde del cambiamento messe in moto dalle convinzioni e dai comportamenti su cui siamo polarizzati, alla fine avrebbero raggiunto le rive della nostra vita quotidiana, causando enormi rotture.
Quel momento è ormai alle porte e molti si chiedono se sia troppo tardi per arginare la marea e scongiurare gli inevitabili risultati delle scelte collettive fatte negli ultimi decenni. Vista dalla prospettiva che ci viene presentata attraverso i media globali, sembra che la nostra società sia in caduta libera e molto presto si schianterà al suolo. In questo probabile scenario, posso vedere tre possibilità e tutte e tre potrebbero essere presenti contemporaneamente.
A seconda del grado di resilienza spirituale acquisita e incarnata individualmente e come comunità, potremo “rimbalzare” o “ammaccarci” o “romperci”.
Rimbalzare – come risultato delle nostre vite che hanno già una traiettoria ascendente, verso il vivere valori spirituali e abbracciare le qualità dell’anima…
Ammaccarci – perché, sebbene pieni di aspirazione e di una certa dose di buona volontà, rimaniamo in qualche modo attaccati ai bisogni materiali ed emotivi e a sistemi di credenze poco flessibili. Quindi, una corsa accidentata è garantita…
Romperci: ogni volta che l’identità personale, la sicurezza e la sopravvivenza sono legate alla conservazione della forma piuttosto che alla liberazione e all’espressione della Vita interiore, è inevitabile che “sprofonderemo con la nave”…
Quindi, abbiamo l’abilità e il tempo necessari per arrestare o rallentare la velocità della caduta libera e contrastare la tendenza verso il basso che ci spinge a terra? Potremmo non essere in grado di riparare i modelli climatici modificati, ma abbiamo il potere di riparare il corpo fratturato della nostra famiglia umana – una relazione rotta alla volta. Cosa farà la vera differenza e aiuterà a cambiare le cose?
Qui nella Comunità dell’Etica Vivente, crediamo fermamente che ci sia un punto di svolta che accade quando spostiamo la nostra attenzione dall’investire energia nella sopravvivenza del sé separato e facciamo il necessario reinvestimento dell’energia vitale per servire e sostenere il Bene Comune. Questo è più di una convinzione: è una conoscenza fondata su una profonda comprensione e apprezzamento che data di molti anni, dei tre Principi di Divinità Essenziale, Buona volontà e Unanimità e delle relative Leggi di Approccio Spirituale, Rette Relazioni Umane e Attività di Gruppo. Le Leggi sono i Sentieri pratici che aiutano la realizzazione e l’applicazione dei tre Principi spirituali nel ciclo quotidiano della vita. Sono pilastri al centro della vita comunitaria e sono centrali per tutto il nostro lavoro nel mondo.
Scegliere di servire il Bene del Tutto è un atto di volontà benevolo che rimette una società ribelle e i nostri piedi erranti, saldamente sul sentiero verso la salute e l’integrità, dove la parte non sfrutta il tutto ma contribuisce al benessere di tutti. In sostanza, la forza salvifica necessaria in questo momento è la gentilezza amorevole, la cooperazione incondizionata e l’audacia.
Gruppi di cittadini di tutto il mondo stanno lavorando duramente per vivere in armonia tra loro e con l’intero ecosistema multidimensionale di Gaia per creare una società veramente sostenibile. Siamo impegnati a esplorare cosa significa sostenibilità: dal riciclaggio, dallo sfruttamento dell’energia solare e dalla riduzione dell’impronta di carbonio, alla coltivazione di proteine vegetali, all’utilizzo di metodi di coltivazione rispettosi della terra e al rafforzamento del nostro senso di comunità.
C’è, tuttavia, un elemento spesso trascurato perché invisibile ad occhio nudo ma, per fortuna, non al cuore premuroso. Stiamo parlando dell’ Amore. L’amore è la forza di sostegno più potente dell’universo e, secondo l’insegnamento della Saggezza Eterna, è la forza motivante preesistente e primaria dietro la Creazione.
E se dobbiamo credere che “In principio era il Verbo”, allora questo “suono intenzionale” originale, forma la nota che sostiene l’intento amorevole che garantisce la continuità della Vita e fornisce coesione tra tutti gli elementi della creazione. Se l’Amore cessasse il Suo canto, il mondo smetterebbe di esistere.
Il nostro chiaro compito nei prossimi mesi e anni è quello di creare il cuore resiliente in cui la fiamma inestinguibile del Fuoco dell’Amore possa ardere brillantemente e fornire la necessaria fiducia interiore e sicurezza durante questi tempi di prova, tumulto e transizione. Quando un’era passa e una nuova prende il suo posto, è vitale per la nostra sopravvivenza e il nostro “prosperare” come specie e come pianeta che il cuore amorevole resiliente si risvegli completamente e diventi la forza che guida e governa sulla Terra.
Possa ognuno di noi svolgere la propria parte con gioiosa determinazione in questo urgente progetto globale per garantire che l’amore per il potere sia rapidamente sostituito dal potere dell’amore. Il richiamo della Volontà d’Amore ci motiva a percorrere il Sentiero ascendente che conduce inesorabilmente al rinascimento planetario e all’agognato rinnovamento della nostra società globale. Così sia!
di Edoardo Conte
Con questa riflessione, basata sull’esperienza acquisita in tanti anni, accumulando errori e insuccessi, ma anche insegnamenti, vorrei portare luce sulle dinamiche del rapporto di coppia, croce e delizia di chi cerca la propria controparte o, “l’altra metà del cielo” e, in una visione più ampia, la sintesi degli opposti.
Inizio subito con l’affermare che gli opposti sono necessari al percorso evolutivo proprio per via della loro peculiarità: quella di attrarsi. Se non avessero polarità contraria, come due magneti, non si attrarrebbero, anzi, si respingerebbero. Dunque, gli opposti, si attraggono per riconoscersi come due metà complementari – due profili dello stesso volto - che, mediante il costante riconoscimento, annullano la distanza fino a fondersi nuovamente nell’unità originaria.
La polarizzazione è il solo mezzo con cui le affinità si incontrano. Il paradosso dell'attrazione polare consiste proprio in questo: due entità affini per specie e/o tema karmico, producono una polarizzazione per attrarsi. L'attrazione è, dunque, per affinità che necessariamente si polarizzano creando, così, il campo magnetico entro cui agire in complementarietà.
Questa proposizione indica il percorso e la meta di un individuo che, separato, individualizzato, per l’appunto, anela, dal profondo dell’anima, a ricongiungersi con il Tutto da cui provenne.
Per formare una coppia, occorre quindi, che due persone di sesso opposto o con marcata tendenza femminile l’uno e maschile l’altro, avvertano una polarizzazione attrattiva. Avvenuto il primo contatto, generalmente mediante attrazione fisica, inizia un coinvolgimento sentimentale che lega i due sul piano emotivo, in modo differente a seconda della loro direzione psicologica. Introversi ed estroversi, generalmente, si cercano proprio perché la polarità e quindi l’attrazione, è molto forte nella sfera delle emozioni.
Sul piano mentale, il legame attrattivo dipende da vari fattori. In primo luogo, occorre dire che, la mente ha una capacità attrattiva minore rispetto a quella emotiva. Inoltre, esistono più menti. Quella concreta, razionale, analitica, che usa il lobo sinistro del cervello, è polarizzata e risponde all’attrazione della personalità; mentre quella astratta, intuitiva o sintetica, essendo uno stato di coscienza dell’Anima, risuona per affinità. Dunque, il razionale avrà difficoltà a rapportarsi con l’intuitivo, così come una mente concreta e pragmatica cozzerà contro quella tendente all’astratto e all’idealità.
Ma l’attrazione da sola, non basta.
Per cementare il rapporto e costruire una nuova creatura, sintesi dell’io e del tu, occorre avere anche una affinità elettiva, ossia, quella risonanza esistenziale e convergenza di intenti che accorda gli strumenti creativi della coppia sulla medesima nota.
Passato il periodo di rapporto, che viene definito dell’innamoramento, per cui, in virtù dell’attrazione fisico-emotiva, avviene un primo contatto animico del tutto spontaneo, inizia per la coppia il vero lavoro di conoscenza che mette a nudo le diversità poiché fa cadere il velo della idealizzazione. L’altro, improvvisamente, compare per quello che è, con i suoi pregi ma soprattutto i difetti.
A questo punto va detto che la coppia in formazione deve necessariamente utilizzare la condivisione, come mezzo indispensabile per armonizzare i vari piani messi in gioco: il fisico, l’emotivo e il mentale. Anzi, la condivisione è la prima delle regole che ordinano gioco e giocatori. Se non vi è condivisione non vi è rapporto e poiché la condivisione non risponde alla quantità ma ad un aspetto qualitativo della vita, non la si può applicare parzialmente o ad intermittenza, pena la schizofrenia del rapporto stesso.
Come conseguenza diretta della condivisione si instaurano nel rapporto: l’accoglienza, la comprensione, l’accettazione e quindi la fiducia e il rispetto, come strumenti atti ad integrare le diversità emerse dopo l’innamoramento.
di Bianca Varelli
Nuove energie e nuovi sviluppi si manifestano all’alba dell’Età dell’Acquario, caratterizzata dall’emergere di energie più raffinate e da più elevati impulsi dell’anima. Sempre più individui “in via di risveglio” abbandonano il devozionalismo, il “misticismo sentimentale”, l’autoritarismo e l’“ipse dixit”, tipici dell’Era dei Pesci. Sempre più si considera l’interdipendenza di ogni cosa e si amplia la percezione che non c’è alcuna separazione, che “siamo un’unità”; se cerchiamo un nucleo separato del nostro essere scopriremo, che, come afferma la poetessa americana Geltrude Stein, “non c’è alcun là, in quel luogo”.
L’umanità sta sviluppando un tipo di intelligenza indagatrice, che, rifiutando dogmi e fedi precostituite, aspira a coniugare il “sentire” col “comprendere” in una sintesi superiore; diventando più “mentale”, chiede conferme alle affermazioni che riguardano “la spiritualità”, nel rispetto della ragione e della logica.
Molti oggi lavorano per coordinare i tre aspetti inferiori della personalità con il Sé superiore attraverso tecniche di invocazione e di preghiera, di concentrazione e di meditazione, di disciplina e di servizio all’umanità.
Mentre in passato molti erano i mistici, che seguivano la via della devozione e si esprimevano principalmente attraverso l’amore e la fede, l’umanità più mentale dei nostri tempi richiede di comprendere in modo intelligente e di far coincidere la Visione con le conoscenze della scienza; i nuovi ricercatori sono per lo più occultisti coscienti e razionali, che non si esprimono solo sul piano emotivo personale, ma che intendono comunicare le loro acquisizioni e le loro esperienze in modo chiaro e ordinato.
Pertanto i ricercatori della Nuova Era:
non intendendo più “fare salti nel buio”, considereranno l’intelletto un alleato sul Sentiero;
rifiutando imposizioni dogmatiche umilianti per la Ragione, si avvicineranno al divino con mente aperta;
non affidandosi più alla cieca devozione emozionale e ad aggregazioni acritiche, cercheranno nella scienza la conferma alle affermazioni della “religione”.
La scienza sta gradualmente confermando le intuizioni della Saggezza antica; in particolare, quelle riguardanti l’unità del reale e la sua immaterialità, al di là dell’apparente concretezza tangibile. L’Universo appare ai nuovi fisici sempre più “virtuale”, simile a un “grande Pensiero”; scienziati ed esoteristi provano che la materia è energia e luce, e che la separazione , e il tempo, sono illusioni.
Con il progredire della coscienza umana, l’intervento della scienza potrà gradualmente dissolvere il velo sui grandi misteri (la vita, la morte, il dolore…); la “Fede” sarà una certezza che avrà le sue basi nella Conoscenza; ogni verità spirituale dovrà essere confermata dalla scienza per essere accettata dalle più esigenti e avanzate intelligenze dei nuovi tempi.
L’aspirante-ricercatore dell’Età acquariana sa che dovrà trasformare alchemicamente se stesso, attraverso un processo di perfezionamento, per poter accedere a stadi più elevati di coscienza e contemplare l’ “unità” di cui parlano scienza e spiritualità. Ciò non tanto al fine di progredire egli stesso, ma nella consapevolezza che lo sviluppo di ognuno si ripercuote nel cosmo poiché “tutto è in rete”; di questa verità lo stesso web (rete) è il rispecchiamento sul piano fisico e l’esemplificazione visibile.
All’anima che ha intravisto la Meta, ogni aspirazione umana, sia pur giusta e “naturale”, appare poco interessante; essa è pronta al Lavoro per lo sviluppo del piccolo gruppo cui appartiene e del più grande gruppo dell’umanità:
…potremo istillare lo spirito negli affari, nel commercio, nell’economia. Creeremo una politica al servizio di tutti. Le nostre religioni non provocheranno divisioni; al contrario saranno fonte di guarigioni e di risoluzioni di conflitti. I Movimenti per la sostenibilità ambientale e giustizia sociale saranno degli stimolatori e non solo contestatori e, personalmente, gli esseri umani saranno a proprio agio con se stessi e con il mondo intorno a loro. Il matrimonio fra materia e spirito, politica e spirito, religione e spirito, attività e spirito è la più grande unione richiesta ai nostri tempi.
di Edoardo Conte
L'attuale sistema economico-finanziario nonché sociale è lo strumento mediante il quale l'energia cristallizzata che chiamiamo "denaro" viene fatta circolare. La più o meno equa distribuzione del denaro attraverso lo scambio di beni determina ricchezza o povertà, benessere o malessere. Il sistema è basato sullo scambio commerciale, ossia la compra vendita di beni intellettuali, materiali e, a volte, virtuali, come certi oggetti finanziari. Ad una richiesta di un bene corrisponde una cessione di denaro di valore equivalente. Ogni relazione di scambio che sia considerata tale avviene in questo modo o mediante il baratto che, in certi casi, sostituisce il denaro ma non elimina lo scambio. Il denaro può essere sostituito anche da un favore o una cortesia, o un atto di benevolenza che, comunque, all'interno del sistema, sottostà alla legge del "Do ut des" e, quindi, di reciprocità dello scambio. Se spostiamo lo sguardo dal concetto di scambio e prendiamo in esame quello di amore, ci accorgiamo che tra i due esiste una dicotomia, una contrapposizione polarizzata che sembra escludere l'uno all'altro.
Che cos'è Amore?
Amore è proposito, energia e forza di coesione di tutto il creato. La creazione stessa è frutto d'amore poiché fonde in un unico inestricabile amplesso la volontà causativa dello Spirito con l'attività intelligente della sostanza materica, portando in apparenza la molteplicità della forma. Amore, dunque, sottostà ad ogni forma e, nel contempo, è al di fuori e oltre lo scambio formale.
Questo concetto non va sottovalutato poiché è la causa dell'apparente dicotomia tra "Amore" e "Denaro". Una contrapposizione polare che avviene solo entro il Sistema di scambio. Il problema sta nel fatto che l'Amore, quello con la A maiuscola, non può essere oggetto di scambio poiché non è merce. Tutto può essere mercificato. Un'idea, un pensiero, un'emozione e perfino un sentimento possono essere assimilati a oggetti materiali e ottenere un valore di scambio, tranne l'Amore. Proviamo a pensare per un solo momento di scambiare l'Amore come una qualsiasi altra merce. Non è possibile nemmeno immaginarlo, perché l'Amore non può essere scambiato. Si può solo irradiare Amore dalla sorgente interiore del proprio cuore in fusione con il Cuore di Dio. L'Amore non può essere dato in cambio di altro Amore o qualche altro oggetto del desiderio. L'Amore si dona senza chiedere nulla in cambio.
Quando l'Amore diventa mercenario non è più amore ma sesso. Se l'Amore non è e non può diventare un bene di scambio come può penetrare nell'attuale Sistema basato sullo scambio?
Se così fosse sarebbe una " contraddizione in termini". Questa è una domanda lecita la cui risposta non è per niente facile o immediata. Forse è per questa ragione che l'Amore non è presente o precipitato nelle faccende del mondo? Forse è per questo che il Cristo si è fatto immolare sulla croce dell'umanità? Forse la sua resurrezione assume un più alto significato e scopo? Redimere la materia (il corpo) perché possa assurgere o risorgere alla "Gloria" di Dio?
In altre parole ottenere una materia più spiritualizzata, ossia ad una più veloce vibrazione.
Può essere che il Cristo abbia ancorato la forza dell'Amore all'Umanità per far si che il Sistema di condivisione che l'Umanità s'è dato possa mutare il proprio fondamento e, innalzandosi ad una voluta superiore della spirale evolutiva, quindi, aumentando la propria frequenza, permettere che il Verbo d'Amore si faccia carne e diventi la moneta di scambio. "Amatevi l'un l'altro". Questo l'imperativo che rivoluzionerebbe il Sistema e sostituirebbe il "Dono d'Amore" al posto del "Denaro" trasformando l'oggetto di scambio in soggetto di unione. L'Amore viene irradiato da cuore a cuore, da coscienza a coscienza, da soggettività a soggettività non per scambio ma per dono di vita alla vita.
L'Amore, dunque, viene profuso, donato e irradiato, allo stato dei fatti, fuori dal Sistema. Le apparenze attraverso le quali si manifesta l'Amore tra gli esseri umani non appartengono al sistema di scambio ufficiale, bensì ad un soggettivo sistema di intima relazione animica. Tuttavia, poiché ciò che è soggettivo tende ad assumere un'apparenza nella dimensione oggettiva, occorre trovare una forma adeguata per manifestare l'Amore nel Sistema finanziario-economico-sociale. Colui che ama sa che la forma concreta che sta scambiando nell'attuale sistema non è il suo dono, non è il suo vero contributo d'Amore all'evoluzione dell'Umanità, anche se così può sembrare, poiché la modalità del sistema stesso impedisce a quel dono d'Amore di esprimersi come tale, essendo soggiogato alla logica, o legge materiale, dello scambio.
Un nuovo Sistema che avrà sostituito l'economia dello scambio, fondata sul denaro, con La "Economia del dono", potrà portare in manifestazione apparente, cioè nel mondo delle vicende umane, quell'amore soggettivo, ed esprimerlo in fatti concreti, senza più celarlo dietro false apparenze di scambio quali l'amore possessivo, la bontà mercificata, l'altruismo speculativo, la beneficenza sponsorizzata, la compassione compassionevole e tutte le innumerevoli manifestazioni di scambio equo e solidale che di fatto e paradossalmente, in questo sistema sono il frutto di un adeguamento forzato, dell'aspetto Divino dell'Amore.
di Edoardo Conte
Ci siamo mai chiesti che cosa si nasconde dietro agli accadimenti della vita per quanto possano sembrare drammatici, crudeli o nefasti?
Se crediamo che ci sia un disegno divino quegli accadimenti lo devono esprimere se pur in modo distorto e quanto mai degradato. In effetti è proprio così.
Il nostro ascolto è così rallentato che le nostre orecchie percepiscono solo suoni a frequenze basse che assomigliano a terrificanti ruggiti (gli accadimenti negativi), senza più riconoscerne il vero significato udibile solo se innalziamo l'ascolto alla velocità e frequenza originaria.
Non siamo più abituati a decodificare i messaggi dell'esistenza; non abbiamo attivato l'udito interiore in modo da ascoltare i Sussurri dell'Anima al posto dei ruggiti in cui ci imbattiamo ogni giorno.
Dobbiamo sintonizzarci sulla corretta frequenza del Piano Evolutivo innalzando la velocità di ascolto per riconoscere le parole d'Amore che continuamente, anche se apparentemente degradate, incrociano il nostro cammino.
Esempio:
Nel file audio, qui sotto, intitolato: "Pace e Amore" si ascolta a velocità normale una frase ispirata all'Amore e alla Pace che il Piano Divino diffonde costantemente su tutto il pianeta.
Nel file audio intitolato: "Pace e Amore distorti" si ascolta la stessa frase registrata a velocità molto più bassa. E' la frequenza del Piano così come la recepiamo quando siamo rallentati e quasi paralizzati dalla paura o sofferenti per le mille traversie della vita. Il suo significato evolutivo è irriconoscibile tanto è distorto e il suono ci colpisce come un tetro ruggito. Così è il fragore della guerra e dei tanti misfatti che avvolgono l'Umanità in una tempesta oscura. Se innalziamo lo sguardo, però, e aumentiamo la frequenza dell'ascolto, possiamo riconoscere il messaggio d'Amore della vibrazione originaria e diffonderlo a nostra volta affinchè risuoni come un sussurro dell'Anima e faccia risplendere la Luce del sereno. In questo modo rendiamo sacra la vita e riconosciamo che il Piano Divino è buono e giusto e in perenne manifestazione.
di Edoardo Conte
Il denaro, insieme alla paura, è la maggior arma di controllo dell'umanità. Il sistema prevede che alla gente si presti del "denaro" che non esiste, sul quale vengono imposti degli interessi. Quando andate in una banca e sottoscrivete un "prestito", non viene stampata una sola banconota nuova, non viene coniata una sola nuova moneta, né viene spostato di un millimetro un solo grammo di metallo prezioso. Viene solo digitata sul vostro conto corrente la somma che avete deciso di prendere in "prestito". Così si crea denaro dal nulla, un'operazione che non prevede alcun costo. Ma da quel momento voi cominciate a pagare gli interessi su quel "denaro" che non è mai esistito e mai esisterà. Questo sistema viene chiamato "credito".
La stessa forza che ha creato il sistema bancario e controlla tutte le banche, ha creato anche i vari sistemi politici e controlla tutti i maggiori governi. Ciò ha consentito a questi governi di promulgare leggi bancarie che consentano alle loro banche di prestare almeno, e dico almeno, dieci volte tanto la somma che hanno in deposito. In realtà si tratta di una cifra di gran lunga superiore. Ogni volta che depositate in banca un euro o un dollaro, date alla banca la possibilità di prestare dieci euro o dollari che non possiede. Questo sistema del cosiddetto "denaro a corso forzoso" e "prestito della riserva proporzionale" implica che le banche possano creare denaro dal nulla, ogni qualvolta vogliano.
La marea di debiti con cui le persone, le aziende e i governi lottano costantemente si basa ugualmente su "denaro" che non esiste. Debiti personali, debiti nazionali, debiti del "Terzo Mondo" - ogni tipo di debito.
Nessuno di essi esiste veramente, se non sotto forma di cifre sullo schermo di un computer. Pensate alle sofferenze, alla miseria e alla morte che questi debiti schiaccianti causano ogni giorno, pur non essendo altro che cifre scritte su un computer da un impiegato di banca. Niente altro. Vi immaginate come cambierebbe il mondo se venisse creato denaro senza interessi? Vi dicono che è impossibile farlo perché questo è ciò che vogliono farvi credere. Ma si può eccome.
La nuova Financial Tecnology che sta prendendo piede mediante le tecnologie digitali, potenzia maggiormente il condizionamento della masse dando l'illusione di facili guadagni alla portata di un click! Nella luce e nell'ombra il denaro agisce solleticando da un lato la cupidigia umana e dall'altro il principio di Abbondanza che fa della Vita una espressione di benessere e libertà. L'azione nell'ombra è perpetrata attraverso truffe di vario genere tra cui oggi la più diffusa è quella ideata agli inizi del '900 dall'italiano Charles Ponzi immigrato in America. La sua struttura truffaldina è ricordata come: Schema Ponzi e consiste in una catena piramidale di persone, simile alle catene di sant'Antonio.
Ma ritornando alla storia del condizionamento economico finanziario, sia il presidente Kennedy, che il presidente Lincoln iniziarono ad emettere denaro privo di interessi. E cos'altro hanno in comune questi due uomini? I governi potrebbero creare il loro denaro privo di interessi ed eliminare all'istante la necessità di pagare somme esorbitanti di interessi alle banche private. Non è forse una cosa sensata? Allora perché nessun governo o grande partito di opposizione ha mai avanzato questa proposta? Risposta:
(a) gli Illuminati che controllano le banche controllano anche i governi e i vertici dei maggiori partiti politici (vedi anche gruppo Bilderberg);
(b) la maggior parte dei politici che occupano i livelli inferiori di questi partiti sono completamente all'oscuro del sistema finanziario. Persino a fior di "economisti" bisogna spiegare come viene creato il denaro. Non vi sto prendendo in giro.
Negli Stati Uniti miliardi di dollari di debito governativo, pagati col sudore e la fatica della gente, devono essere "risarciti" alla banca centrale statunitense, la Riserva Federale. Essa venne fondata nel 1913 da agenti dei Rothschild, dei Rockefeller e dalla famiglia di banchieri J. P. Morgan e, da allora, il governo statunitense ha preso in prestito i suoi "soldi" dalla "Fed".
La Riserva Federale stabilisce i tassi di interesse negli Stati Uniti, un fatto che ha un effetto determinante sull'economia mondiale a causa dell'interdipendenza che gli Illuminati hanno creato all'interno del loro sistema. Il controllo centralizzato diviene assai più facile da realizzare se si hanno a disposizione i centri chiave del potere grazie ai quali si possono prendere decisioni che hanno un effetto globale e uomini di facciata come Greenspan fanno in modo che tanto potere venga concentrato nelle mani di un solo individuo. Vale la pena notare che il primo cambiamento politico attuato in Gran Bretagna dal governo di Tony Blair (Bilderberg) fu l'annuncio da parte del suo Cancelliere dello Scacchiere, Gordon Brown (Bilderberg), che i tassi di interesse non sarebbero più stati stabiliti dal governo eletto, ma dalla Banca d'Inghilterra controllata dai Rothschild e gestita dal suo governatore, Eddie George (Bilderberg).
Gli Americani credono che poiché la loro banca centrale si chiama Riserva Federale, essa faccia parte del governo federale. In realtà non è così. La Riserva Federale non è né federale, né detiene alcuna riserva. È un cartello di banche private controllate dall'Europa, cioè dai Rothschild e dagli Illuminati. Non revisiona i conti dal 1913, eppure rappresenta la fonte del debito nazionale degli Stati Uniti.
Ecco come funziona. Quando il governo vuole prendere in prestito dei soldi, emette un'"obbligazione dello stato" o "pagherò cambiario" alla banca, mettiamo per un miliardo di dollari. La banca allora stampa un miliardo di dollari o semplicemente li crea su uno schermo e questo per la "Riserva Federale" non comporta alcun costo visto che la spesa irrilevante di qualche migliaia di dollari viene coperta da una somma molto più alta di "denaro" nato dal nulla. Da quel momento il contribuente statunitense inizia a pagare a quella banca privata, che è la Riserva Federale, gli interessi imposti su un miliardo di dollari. Inoltre, il "pagherò cambiario" del governo, ora nelle mani della Riserva Federale, viene valutato come un patrimonio della banca che ora può pertanto prestare una somma pari a dieci volte questo "valore" (in questo caso dieci miliardi di dollari) e imporre interessi anche su di essa. Ciò accade in ogni paese del mondo!
Quando entrate in una banca e sottoscrivete un prestito con garanzia pignoratizia, ecco che la stessa truffa si ripropone. La vostra casa, la vostra terra o la vostra azienda vengono valutati come un bene della banca che può così prestare ad altri clienti una cifra pari a dieci volte il valore di quei beni. Quando prendete un prestito, in realtà prendete in prestito i vostri stessi beni e pagate una certa cifra alla banca per questo privilegio. Inoltre, le banche dispongono di sistemi noti come "imprese bancarie", che consentono loro di disporre di un potenziale infinito di "capitale" da destinare al prestito. Se poi, nonostante queste ridicole leggi bancarie, una banca non dispone di sufficiente deposito per effettuare un certo prestito, essa "prende in prestito" del denaro da un'altra fonte. Quella fonte deve solo depositare il proprio denaro presso la banca per un breve periodo - un mese, o anche qualche giorno - e durante quel periodo la banca può legalmente concedere un prestito pari a dieci volte la somma che quella fonte esterna ha depositato presso di essa. Una volta stipulato il prestito, la fonte si vede restituire il proprio denaro maggiorato dagli interessi che vanno a ricompensare il suo disturbo.
La fame e la povertà del mondo non sono fenomeni naturali. Sono invece volutamente architettati attraverso il sistema del "denaro" e del debito creato dagli Illuminati. Le banche centrali sono parte di una rete, di cui fanno parte anche le compagnie petrolifere, e tutte sono controllate dalle famiglie degli Illuminati.
La Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, e la Commissione bancaria internazionale, sono gli organismi che coordinano le politiche delle varie banche centrali apparentemente slegate tra loro.
L'opinione pubblica non sospetta minimamente la vera provenienza del denaro. Essa ha solo una vaga idea del fatto che il "governo" lo stampi o qualcosa del genere. In realtà, tutto il "denaro" del mondo, a parte una piccola frazione, viene messo in circolazione dalle banche che emettono un prestito o "credito". Perciò, sin dall'inizio, il "denaro" nasce come debito poiché esso viene messo in circolazione dalla banca che emette un prestito o "credito". In questo modo, le banche (in definitiva controllate dalle stesse persone) detengono pieno controllo sulla quantità di "denaro" in circolazione. E il denaro in circolazione determina i periodi di boom o di recessione economica. La causa di tali recessioni non è la gente che improvvisamente decide di non voler lavorare, comprare cose o avere una casa. La vera causa è la mancanza di sufficienti unità di scambio ("denaro") in circolazione in grado di generare l'attività economica che crea la necessaria occupazione e il necessario reddito. Ma chi controlla quanto "denaro" è in circolazione? Le banche degli Illuminati. Ciò che segue è una sintesi di come funziona il "ciclo economico" ormai in vigore da secoli.
Dapprima vengono concessi molti prestiti a basso interesse per incoraggiare le persone a ricorrere al prestito. Ciò aumenta vertiginosamente la quantità di denaro in circolazione e, di conseguenza, di denaro destinato alle spese della popolazione. Questo stimola un aumento della domanda e dell'offerta di prodotti e incrementa l'occupazione. Ecco allora che si ha un "boom". È interessante il fatto che le persone tendono a contrarre molti più debiti durante i periodi di boom poiché sono talmente fiduciose dal punto di vista finanziario che prendono in prestito più soldi per comprare un'auto più grande, una casa più grande e per fare vacanze migliori. Le industrie prendono in prestito più soldi dalle banche per comprare nuovi macchinari che soddisfino l'accresciuta "domanda". I mercati azionari esplodono e la gente investe sempre più dei suoi soldi in questo casinò globale, anche se ciò vuol dire contrarre nuovi prestiti. Poi, quando questo "boom" è al culmine, perché la mossa sia il più efficace possibile, le banche, sotto un coordinamento centrale, cominciano a ritirare il denaro dalla circolazione. Gonfiano i tassi di interesse attraverso la loro Riserva Federale, la Banca d'Inghilterra e altre banche centrali. Improvvisamente un sacco di denaro che prima circolava e che veniva usato per comprare i prodotti, viene ritirato per pagare alle banche alti tassi d'interesse, e le banche cambiano improvvisamente politica e concedono sempre meno prestiti. In seguito, aumenta il "denaro" che viene ritirato dalla circolazione rispetto a quello che è in circolazione e non circola abbastanza denaro per acquistare ciò che prima veniva acquistato. Privi della speranza di trovare un lavoro, i disoccupati perdono le loro case, le loro famiglie soffrono la fame e le aziende vanno in fallimento. Tutte queste case e queste aziende erano state comprate con "prestiti" di "denaro" nato dal nulla, messo a disposizione dalle banche. Chi ha contratto il prestito ha concesso alle banche il diritto di rilevare quelle aziende e quelle case nel caso di un mancato risarcimento del proprio debito. La recessione, creata dalle banche, ora concede alle banche il diritto di confiscare tutta la vera ricchezza - le case, la terra, le aziende e i beni - per non aver prestato niente altro che cifre su uno schermo. In breve, nel corso della prima fase, le banche concedono un sacco di prestiti e poi ritirano così tanto denaro dalla circolazione che non ne rimane a sufficienza per pagare i debiti. Ciò permette loro di derubare legalmente la popolazione delle proprie ricchezze.
Questo è ciò che, durante i telegiornali, "corrispondenti economici" elegantemente vestiti e per lo più ignoranti chiamano "il ciclo naturale dell'economia". Non vi è nulla di naturale in tutto questo. L'intera faccenda è una truffa. Nel corso della prima fase, del "boom:', viene calata la lenza, che viene poi ritirata durante la seconda fase, quella della "depressione". Questo ciclo di manipolazione viene attuato da centinaia, persino migliaia, di anni, fin dai tempi delle operazioni bancarie dei Cavalieri Templari e di Babilonia. Attraverso questo ciclo sono state depredate le ricchezze del mondo, che sono poi finite nelle mani di una ristretta minoranza, dove rimangono tutt'oggi.
Ora gli Illuminati stanno progettando di completare il loro controllo finanziario sul genere umano attraverso la creazione di una banca centrale mondiale e di una valuta elettronica globale. Questa banca prenderebbe tutte le più importanti decisioni finanziarie che interessano ogni paese. La valuta metterebbe poi fine alla moneta e a tutte le varie valute.
Un giornale britannico che si chiama Metro riportò il 20 dicembre 2000 che Singapore avrebbe eliminato la moneta entro il 2008. In un articolo intitolato "L'inizio della fine per la moneta", il giornale rivelava che Singapore (un "paese" controllato dagli Illuminati britannici) stava introducendo gradualmente la "valuta elettronica" e che avrebbe fatto di tutto per diffonderla. Le transazioni finanziarie, continuava l'articolo, si sarebbero fatte usando denaro depositato nei chip di un computer, e la moneta sarebbe diventata solo un ricordo, mentre il denaro sarebbe circolato solo per via elettronica attraverso impulsi digitali trasmessi da telefoni cellulari, computer palmari e persino orologi. È recente la creazione dello Yuan digitale da parte della Cina e del Dollaro digitale. Anche la BCE ha pronto l'Euro digitale per mettersi in pari nella guerra finanziaria che sfocerà nel prossimo futuro. Guerra tra le banche centrali fra loro per il dominio del mondo economico/finanziario nel pericolo destabilizzante causato dalle emergenti cripto valute come il Bitcoin e l'Ethereum.
Si tratta della fase immediatamente precedente all'introduzione di microchip nell'organismo umano.(http://www.disinformazione.it/biochip.htm) Secondo il progetto di Singapore, i consumatori saranno in grado di puntare un telefono cellulare verso un articolo per registrare il prezzo. Il telefono controllerebbe poi il saldo del conto del consumatore e ne scalerebbe la cifra pari al prezzo dell'articolo che si vuole acquistare. Il governo di Singapore ha detto che questo farebbe risparmiare un piccolo capitale per quel che riguarda i costi di lavoro, sicurezza e trasporto, che normalmente si devono sostenere per la produzione e la circolazione di banconote e monete. Low Siang Kok, direttore della valuta presso la Commissione di Direttori della Valuta, ha detto: "Le banconote e le monete saranno un lontano ricordo. È inutile cercare di fermare la tecnologia. Se volete dare ai vostri figli la paghetta, gliela darete tramite il telefono. La potranno usare per i biglietti dell'autobus, nella mensa della scuola, o per qualsiasi altra cosa". Poi ha elencato tutti i vantaggi di una società priva di moneta, che io ho previsto molto tempo fa che sarebbero stati pubblicizzati tra la popolazione: maggiore sicurezza rispetto alla moneta e alle carte di credito ecc. ecc.
Mayer Amschel Rothschild, fondatore della dinastia dei banchieri Rothschild, ha detto: "Datemi il controllo sulla moneta di una nazione e me ne frego di chi fa le leggi". Questa frase è stata anche attribuita a un altro Rothschild. Meno valute ci sono, maggiore è il controllo che si può esercitare sul sistema finanziario. Ecco perché l'euro è stato introdotto all'interno dell'Unione Europea e anche sul Canada vengono esercitate pressioni sempre più forti affinché adotti il Dollaro statunitense. Si tratta di piccoli passi verso la valuta mondiale.
Grazie all'Euro, per esempio, un gruppo di banchieri che nessuno ha eletto della Banca centrale europea di Francoforte, (dove nacque la dinastia di banchieri dei Rothschild) esercita il controllo sui tassi di interesse e la politica finanziaria dell'intera Europa.
Qualcuno si è mai preoccupato di questo? O se ne è almeno reso conto? La fase successiva prevede la creazione della Banca centrale europea che consentirà ai banchieri Illuminati di imporre alti tassi di interesse e una certa politica finanziaria ad ogni paese del pianeta. La valuta mondiale diventerà elettronica e favorirà il controllo sulla popolazione. Al momento se il vostro denaro elettronico, cioè la carta di credito, non viene accettato dal computer, potete ancora pagare con i contanti. Ma cosa accadrà quando i contanti non esisteranno più e il computer dirà no alla vostra carta di credito o al vostro microchip, che sostituiranno proprio i contanti? Non ci sarà nessun altro modo di acquistare qualcosa e chi programmerà quel computer ad accettare o no la vostra carta o il vostro chip controllerà cosa, dove e se avete comprato qualcosa. Inoltre, ogni volta che comprerete un qualche prodotto, verranno registrati il luogo, l'ora, l'articolo e il costo. L'idea è questa, e la quantità di contante in circolazione è già inferiore alle transazioni che avvengono per via elettronica. E sarà sempre di meno.
Gli Illuminati controllano le banche, le grandi aziende e i governi e, quindi, va a loro la gran parte dei soldi che spendiamo o risparmiamo. L' 80% circa del costo del carburante nel Regno Unito è costituito da tasse governative e le compagnie petrolifere dicono che non possiamo ritenerle responsabili di quei costi visto che solo una minima percentuale del costo della benzina va a loro. Beh, questo non è vero. Gli Illuminati possiedono tutte le compagnie petrolifere e ricavano un enorme profitto dalla loro percentuale di quegli introiti. La BP-Amoco annunciò di realizzare profitti pari a 3.306 euro al secondo. Ma, naturalmente, non poté mai negare di incassare una somma pari a quella che il governo introita attraverso le tasse. Così le tasse governative permettono agli Illuminati di depredare ulteriormente la popolazione e, poiché essi controllano la politica del governo attraverso i loro fantocci e i loro agenti, quelle tasse vengono per lo più destinate alla promozione dei loro piani.
Secondo Phil Schneider, che contribuì all'edificazione di basi sotterranee negli Stati Uniti, i "Fondi Neri" destinati ai progetti degli Illuminati coprono il 25% del prodotto nazionale lordo degli Stati Uniti e (parlando nel 1995) egli rivelò che venivano consumati 1,25 trilioni di dollari ogni due anni. La stessa situazione si ha con la tassa sull'alcol. Gli Illuminati, attraverso famiglie come i Bronfman in Canada, controllano i produttori e i distributori di liquori. Anche il liquore è pesantemente tassato e anche qui vale lo stesso discorso già fatto per il carburante. Nel mondo è diffusa la tassa denominata VAT, o IVA in Italia, una Imposta sul valore aggiunto. La gente compra prodotti dalle aziende degli Illuminati e paga una tassa extra per quel privilegio. Questa tassa viene destinata dal governo al finanziamento dei propri piani. Voi, magari, limitate le vostre spese e mettete in banca i vostri soldi. Così facendo, concederete agli Illuminati il diritto di prestare denaro e di imporre interessi su una somma dieci volte superiore rispetto a quella che avete depositato.
Se donate i vostri soldi alla ricerca sul cancro, li date in realtà al cartello farmaceutico degli Illuminati che non ha alcuna intenzione di mettere a punto una cura per il cancro.
Se fate un'offerta al WWF, darete i vostri soldi a un'altra facciata degli Illuminati che sta sfruttando i problemi ambientali per i propri fini.
Ma allora l'umanità si e rincretinita o cosa? Come disse Henry Ford: "Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione".
Gli "Illuminati" hanno lavorato incessantemente per rendere tutti i paesi dipendenti dal sistema finanziario e commerciale globale da loro creato e controllato. Ancora una volta è di gran lunga più difficile per la minoranza imporre la propria volontà a una maggioranza se quest'ultima opera in unità economiche (paesi) che possono decidere la propria politica finanziaria e commerciale. Così gli Illuminati dapprima crearono l'accordo GATT sul "libero commercio" per impedire agli stati nazionali di difendere la propria economia dall'importazione di merci che distruggono l'occupazione locale. I loro uomini piazzati all'interno del governo firmarono quegli accordi, negoziati da agenti degli Illuminati come l'irlandese Peter D. Sutherland, il membro del Bilderberg che fu a capo del GATT. Egli divenne poi capo dell'Organizzazione mondiale del commercio in quella roccaforte degli Illuminati che è la Svizzera. Tale organizzazione si sostituì al GATT e ora ha enormi poteri che le consentono di imporre multe vertiginose alle nazioni che non rispettano le sue regole. A proposito, la Svizzera non viene mai attaccata durante le guerre, poiché è il paese attraverso cui gli Illuminati finanziano le guerre! La storia è semplicissima per chi riesce a vedere al di là del velo. Sutherland venne rimpiazzato all'Organizzazione mondiale per il commercio dall'italiano Renato Ruggiero, un altro membro del Bilderberg, che fu anche dirigente di una delle maggiori compagnie degli Illuminati, la British Petroleum o BPAmoco. Egli successe al precedente capo della BP, Sir David Simon, che entrò a far parte del governo di Tony Blair come "Ministro per il Commercio e la competitività in Europa" con il compito di far aderire il Regno Unito all'Euro e agli Stati Uniti d'Europa. La fine delle barriere commerciali in Europa sotto il Mercato comune ridusse ulteriormente il controllo che ogni singolo paese esercitava sulla propria economia, e lo stesso si può dire nel caso dell'Accordo per il libero commercio nordamericano tra gli USA, il Canada e il Messico.
I poteri dell'Organizzazione mondiale per il commercio fanno sì che i paesi poveri del "Terzo Mondo" non possano usare la propria terra per sfamare innanzi tutto la loro popolazione, né rifiutare importazioni che causano fame e povertà, distruggendo l'occupazione locale. Se siete mai stati in Africa saprete che l'idea che questo continente non possa sfamare il suo popolo è decisamente ridicola. Potrebbe sfamare gran parte del mondo. La popolazione ha fame perché le terre coltivate non vengono usate per riempire le pance vuote, ma per produrre raccolti destinati alla vendita per le multinazionali di proprietà degli Illuminati o per combattere guerre architettate dagli Illuminati.
Le multinazionali pagano tasse ridotte, se non inesistenti, a questi paesi e poiché possiedono la terra a spese della popolazione, possono pagare salari da fame ai lavoratori che non hanno alcuna altra possibilità di occupazione e di indipendenza economica. Le multinazionali degli Illuminati sono delle sanguisughe che prosciugano questi paesi di denaro, possibilità e risorse. Sono, cioè, responsabili di genocidi. Ma in fondo i loro proprietari sono gli Illuminati che considerano gli umani nello stesso modo in cui la maggior parte degli umani considera gli animali.
Quando i paesi europei "si ritirarono" dalle colonie sparse in tutto il mondo e garantirono loro la "indipendenza", lo fecero solo in apparenza. L'occupazione materiale per mano degli eserciti stranieri fu rimpiazzata dall'occupazione finanziaria da parte delle banche, e il piano prevede il ritorno all'occupazione materiale attraverso le multinazionali e le Nazioni Unite. Le famiglie degli Illuminati e le società segrete continuarono a controllare la maggior parte dei leader "indipendenti" dell'Africa, dell'Asia e dell'America centrale e meridionale. In realtà, controllando il sistema, gli Illuminati controllano tutti quei paesi, anche quelli che non dipendono direttamente da loro. Furono questi leader che firmarono gli accordi che prevedevano la cessione di terre coltivabili alle multinazionali. Dissero al loro popolo che sarebbero stati in grado di importare cibo che avrebbero potuto produrre da soli con i "soldi" che il paese riceveva dall'esportazione di risorse e materie prime. Ma il prezzo di quelle materie prime è stabilito dal mercato europeo e da quello americano. Poiché sono gli Illuminati a decidere il prezzo delle materie prime vendute dai paesi del "Terzo Mondo", essi possono mettere in ginocchio quei paesi ogni volta che vogliono. Ai leader-fantocci tutto questo non interessa quasi mai, visto che sono ben pagati per il servizio che offrono al dragone. Chiedetelo al pluriomicida Robert Mugabe dello Zimbabwe.
Il colpo più efficace messo a segno dagli Illuminati a danno dei paesi in via di sviluppo fu la creazione del debito del "Terzo Mondo". Gli Illuminati dissero ai dittatori dei paesi arabi produttori di petrolio che avrebbero aumentato di molto il prezzo del greggio a patto che gli Arabi depositassero questi inattesi profitti in particolari banche degli Illuminati. I dittatori arabi accettarono. Gli agenti degli Illuminati e i membri del Bilderberg si riunirono allora nel maggio 1973 nell'isola svedese di Saltsjoebaden, di proprietà della famiglia di banchieri Wallenberg. Qui misero a punto i dettagli del vertiginoso aumento del prezzo del petrolio. La fase successiva fu trovare una scusa che giustificasse quell'aumento e, cinque mesi più tardi, Henry Kissinger, un dirigente del Bilderberg, architettò la guerra Yom Kippur tra l'Egitto e Israele. Nel 1973 egli fu Segretario di Stato statunitense e Consigliere per la Sicurezza interna. Gli Stati Uniti di Kissinger e l'Occidente sostennero gli Israeliani durante la guerra con l'Egitto e questo fornì ai leader arabi motivo per una ritorsione economica. Al momento stabilito, i dittatori dei paesi petroliferi arabi ostentarono il loro disgusto nei confronti del sostegno concesso a Israele dall'Occidente, ciò divenne un pretesto per "punire" l'Occidente innalzando il prezzo del petrolio a livelli che misero in ginocchio l'economia mondiale. Sapete cosa succede quando al telegiornale viene detto che i paesi dell'OPEC stanno discutendo il prezzo del petrolio? Beh, in realtà non sono loro a discutere. Sono gli Illuminati che decidono il prezzo del petrolio poiché sono loro a controllare i leader dell'OPEC e tutte le compagnie petrolifere. Una volta che queste inimmaginabili somme di denaro erano state depositate nelle loro banche dai dittatori arabi, gli Illuminati scoprirono la carta successiva. Andarono in tutti i paesi del "Terzo Mondo" e offrirono loro enormi prestiti a bassi tassi d'interesse per "lanciare" la loro economia e "industrializzarli".
Il bello fu che le banche degli Illuminati non vollero che questi debiti venissero loro pagati per ragioni su cui mi soffermerò tra breve. Sapevano che il denaro sarebbe stato per lo più sprecato dai loro tirapiedi e, comunque, la mossa successiva li mise al riparo da ogni risarcimento. A questo punto infatti entra in scena Margaret Thatcher (Bilderberg), la "Lady di ferro", che fu, in realtà, uno dei leader più controllati e manipolati del XX secolo. A manovrarla fu il suo Ministro degli Esteri e membro della famiglia Rothschild, Lord Carrington. Si tratta di un amico di Henry Kissinger, di un ex presidente del Gruppo Bilderberg e del Ministro degli Esteri britannico che architettò la Guerra delle Falkland e che consegnò il potere nelle mani del dittatore Robert Mugabe nell'ex Rhodesia, oggi Zimbabwe. Margaret Thatcher, una volta eletta nel 1979, introdusse la "sua" perversa politica economica nota come "Thatcherismo". La sua vittoria fu assicurata dalla demolizione del precedente governo laburista provocata dall"'inverno dello scontento", un'operazione creata dagli Illuminati, che attivarono propri agenti all'interno del movimento sindacale per dar vita a un fuoco di fila di scioperi. Ad un certo punto si cominciò ad accumulare la spazzatura per le strade e persino i morti non potevano essere sepolti. (Gli Illuminati furono anche dietro alle dispute, agli scandali e alle lotte contro il governo conservatore proprio prima delle elezioni del 1995, che videro vincere con una valanga di voti il candidato laburista Tony Blair). Un anno dopo rispetto al lancio del Thatcherismo nel Regno Unito, lo stesso programma politico fu introdotto negli Stati Uniti sotto il nome di "Reaganismo" con l'elezione del presidente-fantoccio Ronald Reagan e del suo controllore, il vicepresidente George Bush. Il Thatcherismo e il Reaganismo imposero condizioni economiche che provocarono notevoli rialzi nei tassi di interesse.
Ora il cerchio è completo. I paesi del "Terzo Mondo", che avevano accettato quegli imponenti prestiti a basso tasso d'interesse, furono poi posti di fronte a un tale aumento delle somme da restituire che non sarebbero mai stati in grado di pagare quegli interessi. Ecco che nacque l'espressione "debito del Terzo Mondo". Il costo in miseria umana superava ogni immaginazione e a questo punto entrarono in scena alcune creazioni degli Illuminati come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca mondiale (attualmente capeggiata dal socio dei Rothschild e membro del Bilderberg, James Wolfensohn). Essi dissero a questi paesi oppressi dal debito e colpiti dalla povertà che dovevano tagliare i fondi per il cibo e l'assistenza sanitaria e "ristrutturare" le loro economie in conformità alle istruzioni del FMI e della Banca mondiale. Nel caso si rifiutassero di farlo, non avrebbero più beneficiato di alcun "aiuto". A questo punto tali paesi non furono più in grado di inaugurare una politica di auto sufficienza perché le multinazionali degli Illuminati controllavano gran parte della loro terra coltivabile e ad essi furono imposte sia restrizioni di tipo commerciale che la restituzione del debito. Cosa successe allora? La popolazione morì di fame e sta ancora morendo e qualunque capo cerchi di opporsi agli Illuminati, si ritrova il proprio paese coinvolto in una guerra.
Ma gli Illuminati non avevano ancora finito. Perché non volevano che questi paesi restituissero i propri debiti? Per la stessa ragione per cui non volevano che molte persone all'interno dei paesi industriali restituissero i propri debiti. Vogliono la loro terra e le loro risorse e il controllo che il debito genera. Oggi vengono implementate politiche di "sgravio del debito" che prevedono che questi paesi poveri rinuncino per sempre ai diritti sulle loro terre e risorse in cambio del "condono" del debito. Un debito che esiste solo sotto forma di cifre sullo schermo di un computer. Notate che i governi "condonano" il debito del Terzo Mondo rinunciando ad ogni restituzione perché ad essere prestati sono i soldi dei contribuenti. Nessun problema, quei soldi non verranno mai a mancare. Ma le banche, in altre parole gli Illuminati, stanno barattando il "debito" con la terra e le risorse.
Si ricorre alla stessa tecnica laddove il debito viene barattato con riserve naturali: ai paesi poveri viene "condonato" il debito se cedono grossi appezzamenti di terreno alle Nazioni Unite e alle agenzie ambientali per la "salvaguardia del pianeta". Viene da ridere se si pensa che a distruggere più di tutto l'ecologia sono proprio le politiche attuate dall'FMI, dalla Banca mondiale, e dalle banche degli Illuminati che devastano i paesi del "Terzo Mondo" e costringono la gente a distruggere l'ambiente, comprese le foreste fluviali, solo per sopravvivere. E che strano che, mentre le banche degli Illuminati e le multinazionali perseguono politiche che devastano l'ambiente, siano proprio le famiglie degli Illuminati, come i Rockefeller, a finanziare e presentare rapporti che sostengono che il pianeta sta morendo e che noi dobbiamo "salvarlo"!
Strano anche che molti gruppi di pressione ambientalisti siano in realtà agenzie degli Illuminati, non ultimo il Worldwide Fund for Nature, presieduto dal principe Filippo e dal presidente di vecchia data del Bilderberg, il principe Bernhard dei Paesi Bassi.
Fu Bernhard a presiedere l'incontro in Svezia che decise di mandare alle stelle il prezzo del petrolio con le sue catastrofiche conseguenze ambientali. Ma, in realtà, niente di tutto questo è poi così strano. "Salvare l'ambiente" si addice perfettamente agli Illuminati poiché prevede l'imposizione di leggi centralizzate e globali e l'acquisizione della terra su scala mondiale da parte delle Nazioni Unite e di altre agenzie degli Illuminati nel nome della "protezione ambientale". Pensate a quanti eserciti invasori che causano genocidi in luoghi come il Ruanda e il Burundi, si rifugiano all'interno di parchi e riserve naturalistiche lungo i confini e sferrano i propri attacchi da quei luoghi. Il sistema è stato creato in modo tale che chi controlla il denaro, controlla il mondo, e a controllare il denaro sono le famiglie degli Illuminati.
Ma qui ci sono anche delle buone notizie
Ciò significa infatti che tutti questi cosiddetti problemi irresolubili come la povertà, il debito e la guerra, non sono calamità "naturali". Qualcuno li provoca, al fine di rendere l'umanità più facilmente controllabile e manipolabile. Su questo pianeta c'è abbondanza per tutti, non fatevi fregare. Non è necessario che perché qualcuno sia ben nutrito, altri soffrano la fame. Allora perché c'è così tanta povertà e tanta potenziale abbondanza? Controllando la creazione e il flusso del denaro, della terra e delle risorse, gli Illuminati limitano la scelta e creano dipendenza - da loro. La loro Banca centrale mondiale e la valuta unica sono finalizzate ad imporre quel controllo ancora più nettamente. La loro è una semplice equazione: Scarsità = dipendenza = controllo. Abbondanza = scelta = libertà. E dato che mantengono il controllo sulle risorse materiali, l'unico modo per liberarsene è quello di ricorrere alla vera abbondanza che è quella spirituale.
Vivere in essenzialità libera l'essere umano dal giogo del condizionamento mondiale. L'essenza della vita è equilibrio, sintonia e rispetto tra i regni di Natura.
Quando ciò si realizza, l'abbondanza inonda l'esistenza. Abbondanza di amore e fratellanza che sazia i cuori e i corpi attraverso la Legge della Grazia e della Provvidenza.
di Edoardo Conte
La storia dell’Umanità è stata tramandata da sempre secondo i mezzi di comunicazione di ciascun’epoca. Fin dalla preistoria, la memoria delle vicende umane è stata fissata sulla pietra con i pigmenti della terra e dei vegetali, o scolpendola e graffiandola con punte di frecce. Gli strumenti si sono evoluti nel tempo; la punta è diventata penna d'oca e poi pennino ed i pigmenti, raffinate miscele minerali, fino a giungere agli attuali mezzi digitali di comunicazione che ne contemplano milioni in una sola palette. La tecnologia sta rivoluzionando le modalità di memorizzazione del vissuto planetario. La scrittura abbandona man mano il supporto cartaceo a favore di quello digitale ed anche le immagini e i suoni sono convogliati nel codice numerico, quasi a tornare alle origini della creazione quando il pensiero fattosi Verbo aleggiò sulle acque e diede concretezza all’espressione matematica dell’universo!
Tutto è trasformato in una serie di zero e uno in quello che viene chiamato: il codice binario. Ma se ci addentriamo nel significato di questa trasformazione, ci rendiamo conto che il codice binario non è altro che la trasmutazione della memoria del passato in impulsi elettro-magnetici.
L’elettro-magnetismo sembra farla ancora una volta da padrone, da quando lo Spirito si polarizzò nei confronti della Materia per dar vita all’esistenza attraverso quel campo elettro-magnetico totale che è spazio di esplorazione e, al tempo stesso, identificazione della Coscienza universale.
Dunque, la Coscienza globale memorizza le sue esperienze nel codice numerico che è impulso elettro-magnetico. Gli antichi lo chiamavano memoria akashica e dicevano risiedesse nella dimensione astrale. Sembra proprio che niente sia cambiato, tranne che per il fatto che ora siamo tecnologicamente capaci di immagazzinare la memoria dell’Umanità in pacchetti digitali. Pacchetti di quanti circolanti nella rete eterica planetaria. Ebbene sì, la digitalizzazione dei “Big Data” è la capacità umana di avere accesso alla dimensione eterica, ed in essa alloggiare i dati storici dell’intera popolazione mondiale. Ciò che in antichità si faceva con l’aiuto della Magia di pochi eletti che avevano accesso a quelle dimensioni sottili, ed era bagaglio e attività del Deva astrale planetario, oggi si fa con la tecnologia. E chissà cosa ci riserverà il domani! Potremo senz'altro iniziare i primi passi nel mentale planetario dirigendo consapevolmente l'attività dei Deva di quel Piano.
In definitiva, dobbiamo diventare coscienti della comunicazione digitale e sfatare, una volta per tutte, che sia meno tangibile o duratura di quella tradizionale. I dati nell’eterico durano quasi in eterno e, senza dubbio, molto più che incisi sulla pietra. Inoltre, non vi è il pericolo di perderli, se non sul supporto magnetico che è deteriorabile; e sono modificabili attraverso l'immaginazione e, in avanti, magari, con una tecnologia neurale che influirà sul passato e lo adatterà alle esigenze del futuro.
Facciamo che la digitalizzazione serva gli scopi dell’evoluzione e testimoni il nostro iniziale dominio sulle dimensioni "sottili".
Due scienziati di fama mondiale, esperti in fisica quantistica, dicono che si può dimostrare l’esistenza dell’anima, basandosi sulla fisica quantistica.
Lo studioso americano Stuart Hameroff e il fisico inglese Roger Penrose hanno sviluppato una teoria quantistica della coscienza, affermando che le anime sono contenute all’interno di strutture chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali (neuroni).
L’anima sarebbe composta da prodotti chimici quantistici, che nel momento della morte fuggono dal sistema nervoso per entrare nell’universo.
La loro idea nasce dal concetto del cervello visto come un computer biologico.
La coscienza sarebbe una sorta di programma per contenuti quantistici nel cervello, che persiste nel mondo dopo la morte di una persona.
Le anime degli esseri umani sarebbero perciò molto più che la semplice interazione dei neuroni nel cervello: sarebbero della stessa sostanza dell’universo ed esisterebbero sin dall’inizio dei tempi.
Il dottor Hameroff, professore emerito nel Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia, nonché Direttore del Centro di Studi sulla Coscienza dell’Università dell’Arizona, ha basato gran parte della sua ricerca negli ultimi decenni nel campo della meccanica quantistica, dedicandosi allo studio della coscienza. Con il fisico inglese Roger lavora sulla teoria dell’anima come composto quantistico dal 1996. I due studiosi sostengono che la nostra esperienza di coscienza è il risultato degli effetti di gravità quantistica all’interno dei microtubuli.
In una esperienza di pre-morte i microtubuli perdono il loro stato quantico, ma le informazioni contenute in essi non vengono distrutte. In parole povere, l’anima non muore ma torna all’universo. Con la morte, “il cuore smette di battere, il sangue non scorre, i microtubuli perdono il loro stato quantico”, ha detto il dottor Hameroff. L’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non è distrutta, non può essere distrutta, si distribuisce soltanto e si dissipa nell’universo in generale, ha aggiunto. Se colui che ha avuto un’esperienza di pre-morte risuscita, rivive, questa informazione quantistica può tornare nei microtubuli. In caso di morte è possibile che questa informazione quantistica possa esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato, come anima. Il dottor Hameroff dice che gli effetti quantistici, che svolgono un ruolo in molti processi biologici come l’odore, la navigazione degli uccelli o il processo di fotosintesi, stanno cominciando a convalidare la sua teoria.
Stuart Hameroff: https://it.wikipedia.org/wiki/Stuart_Hameroff
Roger Penrose: https://it.wikipedia.org/wiki/Roger_Penrose
di Edoardo Conte
La coscienza è il mediatore che ha la funzione di interagire tra Spirito e Materia, ossia, tra la causa di vita e il suo effetto, cioè la forma materiale.
Questa funzione è svolta dando continuamente significato agli accadimenti che la vita stessa le pone dinanzi per misteriose motivazioni Karmiche che solo l’Anima sul suo Piano sa e accetta per l’evoluzione dell’unità di coscienza incarnata.
Occorre conoscere come funziona il rapporto dinamico della coscienza con la Vita e la forma.
Diciamo subito che la coscienza valuta le due correnti o forze che, pur essendo sempre presenti, impara a cavalcare alternatamente. Le due forze sono la centripeta e la centrifuga: lo Yin e lo Yang.
Vediamo come la coscienza procede utilizzando il cuore e poi la mente per compiere la sua opera di elevazione dei significati affinché le forme (effetti) diventino sempre più rispondenti alle cause archetipiche dell’impulso spirituale o Vita.
La coscienza si collega al centro del Cuore che è il centro del Cristo vivente. Il centro del Cuore ha una qualità speciale: è allo stesso tempo fuori e dentro lo spazio tempo! La mente non può comprendere questo paradosso e, dunque, è inutile speculare riflettendoci sopra. Si deve accettare questa verità occulta e procedere fiduciosi.
Dunque, la coscienza penetra il centro del Cuore e segue l’onda spiralica che da esso giunge alla Monade. La Monade è il punto individuato di Spirito e quindi, il punto di ancoraggio del centro del Cuore al centro di Vita. La Monade è la nostra singola unità vitale, parte della Vita Una che a sua volta è il Proposito dello Spirito Uno o Padre universale. La Monade estende il suo dominio della realtà dal Piano Logoico al primo sottopiano del Piano Manasico dove si ancora nel Loto Egoico o corpo Causale, poiché la Monade è causa volitiva della Vita individuale. Eppure, il suo collegamento vitale giunge fino al centro del Cuore che, sappiamo bene, essere il centro della vita nell’individuo incarnato.
Ciò che sembra una contraddizione si rivela essere la magia della Monade che affonda le radici della vita nel Cuore pur limitando la sua visione della realtà al Piano manasico superiore. Non sembri strano, poiché, dal punto di vista della Monade la realtà si ferma alla sostanza del pensiero astratto che per tutte le entità superiori, dai Maestri ai Logoi, è la materia più densa. Dopo tutto, non è forse con il pensiero astratto o idea progettuale, che si costruiscono le forme? Al di sotto del sottopiano manasico vibra la vita solo come un riflesso di quelle forme superiori di pensiero che Platone chiamava Iperuranio in contrapposizione al mondo della Caverna che chiamava: delle ombre.
Allora, non sembri un controsenso che la Monade limiti la sua realtà alla materia del pensiero animico eppure si ancori al cuore umano che, come scritto sopra, è fuori e dentro lo spazio tempo!
Ma ritorniamo alla funzione della coscienza che, dapprima, contatta la Monade dal Cuore, utilizzando l’onda centrifuga, per comprendere e dare significato alla causa d’esistenza. Questo è un atto coscienziale straordinario. La coscienza vibra con la Vita e, quindi, può comprenderne lo scopo, la funzione, il perché e poi, carica di quella comprensione, si sposta nel centro della Cavità, che è la controparte del centro del Cuore nella Testa, e ivi, utilizzando la forza centripeta, plasma la forma nello spazio materno che è lo spazio del pensiero: la placenta della mente cerebrale in cui le forme-pensiero stanno in gestazione prima di essere partorite come nuove forme di espressione della relazione della coscienza con la Vita.
Così la coscienza svolge il suo duplice compito di evolvere se stessa e di elevare la vibrazione delle forme materiali per riportarle allo stato primigenio del puro pensiero archetipico. In realtà il compito è uno, poiché l’evoluzione coscienziale si attua nell’elevare il significato e quindi, la frequenza delle forme materiali alla vibrazione degli Archetipi, che sono la perfetta manifestazione creativa del pensiero di Dio.
di Edoardo Conte
Il concetto di alternanza degli opposti fortemente presente nel taoismo è ben simboleggiato dallo yin e yang.
“La notte insegue sempre il giorno ed il giorno verrà” ricorda la strofa di una nota canzone degli anni 70: “Il mondo”. Questo il concetto che sintetizza le due vie o le due correnti che da sempre hanno segnato il cammino della vita. Non solo notte e non solo giorno; bensì, la complice alternanza dei due sancisce il compimento del ciclo tra il maschile e il femminile; tra il proiettare un’idea nello spazio come fece il Padre creatore e l’accogliere quella idea nel suo grembo per darle forma, come fece la Madre creatrice o Madre natura. Emissione e ricezione si alternano per lanciare nello spazio (madre) il Progetto divino e in quella “placenta” dare forma alla creazione di un’idea nuova.
Le due correnti, dunque, pur essendo coesistenti, devono essere cavalcate dall’essere umano in modo alternato, per consentire la comunicazione tra il Padre e la Madre. Il Padre parla e in quel momento la Madre ascolta… poi si invertono le correnti. La Madre riceve la parola del Padre e a sua volta emette l’Immagine di quel Suono creatore. La Creazione è compiuta. L’idea è diventata forma concreta e inizia la sua opera di attrazione. Quello che è difficile per noi umani è sentire quando è il momento di emettere la nota creativa e quando precipitarla in una immagine-forma tangibile affinché si esprima! Quando, in altre parole, occorre emettere il pensiero, creando una tensione propositiva… e quando quel pensiero, affinché prenda forma, necessiti di allentare la tensione psichica allo scopo di rivestirsi di forza magnetica astrale (emotiva), per attrarre a sé altre menti ed altri cuori. In definitiva, occorre sapere creare la giusta tensione mentale e poi arrendersi alla vita poiché la Madre sa come formare il figlio e rivestirlo della sua forza magnetica per darlo alla luce.
Applicando queste due correnti nel campo delle forze esse si manifestano sotto forma di forza centrifuga, emessa dal centro verso la periferia, e centripeta, cioè la forza di ritorno che dalla circonferenza periferica si dirige di nuovo verso il centro. Questa alternanza tra emissione e ricezione forma un campo di forze magnetiche che prende il nome di toroide. Tutti i campi magnetici sono formati in questo modo; cioè, dalla polarizzazione del centro emissivo in contrapposizione al polo opposto che in questo caso è il limite sferico della sua forza espansiva. Una volta espansa tale forza non può che invertire il senso e diventare forza centripeta volgendo la spirale magnetica di nuovo verso il centro. In altri termini vi è un buco bianco emissivo e un buco nero ricettivo entrambi costituenti il punto d’origine.
Ciò è la sintesi della dualità che assume infiniti aspetti anche nel campo del comportamento umano. Piacere e dolore sono l’effetto di queste due forze; ma occorre chiarire come funzionano.
Piacere e dolore sono una estremizzazione della totalità del sentire di una persona. Hanno a che fare con il nostro pensare ed agire. Sono i due poli del nostro stato umorale: la corrispondenza personale di Bene e di Male. Tutto il percorso evolutivo è volgere in Bene ciò che è Male, sapendo che: “il male è a trionfo del Bene e il Bene a riparazione del Male”. Come sentenzia il motto aureo della saggezza antica! Tuttavia dobbiamo comprendere la magica procedura della trasmutazione del piombo (male) in oro (bene); cioè, l’arte dell’alchimia interiore. E qui entrano in campo i Valori nella forma delle Virtù in contrapposizione ai vizi. Un Valore viene espresso attraverso il comportamento personale. È una forza emotiva che coinvolge la mente e diventa un’azione.
Se esaminiamo il percorso della forza espressa dal valore, vediamo un vortice spiralico in espansione centrifuga, ossia, dal centro del toroide verso la periferia. In termini di comportamento, il valore si espande come un sentimento che dal cuore della persona va verso l’esterno, ossia, verso gli altri. Nel punto di massima espansione inverte la sua corsa e ritorna in forza centripeta verso il centro del cuore, portando a sé il bene che ha elargito, arricchito della gratitudine degli altri. Ovviamente anche un disvalore veicola allo stesso modo; ma, al contrario del valore, porta di ritorno tutto il male che ha prodotto.
Ma c’è un’altra differenza altrettanto importante!
Quando siamo nel dolore, le forze in gioco si scambiano di ruolo. Dapprima agisce la forza centripeta e poi quella centrifuga. Nell’esempio comportamentale vediamo che il percorso di un difetto o di un vizio come quello dell’invidia, ma anche della superbia o dell’avarizia: di tutti i sette vizi capitali, è dapprima centripeto e poi centrifugo. Se esaminiamo attentamente come veicolano le forze, vediamo che dapprima vi è un convogliamento dalla periferia verso il centro personale, cioè dagli altri verso di sé e poi da sé verso l’esterno. In altre parole, un vizio o difetto si alimenta in prima istanza vampirizzando l’energia e forza degli altri. A volte agisce dal cuore… ma è un cuore chiuso che invece di dare vuole subito prendere. Tipico è l’atteggiamento motivazionale della persona che, ad esempio, soffre di svalutazione e incolpa l’altro della sua disistima; cioè, si nutre dell’energia degli altri per alimentare la propria sofferenza. In questo caso la persona che soffre porta dentro se stessa il giudizio e l’incomprensione degli altri per poi restituirlo in forza centrifuga disperdendoli attraverso il rancore e l’odio.
La stessa dinamica coinvolge tutti gli altri vizi e difetti che vanno a costituire le note di sofferenza degli individui. Vi sono modalità di sofferenza per difetto o per eccesso. La vittima soffre per difetto; il tiranno soffre per eccesso; tuttavia, entrambi soffrono e il loro dolore si manifesta dapprima come forza centripeta e poi centrifuga. La vittima si serve del tiranno e lo incolpa del suo stato di vittima e il tiranno si serve della vittima del giustificare il suo stato di persecutore. La causa è sempre da riversare sull’altro e mai su se stessi. In questo modo si crea un circolo vizioso in cui ciascuno dei due soggetti è alimentato dall’altro.
Appare chiaro da questi esempi, come il giusto uso delle forze sia quello vitale. La vita inizia espandendosi da un punto focale verso l’esterno così creando uno spazio d’amore. in questo movimento centrifugo è insito il moto della crescita e dell’apprendimento. Una volta raggiunta la circonferenza di massima espansione, la vita inizia il ciclo inverso, raccogliendo i frutti della sua espansione in una saggia vecchiaia dal moto centripeto che serve a farne tesoro.
Dunque, la Vita vuole che il bene si espanda come la luce del sole e faccia crescere tutte le creature e illumini il male, cioè la separazione e la sofferenza, affinché l’ombra sia domata e scompaia come accade quando il sole, Padre amorevole e fermo, avendo l’ombra soddisfatto il compito di spingere la luce a mostrarsi, a mezzogiorno la pone ai suoi piedi.
Ogni respiro inizia riempiendo i polmoni per poi svuotarli; se iniziamo dal pieno, otterremo il vuoto. Se iniziamo dal vuoto aspireremo l’aria necessaria al ciclo vitale. Risuonando con il ciclo della vita sincronizzeremo le due correnti nel modo corretto. Porteremo in espansione le nostre qualità mediante l’espressione dei valori e ne raccoglieremo poi il significato a nostra crescita. Al contrario, se agiremo con moto egoistico, prederemo gli altri dei loro beni, ma quando la forza centripeta diventerà — per moto intrinseco — forza centrifuga, disperderemo quel bottino al vento.
di Edoardo Conte
Se oggi possiamo fare le analisi del sangue e sapere se al suo interno si annidano virus e batteri, e se la scienza può sfidare l’atomo e svelare i segreti della materia; ebbene, lo dobbiamo a Lucifero e al suo sacrificio!
Vogliamo con questa riflessione, rivisitare la figura di Lucifero per ricondurla alla vera funzione che ha avuto nell’aiutare l’Umanità a calarsi nella densità materiale e da lì darsi la spinta per la risalita. Il dono di Lucifero è stato quello della capacità di scelta che nasce dalla distinzione e separazione degli opposti.
Lucifero, è l’angelo portatore di luce; la Guida dell’Umanità (da non confondersi con Satana che è l'oppositore di Dio), caduto in disgrazia poiché volle disobbedire a Dio. Ma quale peccato commise?
Vien narrato nel mito che l’Angelo portatore di Luce spense la sua fiaccola per gettarsi nell’oscurità dove le cose perdono la connessione col tutto e divengono singole, separate; proprio come successe a lui, solitario indagatore dell’ombra. Eppure il suo non fu un atto di superbia, bensì di sacrificio. Proprio così… Lucifero si sacrificò per l’Umanità affinché la mente degli uomini potesse scindere la visione dell’intero nelle sue parti e, indagandole, scoprire il disegno celato. Lucifero conduce simbolicamente Adamo ed Eva (l'Umanità) nella valle di lacrime, dopo la scacciata dal Paradiso terrestre, affinché attraverso la sofferenza della travagliata conoscenza si liberi dalle catene della forma e giunga all'eterna Saggezza nella riconquista del ruolo divino.
La metafora e la funzione di Lucifero agli occhi di chi non ha pregiudizi, appare chiara: egli ha condotto l'Umanità, mediante la qualità luciferina della scissione, dalla sostanza mentale detta “Manas superiore”, cioè la materia del pensiero che forma le astrazioni e dà all’Anima la visione dell’Unità del creato, alla frequenza più bassa del “Manas inferiore”, ossia, della sostanza della mente concreta che spezzetta il tutto in miriadi di parti per analizzarle e poi ricomporle secondo la necessità umana di dar forma alle cose.
Lucifero, dunque, personifica le mente analitica e razionale altrettanto necessaria di quella sintetica ed intuitiva. La mente che separa per scegliere e dopo aver compiuto la scelta, proseguire il cammino costruendo le forme che riconducono all’unità.
L’uomo non può creare dal nulla ma può scegliere le parti che ricompongono il tutto. Senza la mente separativa non sentirebbe la necessità ancestrale di riunire le cose per costruire l’intero. Scegliere i materiali per dar corpo ai progetti ed edificare la dimora degli uomini quale tempio di Dio. Così l’Arte si fonde con la Scienza e crea la tecnologia (dal greco téchnì = arte), ossia, l'arte umana di interazione tra il dentro e il fuori; l'io e l'ambiente che lo circonda.
Separare per riunire, questo il moto perpetuo che appartiene alla materia manifesta ed è espresso nella sua essenzialità dal motto latino: “Solve et coagula”. Separa e riunisci!
Il sacrificio di Lucifero ci ha permesso, quindi, di compiere le scelte tra le coppie di opposti; ma ancora di più: le ha rese visibili e fatte emergere all’orizzonte evolutivo. Egli ci consente di scegliere tra il bene e il male, la luce e l’ombra, sapendo che le due forze sono coesistenti e complementari. Come disse il grande mago bianco del XIX secolo Elifas Levi: "il male è a trionfo del Bene e il Bene a riparazione del male". A noi, di volta in volta, utilizzare il flusso espansivo o quello ricettivo per cavalcare le onde delle vicende umane e far delle prove che la vita ci pone… momenti di crescita.
di Edoardo Conte
Il difficile compito di uscire dalla sofferenza coinvolge chi è sul sentiero spirituale e pratica la meditazione come strumento di contatto col Divino per risolvere le problematiche esistenziali.
Molto spesso capita, però, che il meditante sia preso da un senso di frustrazione riguardante l’incapacità di mettere in pratica ciò che ha ricevuto. È una frustrazione dovuta principalmente a un errore di comunicazione.
La coscienza di un individuo; ovvero, la sua essenza incarnata, pur essendo in contatto con l’Anima, non riesce a trasmettere il risultato risolutivo di quel contatto alla propria personalità; cioè, a quei corpi personali (mentale, emotivo e fisico) che sono le vere cause di sofferenza attraverso comportamenti non in sintonia o asincroni rispetto al Piano evolutivo. Questo è il motivo della frustrazione di tanti aspiranti discepoli sul Sentiero. Recepiscono dal contatto animico quale sia la causa del dolore personale ma non sanno come agire sui propri corpi per scioglierlo.
Innanzi tutto, diciamo che quel dolore è la risultante karmica che va a denotare la nota di sofferenza personale. Ciascuno di noi ne ha una che è unica quanto i propri debiti karmici anche se quella nota è una delle sette note della sofferenza umana planetaria. Il Karma vuole che, attraverso la nota, la coscienza individuale focalizzi l’attenzione sui suoi problemi che sono parte dei problemi dell’Umanità e, trovando soluzioni al proprio dolore, contribuisca a risolverlo all’intero genere umano. Questo è il compito di ciascuna unità di coscienza ed anche il motivo per cui la Coscienza Una si scinda o moltiplichi in una miriade di coscienze individuali. Come dire che: se si affrontano i problemi da più punti di vista, prima si arriva alla soluzione!
Dunque, la soluzione della sofferenza non dipende soltanto dal contatto con l’Anima ma soprattutto dalla capacità di produrre una comunicazione persuasiva nei confronti dei corpi o Deva personali. Il fatto è che pochi meditanti conoscono a fondo il linguaggio dei Deva anche se ne subiscono il condizionamento, non riuscendo a metterli sotto il governo della coscienza.
Ma chi sono e a che servono i Deva?
Deva è il termine sanscrito usato per definire le entità o vite che danno forma al terzo aspetto del Divino: l’Intelligenza o Materia! Che la Materia sia intelligente lo dimostra la scienza della Cimatica. Nei tanti esperimenti eseguiti a tale dimostrazione, i granuli distribuiti casualmente su di un piatto vibrante vanno a disporsi, per effetto del suono, in disegni complessi e regolari. Questa capacità di movimento coordinato prova che i singoli granuli sanno interpretare l’informazione contenuta nella vibrazione sonora. A differenti frequenze corrispondono movimenti dei granuli talmente organizzati e precisi da formare disegni mandalici sorprendenti. Ricami simili a merletti, o stelle cangianti al cambiare della frequenza vibratoria; a significare che il suono plasma una materia intelligente; cioè, capace di creare collegamenti non casuali.
Energia, Forza e Sostanza sono i tre stati in cui la divina Materia si manifesta, similmente ai tre stati in cui si presentano gli elementi: Gassoso, liquido, solido.
I Deva hanno la forza di cooperare per costruire forme sostanziali estraendole dal potenziale energetico. Ad esempio, dare corpo ai pensieri, alle emozioni e alle azioni di una coscienza incarnata in una persona. L’attività del Deva o corpo mentale è, infatti, quella di formulare pensieri e concetti. Quella del Deva emotivo, di formulare emozioni e sentimenti; e quella del Deva fisico, di emettere azioni.
Quale è, dunque, il problema di comunicazione del meditante?
Il problema sta nel fatto che i Deva personali non hanno alcuna predisposizione a rispondere alle richieste della coscienza poiché hanno loro specifiche attività memorizzate per soddisfare esigenze karmiche. In ciò si spiega la contrapposizione tra la coscienza che è in contatto con l’Anima e i propri Deva che, al contrario, non lo sono. Il linguaggio dell’Anima è, quindi, recepito dalla coscienza, ma quel linguaggio non è adatto a comandare i Deva. Se così fosse, ciò che è compreso dalla coscienza sarebbe anche compreso dai Deva personali e non vi sarebbe difficoltà a cambiare da parte loro il modello comportamentale memorizzato. Ma così non è; ce lo dimostra quanto sia difficile trasformare i difetti in virtù. Infatti, la coscienza comprende, che un difetto o complesso non sia più consono al suo progresso, ma ciò non basta affinché il Deva incarnante quel complesso cambi attività. Molto spesso questa impossibilità di cambiamento è suggellata dalla frase: “È più forte di me”. Chi è più forte, in questo caso, è il Deva; e la coscienza soccombe.
Vi è un’ulteriore difficoltà nella comunicazione verso i Deva: ciascun Deva è monotematico. Questa è un’informazione da tenere in massima considerazione. Che cosa significa?
Che ogni Deva la cui attività è costruire forme, ha una memoria specifica che esprime in un comportamento univoco e ripetitivo. Il Deva mentale, per intenderci, costruisce solo pensieri. A sua volta, ciascun pensiero è un Deva minore che dà forma a quel pensiero e a quello soltanto. Esiste, quindi, una forma devica per ciascun pensiero, emozione e azione. Ogni emozione emessa come attività del Deva emotivo è un Deva a se stante; un “figlio” per così dire, di quel Deva che ripete pedissequamente l’attività memorizzata; attività che in definitiva è un comportamento attivato da uno specifico stimolo esterno. Onde per cui, riuscire a cambiare la memoria comportamentale di quel Deva significa riprogrammare il modello specifico a cui si attiene. Il modello di riferimento che il Deva ha stampato nella sua memoria è tanto forte quanto un istinto a cui non può sottrarsi l’animale. Eppure, quel modello procura sofferenza alla coscienza. Sofferenza che, tuttavia, è il modo migliore per spingere la coscienza a cambiare il modello stesso, poiché cambiandolo, scioglierà il karma sovrastante. Ogni comportamento devico che procura sofferenza è riferito al karma personale. La memoria devica è investita di questa funzione. Quando la coscienza riesce a cambiare quel modello, di fatto scioglie quella parte del karma che si rifà ad un tema specifico.
La specificità tematica dei Deva è palesemente dimostrata dalle Gerarchie angeliche della tradizione giudaico-cristiana. Anghelos significa messaggero o servitore ed ha lo stesso significato di Deva. Le Gerarchie angeliche hanno il compito di dare forma alla creazione di Dio; questo il loro servizio. In un certo senso, sono l’incarnazione delle qualità divine che manifestano la creazione. Per questa loro funzione sono raffigurate in cerchi concentrici attorno al Trono di Dio. Ogni Gerarchia, dai Serafini agli Arcangeli, testimonia la specializzazione dei Deva costruttori secondo il grado vibratorio o banda di frequenza in cui opera. Gli Arcangeli stessi, le cui qualità sono note ai più, provano la specificità di azione. Michele è portatore della qualità divina della Volontà (primo Archetipo) essendo la spada di Dio che traccia la direzione. Così Gabriele, che è la fiaccola dell’amore di Dio o l’incarnazione del secondo Archetipo di Amore; e Raffaele che porta in essere la medicina di Dio; cioè l’aspetto divino di Intelligenza o terzo Archetipo; e così via.
Ritornando ai Deva personali, cioè ai corpi della personalità umana che sono fatti di materia vibrante al di sotto dei piani degli Arcangeli; e in special modo, prendendo in considerazione i vari complessi di una persona che sono parte delle attività deviche condizionanti in modo negativo l'individuo, scopriamo ad esempio che il Deva incarnante il tema o complesso di svalutazione, entra in attività laddove un impulso esterno colpisce la sua memoria e lo stimola ad agire in quella specifica modalità che comunemente viene definita come reazione automatica. In altri termini, metterà in essere un comportamento conflittuale atto a manifestare quel tipo di sofferenza. Tutto ciò sembra incredibile all’occhio del profano il quale crede che un essere umano sia costituito soltanto di un corpo fisico che agisce mediante un cervello e un apparato senziente. Dietro l’apparenza di un uomo vi è un impressionante aggregato di Deva che deve essere armonizzato affinché la sua risposta all’ambiente non procuri dolore.
Arriviamo, quindi, al punto cruciale di questa riflessione. Quale è il linguaggio a cui rispondono più efficacemente i Deva dando alla coscienza umana la possibilità di interagire e, non ultimo, progredire? È il linguaggio delle immagini!
L’esempio della Cimatica riportato sopra, ci ha insegnato che il suono crea immagini e che le immagini fissano, per così dire, l’informazione contenuta nella vibrazione sonora. Le immagini, quindi, sono la raffigurazione spaziale del suono creatore. La “Lux” che scaturì dal “FIAT” primordiale.
Per comprenderlo dobbiamo rispolverare gli Archetipi di cui abbiamo fatto cenno più sopra. ARCHETIPO significa etimologicamente modello principiante o immagine prima; da: ARCHE = Principio e TYPOS = Modello esemplare.
Appare evidente che l’immagine prima, ossia l’Archetipo, è la più tangibile manifestazione del Proposito divino; tanto potente da porre in ordine le forme secondo la Sua legge: la Legge della Creazione. In questa definizione sta tutto il potere del linguaggio delle immagini-modello o ARCHETIPI.
Quando l’Anima parla al discepolo attraverso il Suo suono o Voce del silenzio, compaiono sullo schermo della mente astratta, simboli archetipici; similmente a ciò che avviene sul piatto vibrante dell'esperimento cimatico. Il simbolo non è altro che la trasposizione grafica del “suono” di un Archetipo. Differenti simboli possono ricondurre allo stesso Archetipo poiché la rappresentazione simbolica, pur essendo universale, è rivestita dalla coscienza secondo il proprio immaginario. E poiché ogni unità di coscienza è unica, ossia, differente da tutte le altre (non vi è un uomo perfettamente uguale ad un altro in sette miliardi di umani in incarnazione) ha il bisogno evolutivo di trasporre il simbolo archetipico in una immagine che ne espliciti il significato al livello devico personale. Facciamo un esempio. L’Archetipo di Volontà che è simboleggiato da un freccia rivolta verso l’alto — a significare che la funzione divina della Volontà è quella di costituire l’asse verticale direttivo attorno a cui ruota la spirale evolutiva — deve essere espresso dall’individuo con un’immagine che raffiguri per lui, e per lui soltanto, il significato direttivo che la Volontà assume al suo livello umano. È con questa identificazione immaginifica che la coscienza individuale può svolgere il compito di co-creatrice. Se fosse costretta ad una raffigurazione omologata, non avrebbe senso e scopo di esistere. Attraverso la sua unicità, la coscienza individuale dà vita all’espressione molteplice della Creazione.
Il linguaggio delle immagini è, dunque, il più adatto ad essere recepito subitamente da ogni ordine di Deva costruttori nei piani delle frequenze della manifestazione materiale. Ciò è presto dimostrato dal potere delle immagini che, notoriamente, valgono più di mille parole. Tutti subiamo in modo differenziato il condizionamento delle immagini pubblicitarie o la forza evocativa dei film e il fascino delle mode. Un progetto architettonico è realizzato in base all’immagine del disegno in cui sono specificate non solo la forma ma anche le misure e le proporzioni. Difficile sarebbe porlo in opera mediante la sola descrizione verbale. E ancora, pensiamo a come sia stata tramandata la conoscenza attraverso la pietra con i graffiti degli uomini preistorici e, in epoche posteriori, i bassorilievi e le statue degli Egizi, Greci, Romani, fino ad arrivare ai nostri tempi, in modo che non solo fosse lasciata ai posteri la traccia di quelle civiltà; ma il popolo potesse ricevere una parte delle informazioni di cui erano in possesso le caste più erudite. Nelle cattedrali e nei castelli di tutto il mondo sono custoditi la storia e il sapere antico fissati nelle immagini epiche, nelle allegorie e nei fregi simbolici in cui le gesta dei grandi, le virtù dei santi e le forze trascendenti lasciano il segno. E che dire della Scienza, che con la scoperta dei neuroni a specchio ha provato come la trasmissione dei comportamenti possa avvenire attraverso l’osservazione empatica. In questo modo i bambini imparano imitando le posture e le abitudini degli adulti. Gli esempi potrebbero essere molti. Non a caso la nostra è definita: “la Civiltà delle immagini”. Eppure, l’esempio più probante è quello che riguarda la memoria in generale e, quindi, anche la memoria devica. Torniamo per un attimo indietro nel tempo, al ricordo del primo bacio. Come è notorio, il primo bacio non si scorda mai perché è un’immagine talmente vivida da balzare agli occhi in un istante. Eccola uscire dal magazzino della memoria e prendere forma. È lì nella sua immediatezza, non è vero? Riconosciamo il luogo... la persona... sentiamo nascere nel cuore una dolce emozione. Ebbene sì! La memoria è fatta di immagini che attivano emozioni e pensieri; in una parola: ricordi.
Tutta la memoria contenuta nel nostro cervello e la memoria planetaria conservata in quella che gli iniziati chiamano dimensione e sostanza akashica — la stessa sostanza magnetica a cui gli psicologi danno il nome di Immaginario collettivo — è composta di immagini. Sono immagini astrali come quelle dei sogni. Le stesse immagini a cui attingono i nostri Deva. Il cervello non le distingue da quelle della cosiddetta realtà poiché, come disse Sakespeare: “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”.
E se tante immagini ci condizionano negativamente, è altrettanto vero che, invertendone la polarità, anziché condizionare potranno liberarci. Così avverrà scegliendo un’immagine rispondente alla qualità di un Archetipo. Con essa potremo cambiare la memoria di un Deva; stimolarlo a trasmutare il modello di sofferenza emulando un modello di perfezione che sarà più congruo ai fini evolutivi.
In conclusione, imparando ad usare le immagini che rispondono agli Archetipi sapremo, noi coscienze, comunicare le informazioni corrette ai nostri Deva in modo che possano migliorare i comportamenti e renderli finalmente consoni al livello coscienziale da noi raggiunto. Così assolveremo il compito di redimere la materia, cioè elevarla in frequenza, evolvendo, allo stesso tempo, come Anime coscienti.
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