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Meditazione creativa: Contatto

di Edoardo Conte (tratto dal libro Meditazione creativa dello stesso autore).

Il contatto è la parte centrale della meditazione; la meta che si vuole raggiungere. Ciò che si preme contattare è l’Anima; ma “Anima” è un termine generico che in realtà sta a indicare una triplicità di aspetti.

Il primo aspetto è quello della mente astratta o Manas superiore. Quando si contatta la mente astratta dell’Anima, mediante una profonda concentrazione meditativa, si ha accesso alle astrazioni, ossia, ad immagini simboliche superiori che racchiudono in sè idee non ancora concretizzate. Un’astrazione è molto simile ad un geroglifico o ideogramma che concentra più concetti nella sua sintesi. Idee e concetti che la mente razionale dell’uomo dovrà recepire e estrinsecare per costruire pensieri concreti di attuazione. 

I simboli sono da sempre considerati il linguaggio più immediato proveniente dall’aspetto mente dell’Anima. Essi contengono il messaggio di verità in forma accessibile all’essere umano, poiché è mediato attraverso un’immagine. Per quanto simbolica, l’immagine è colta nella sua immediatezza dall’apparato mentale ma soprattutto da quello emotivo superiore. Prima ancora di essere decifrato dalla mente razionale, il simbolo è assimilato mediante l’intuizione che è la capacità del Cuore di dare significato all’espressione dell’Anima. In seguito, il significato è trasmesso alla mente affinché lo cristallizzi in concetto organico e costruisca una forma adeguata ad esprimerlo nei piani densi delle vicende umane.

Il secondo aspetto dell’Anima è quello della Buddhità; ossia, dell’Amore che abbraccia la totalità della mente e la rende intuitiva, viva e reale. Questo è un concetto che abbisogna di ulteriore approfondimento. Quando il Buddha ebbe l’illuminazione e sconfisse la potenza della mente razionale incarnata nelle proiezioni illusorie e fantasmagoriche della Maya planetaria, Egli lo fece superando le barriere del pensiero e accedendo ad una realtà superiore. È il reame del Cuore della mente. Ci si consenta questo ossimoro per concepire l’idea di una materia sottile talmente raffinata da sostanziare l’Amore sublime che sostiene il Pensiero nella Verità. Questo è il secondo aspetto dell’Anima buddhica e questa è la dimensione spirituale che è contattata dal meditante quando giunge alla vera meditazione contemplativa. Ciò che si contempla è la “Voce del Silenzio” che è la voce dell’Anima superiore o Cuore buddhico dell’Anima. In quel Silenzio la Verità emerge cristallina e puo essere contemplata nella sua univoca realtà; e, infine, sintetizzata in intuizione. 

Il termine contemplazione significa essere insieme nel Tempio. Chi è insieme a chi?

È facile comprendere che durante la contemplazione la coscienza incarnata si unisce all’Anima nel Suo piano di esseità e da quel piano osserva la realtà per quello che è e non più per ciò che sembra. La Realtà sorge e si innalza sull’illusione dell’apparenza e la sconfigge neutralizzando la sofferenza che da essa origina. Durante il contatto contemplativo l’essere torna integro e intatto, mondato per un istante atemporale dall’imperfezione della consistenza materiale. Egli risorge nella Buddhità in quell’interludio sublime che prelude alla ve-
ra resurrezione del corpo glorioso; ovvero alla redenzione e resurrezione della materia. Resurrezione che avverrà come realizzazione finale del percorso umano alla settima Iniziazione che pone fine all’istruzione delle Anime su questo pianeta.

Quel traguardo è ancora molto lontano per l’Umanità ma in quello stato coscienziale il meditante ne contempla e assorbe tutta la Verità e trae la forza necessaria a compiere, tornato nella dimensione temporale della sua persona, i passi necessari a materializzare quella visione nei fatti del mondo.

Il terzo aspetto dell’Anima, primo aspetto spirituale partendo dall’alto, è quello che è contattato come realizzazione suprema della coscienza del meditante. Esso è definito dal termine Atman che in sanscrito significa essenza o soffio vitale dello Spirito. La dimensione atmica è, dunque, quella che raggiunge la coscienza nell’ultimo stadio della meditazione quando perviene all’Ispirazione.

L’effetto concreto dell’Ispirazione produce nel centro della Cavità l’accensione di una Luce. Tutta l’area della Cavità si illumina a causa dell’attivazione del campo magnetico tra le polarità positiva e negativa delle ghiandole Epifisi e Ipofisi. In pratica è come se si attivasse un cortocircuito benefico che fonde i due filamenti elettrici. Ciò che avviene nella realtà è una vera e propria fusione nucleare in cui i nuclei degli atomi sottili della sostanza eterica si fondono e danno vita a un piccolo ma sfolgorante sole nella testa. Quel sole è il corpo di Atma o la manifestazione tangibile dello Spirito nella carnalità umana. Esso illumina l’oscurità della sofferenza portando la Luce della salvezza e riscalda il Cuore affinché con il calore prodotto sciolga le rigidità e le incomprensioni realizzando nell’essere uno stato di integrità propositiva e lungimiranza programmatica incomparabili. Ciò è reso possibile dalla perfetta proporzione delle qualità e peculiarità dei tre fattori personali di mente, cuore e cervello perfettamente sincronizzati e sintonizzati ai tre aspetti divini: Atma, Buddhi, Manas.

Quando l’effetto dell’Illuminazione è frequente, e ottenuto in modo stabile, finisce per ingenerare una vita ispirata in cui ogni attività diventa un’arte. Allora l’ingegno umano si fa realmente creativo, poiché libera l’energia della Triade spirituale in modo che il primo e l’ultimo siano connessi direttamente.  Ciò significa che l’Ispirazione crea un canale diretto tra la Volontà dello Spirito e l’intelligenza dell’uomo. L’Anima è espressa nella sua completezza e la coscienza è inondata dalla visione del Piano che applica come risultato della vita meditativa non più relegata a momenti o periodi di contatto superiore, ma come continuità della Presenza spirituale. 

Così l’Ispirazione ci guida nel prendere decisioni importanti o nel trovare le giuste parole per spiegare la complessità della vita o dimostrare un assunto. Ci investe d’una immediatezza d’azione che risolve un problema sul nascere o ci carica emotivamente per dare alla luce un’opera d’ingegno e liberare l’estro creativo così da esprimerlo in composizioni artistiche dal valore universale. Essa agisce, infine, senza più filtri mentali, né tantomeno emotivi, per metterci al servizio dell’Umanità.

Da questa esposizione si comprende che la fase del “Contatto” e le conseguenti realizzazioni, non sono effetto di una tecnica particolare ma di una predisposizione della coscienza che, man mano allinea i propri corpi e li sintonizza al Proposito divino, riesce a contattare i livelli animici superiori fino a raggiungere quello dell’Ispirazione. Il processo avviene per gradi come è giusto che sia. D’altro canto, l’esperienza viene dal fare. Non occorre, quindi, scoraggiarsi, ma procedere in modo costante e avere fiducia che a tempo debito tutto quello che deve accadere... accadrà.

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